Dal Mondo Vegetale

Pygeum | Prunus africana (Hook. f.) Kalkman

Il pigeo africano (Pygeum africanum Hook f., sin. Prunus Africana Kalk.) è un albero sempreverde, della famiglia delle Rosacee, alto una trentina di metri, che vegeta nelle foreste dell’Africa   subsahariana, Africa orientale e australe nonché in Madagascar.

Albero sempreverde, alto di solito 10-25 m; con fusto cilindrico dritto e chioma fitta e rotondeggiante, ha foglie semplici, ellittiche, coriacee, lungamente picciolate e della lunghezza di 8-10 cm; i fiori sono piccoli, bianchi o color crema, raccolti in racemi ascellari lunghi 3-8 cm; i frutti sono simili alle ciliegie, di colore da rosso a bruno purpureo e con il diametro di 8-12 mm. La corteccia del pigeo africano essiccata ha un colore variabile dal rosso al bruno-nerastro, con un odore spiccato che ricorda quello di mandorla. I costituenti più significativi presenti nel suo estratto lipofilo comprendono i fitosteroli (il β-sitosterolo è il più rappresentativo), gli acidi grassi (tra cui miristico, palmitico, linoleico, oleico, stearico ed arachidonico), i triterpenoidi (acido ursolico, acido oleanolico ecc.) e gli alcoli (docosanolo ecc.).

Il pigeo africano deve la sua azione antiflogistica all’attività inibitrice sulla 5 lipo-ossigenasi, che determina una minor formazione dei mediatori flogistici catalizzati da questo enzima, in particolare del leucotriene B4. Dalla corteccia dell’albero si ricava un estratto (nome officinale Pruni africanae cortex) contenente un’abbondante frazione lipidica, fitosteroli e altre sostanze (acido ferulico, glucopiranosidi, lignani, antocianine) che hanno mostrato un’azione antiinfiammatoria e inibitrice dei fattori di crescita a livello della prostata e della vescica; viene utilizzato nei pazienti affetti da ipertrofia prostatica. In effetti, studi in vitro hanno mostrato che l’estratto di Pygeum africanum inibisce la proliferazione dei fibroblasti prostatici indotta dai fattori di crescita come EGF (Epidermal Growth Factor), bFGF (basic Fibroblast Growth Factor) ed IGF-I (Insulin-like Growth Factor). Il pigeo africano è anche un debole inibitore dell’enzima 5 alfa-reduttasi e tale effetto, insieme al precedente, potrebbe conferire a questa “droga vegetale” un ruolo preventivo e terapeutico in presenza di ipertrofia prostatica benigna. In effetti un estratto di Pygeum africanum (pari a 10 g di polvere di corteccia secca) contenente lo 0,5% di n-docosanolo totale mg 50 viene utilizzato per la terapia della ipertrofia prostatica benigna commercializzato con il nome di “Tadenan” o “Pygenil” (pigelina).

Considerata la possibile interferenza sul metabolismo degli androgeni e degli estrogeni, l’utilizzo degli estratti è controindicato in gravidanza, in allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni. Da segnalare anche le possibili interferenze con terapie ormonali, e per sommatoria d’azione con finasteride e dutasteride (farmaci molto utilizzati nel trattamento dell’alopecia androgenetica e dell’ipertrofia prostatica). In ogni caso, prima dell’assunzione, è necessaria la prescrizione ed il controllo medico.

In Italia, il pigeo africano è attualmente inserito nella lista delle erbe non ammesse negli integratori alimentari; è comunque utilizzato come farmaco in alcune specialità mediche registrate.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio