Dal Mondo Vegetale

Piantaggine lanceolata | Plantago lanceolata L.

La piantaggine lanceolata (Plantago lanceolata L., 1753) è una pianta erbacea officinale perenne della famiglia delle Plantaginaceae.

È una pianta erbacea con scapo profondamente solcato alto 10-60 cm. Le foglie 3-5 nervie sono lanceolate o lineari-lanceolate e lungamente picciolate. L’infiorescenza è riunita in spiga terminale.

Le specie più comuni e di maggiore interesse di piantaggine in Italia sono tre, utilizzate ugualmente: Plantago lanceolata, Plantago media, Plantago major, rispettivamente, piantaggine lanceolata (anche detta minore), piantaggine media e piantaggine maggiore. In questo articolo, per praticità, descriveremo la piantaggine lanceolata, ma tutti gli utilizzi e le indicazioni possono essere estese anche alle altre due specie. La piantaggine lanceolata si può riconoscere per le sue foglie percorse da cinque nervature ben marcate, più evidenti sulla pagina inferiore; quando è in fiore, invece, bisogna osservare le sue infiorescenze a spiga cilindrica che sbucano dai campi.

Il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina “planta” e significa “pianta del piede” e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a “piante di un piede”, ma anche perché le specie più comuni crescono in ambienti calpestati; l’epiteto specifico (lanceolata) deriva dal latino “lanceolatum” e fa riferimento alla forma delle foglie simile alla punta delle lance.

La piantaggine è una pianta perenne con radice forte e molte fibre radicali. Sopra la radice nascono subito le foglie dritte e orizzontali, lanceolate. Il tempo di fioritura va dalla primavera ad ottobre. Cresce in vegetazioni erbacee seminaturali, nei prati da sfalcio, ma anche lungo strade e nei coltivi, su suoli limoso-argillosi piuttosto profondi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana.

Le foglie sono disponibili tutto l’anno e sono usate come radicchio, crude in insalata, oppure cotte come gli spinaci. Bollendo rilasciano un odore simile a quello dei funghi champignon. Le foglie hanno proprietà astringenti.

Le foglie di piantaggine contengono glucosidi iridoidi, flavonoidi (luteolina), mucillagini, tannini, pectine, acido salicilico, sali minerali. La presenza di questi principi attivi conferisce alla pianta proprietà bechiche, espettoranti, antibatteriche, antinfiammatorie, astringenti.

L’azione antinfiammatoria della piantaggine è dovuta all’aucubina, che per idrolisi libera una genina biciclica di nome aucubigenina. Questo principio attivo possiede una marcata proprietà antiallergica e decongestionante, il cui meccanismo di azione si esplica nell’inibizione della sintesi dei mediatori dell’infiammazione: è efficace contro le punture degli insetti e per la cura delle ferite.

L’aucubigenina inoltre contrasta la proliferazione del batterio Staphilococco Aureo, rivelandosi un rimedio batteriostatico nei confronti di questo microrganismo. Per questa ragione la piantaggine è utilizzata efficacemente negli stati infiammatori della cute e delle mucose, che rivestono bocca, gola e vie respiratorie in genere, in caso di tosse, catarro bronchiale, bronchite cronica, allergia, sinusite; e per le infiammazioni dell’apparato urogenitale; in presenza di reazioni allergiche e infezioni batteriche, grazie anche all’azione antisettica, esercitata dagli acidi fenolici (acido clorogenico e idrossibenzoico). Infine, trova impiego come rimedio diuretico e remineralizzante per il suo contenuto di acido silicico, zinco e potassio.

Per uso esterno, la piantaggine, come tutte le plantago, possiede doti fortemente cicatrizzanti e difatti in erboristeria le foglie fresche, che contengono mucillatannino, minutamente tritate, poste a contatto con una ferita tramite bendaggio favoriscono una rapida guarigione della ferita stessa e bloccano le emorragie. È consigliato l’uso contro le congiuntiviti e le infiammazioni palpebrali. Ha azione lenitiva, antipruriginosa, decongestionante, per cui è indicata in caso di dermatosi, piccole lesioni della pelle, acne, infiammazioni palpebrali e oculari anche di natura allergica.

In cucina, la piantaggine può essere utilizzata per fare il pesto, oppure nei minestroni, lessata con un po’ di olio o per fare la pasta verde, per via del bel colore delle sue foglie negli impasti. Le giovani foglie si possono usare a crudo nelle insalate; ha tuttavia un sapore molto amaro.

Redazione amaperbene.it

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