La logica delle disuguaglianze

I numeri delle disuguaglianze | Aspettativa di vita

L’Italia sarebbe quinta nel mondo per aspettativa di vita – secondo il network sanitario statunitense NiceRx (https://www.nicerx.com/best-healthcare-countries/) – con una media di 84,01 anni (81.90 per gli uomini e 85,97 per le donne); meglio di noi per aspettativa di vita solo Hong Kong (età media pari a 85,29 anni, 82.38 per gli uomini e 88.17 per le donne), Giappone (età media pari a 85,03 anni, 81,91 per gli uomini e 88.09 per le donne), Svizzera (età media pari a 85,03 anni, 81,91 per gli uomini e 88.09 per le donne) e Singapore (età media pari a 84,07 anni, 82,06 per gli uomini e 86.15 per le donne); ma l’Italia spende molto meno degli altri partner occidentali per la spesa sanitaria, figurando al 20° posto in classifica (in vetta alla classifica gli USA con 12.318 dollari pro-capite e al secondo posto la Germania con 7.383; l’italia si ferma a 4.038 dollari ed è al 20° posto in classifica).

Il dato nazionale, pubblicato nel rapporto Istat – bes territori – Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori[1], parla di una speranza di vita di 82,4 anni contro gli 82,1 registrati nel 2020. Per gli uomini, si è passati da 79,8 a 80,1, mentre quella delle donne è cresciuta da 84,5 a 84,7 anni; ma l’aspettativa cambia nei vari territori della Penisola: si amplia infatti la distanza tra Nord e Mezzogiorno, con quelli che risiedono al Sud che nel 2021 vivono 1 anno e 7 mesi di vita media in meno rispetto ai residenti nel Nord. Eppure, all’inizio degli anni Ottanta del Novecento la speranza di vita di chi risiedeva nel Nord era in media di quasi due anni inferiore rispetto a chi, invece, viveva al Sud. Dunque, nel giro di poco più di 40 anni (con una accelerazione negli ultimi 20) la situazione si è totalmente capovolta.

In effetti, tra il 2020 e il 2021 la speranza di vita è cresciuta al Nord (dopo la fine del primo periodo della pandemia) e diminuita al Sud fissandosi rispettivamente a 82,9 e a 81,3 anni. In particolare le aree più colpite dalla prima ondata della pandemia hanno registrato recuperi significativi: così Bergamo, che recupera nel 2021 quasi completamente i circa 4 anni di speranza di vita alla nascita persi nel 2020, e si posiziona ora al 13posto della graduatoria, mentre nei mesi successivi all’esplosione del coronavirus si trovava al 106esimo.

Allo stesso modo, la provincia di Cremona recupera nel 2021 circa 3 anni dei quasi 4 persi nel 2020, Piacenza e Lodi circa 2 anni e mezzo; queste ultime province si posizionano nel 2021 rispettivamente al 38esimo e al 47esimo posto, dal 102esimo e 104esimo del 2020. Al contrario, molte province del Mezzogiorno, che nel 2020 avevano in alcuni casi guadagnato mesi di vita, nel 2021 arretrano di molte posizioni essendosi trovate maggiormente esposte alle conseguenze della pandemia. È il caso della provincia di Trapani che nel 2020 aveva guadagnato un mese di vita e che, invece, nel 2021 perde mezzo anno; stesso andamento per la provincia di Caltanissetta che aveva guadagnato 2 mesi nel 2020, scalando in un solo anno 16 posizioni nella graduatoria delle province, ma che arretra delle stesse posizioni nel 2021, con una perdita di 1,1 anni di speranza di vita totale.

In altri casi, invece, il peggioramento emerso nel 2020 prosegue e si amplifica nel 2021, come nella provincia di Campobasso che ha perso circa 1 anno nel 2020 e un ulteriore anno e 4 mesi nel 2021, e la provincia di Enna (un anno perduto nel 2021 in aggiunta agli 11 mesi del 2020).

La provincia di Viterbo è l’unica a mantenere una situazione sostanzialmente invariata in tutto il periodo 2019-2021 (speranza di vita alla nascita pari a 82,1 anni) mentre le province di Roma e Padova, dopo aver perso circa mezzo anno di vita nel 2020 rispetto al 2019 mantengono la speranza di vita alla nascita stabile nel 2021 rispetto al 2020 (rispettivamente 83,6 e 82,9 anni).

 

[1] Rapporto Istat – bes territori – Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori[1] (https://www.istat.it/it/files//2022/04/BES_2021.pdf)

Prof. Giuseppe Castello

Giuseppe Castello è nato a Caposele [AV] il 06 agosto 1949. Ha studiato Medicina & Chirurgia presso l'Università degli Studi di Napoli dove si è laureato nel 1974. Leggi di più...

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