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Sono acque di origine marina (nel linguaggio comune vengono anche chiamate “acque di mare”), ubicate in località costiere o lungo la dorsale appenninica della pianura Padana che ha ospitato mari in alcune ere geologiche e dove l’acqua si è raccolta e concentrata in bacini sotterranei. In alcune zone ha dato origine ai limani (o liman) che sono fanghi naturali di salina utilizzati in terapia.
Le acque salsobromoiodiche sono una risorsa terapeutica tipicamente mediterranea e italiana; sono costituite essenzialmente da cloruro di sodio, iodio e bromo, questi ultimi sotto forma di ioduri (I–) e bromuri (Br–); la concentrazione ionica può essere diversa, tant’è che esistono in natura acque salsobromoiodiche ipotoniche, isotoniche o ipertoniche; possono essere presenti anche altre sostanze terapeuticamente interessanti quali calcio, magnesio, solfati, bicarbonati e solfuri. Nel caso non sia presente il bromo si parla di acque salsoiodiche.
Spesso sono acque molto concentrate, per cui può essere necessario diluirle per poterle utilizzare con determinate metodiche (es. inalatorie).
Alla fonte possono avere diverse temperature ed essere radioattive.
Le acque salsobromoiodiche sono note per l’azione antiinfiammatoria (agendo su flogosi croniche), antisettica, stimolante sul sistema immunitario, nonché antiedemigena e risolvente, incremento dell’attività tiroidea, stimolazione della secrezione mucosa e a livello dell’apparato genitale femminile, etc.
Grazie alla loro versatilità di impiego, le acque salsobromoiodiche vengono infine impiegate per lenire affezioni a carico dell’apparato locomotore, lesioni muscolari di origine traumatica e artropatie croniche, andando a svolgere un’azione antinfiammatoria e antisettica sulle giunture troppo usurate o messe a dura prova da uno sforzo fisico eccessivo.
Vengono utilizzate in quasi tutti gli ambiti di patologia suscettibili di terapia termale anche se con proprie peculiarità riguardo le indicazioni, le azioni biologiche ed i risultati terapeutici.
