Dal Mondo Vegetale

Pulsatilla | Anemone Pulsatilla L.

L’Anemone pulsatilla L. è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae; è una pianta originaria delle zone montane.

Il suo nome deriva dal termine “anemos” che significa “vento”. Le fu attribuito da Teofrasto, filosofo e botanico greco (371 – 287 a. C), a causa del tremolio dei fiori a ogni minima corrente d’aria. In latino però assume anche il significato di “soffio vitale” per indicare la fragilità dei fiori che avvizziscono precocemente. Il nome generico Pulsatilla sarebbe legato al verbo latino pulso = “agito”, “scuoto”, che serve a descrivere l’ondeggiare della pianta, o dei suoi fiori, al vento. Altri nomi popolari sono: anemone, erba del diavolo, cavolo marino, fiore del vento, fiore di pasqua.

Il genere Pulsatilla annovera 42 specie che si distinguono fondamentalmente per habitat, periodo di fioritura e colore della corolla. Diverse specie sono usate come piante ornamentali a causa delle loro foglie finemente incise, dei fiori solitari a forma di campana e dei frutti piumosi. La parte vistosa del fiore è fatta di sepali modificati, non di petali.

Pianta perenne molto bella alta dai 10 ai 20 cm, con un grosso rizoma che affonda verticalmente nel suolo, con vari fusti eretti. Le foglie formano una rosetta e sono picciolate e pinnate. I fiori dai bei petali violetti sono molto fragili. Fiorisce in primavera; si moltiplica per seme o divisione dei cespi.

Costituenti chimici: anemonina, glicoside del lattosio (ranuncoloside); flavonoidi (delfinina, pelargonidina); saponine; acido chelidonico, acido succinico, triterpeni.

La pulsatilla è una pianta tossica non più utilizzata in terapia. il principio attivo della Pulsatilla, l’anemonina, agisce sul sistema nervoso centrale determinando inizialmente fatti convulsivi, cui segue ipnosi e uno stato di paralisi che dagli arti si estende progressivamente ai muscoli respiratori. Poiché però si tratta di sostanze volatili, la tossicità scompare con l’essiccazione, cosicché la pianta può essere consumata senza problemi dal bestiame qualora sia presente nel fieno.

Un tempo era indicata per la cura delle mestruazioni dolorose e delle infiammazioni dell’apparato genito-urinario.

Gli indiani piedi neri lo usavano per indurre aborti e parto.

Nella medicina omeopatica la pulsatilla viene indicata nel caso di depressione, nella cistite, nei disturbi gastrici, nell’otite e nei disturbi del sonno.

Redazione amaperbene.it

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