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Pera Lardara

Nel comune di Monte San Giacomo (provincia di Salerno), nel cuore del Cilento, c’è un habitat più unico che raro che permette la crescita di una pera sui generis. La Lardara, varietà autoctona autunnale, è detta anche “pera all’acqua” per il metodo di conservazione che la contraddistingue e ne determina gli usi peculiari.

La Lardara è una pera autunnale che matura soltanto a ridosso dell’inverno; il periodo di raccolta è solitamente a cavallo tra ottobre e novembre, quando i frutti sono ancora acerbi e di colore giallastro, in concomitanza con il primo freddo. Le pere completano poi la maturazione a terra o in soffitta e, quando la loro consistenza è diventata sufficientemente morbida al tatto, vengono immerse in secchi riempiti con acqua di fonte (un tempo veniva utilizzata l’acqua piovana) dove restano fino a quando non sono pronte per il consumo. Alla fine del trattamento la polpa diventa marrone scuro, di consistenza quasi spugnosa e ideale per piatti tipici salati legati soprattutto alle festività religiose. Su tutti spicca l’insalata di pere Lardare con peperoni arrosto o sott’aceto, olive nere, aglio e alici sotto sale.

Conservata in acqua, la pera Lardara prolunga la propria durata e può durare fino anche a 3-4 mesi, grazie anche allo spessore della buccia e al contenuto di antiossidanti. Si tratta di un antico metodo contadino di conservazione delle pere, tramandatosi di generazione in generazione, che consentiva agli abitanti del territorio di disporre di frutta lungo tutti i mesi dell’inverno. Oggi, le pere Lardara vengono consumate soprattutto in occasione di festività o ricorrenze particolari, come il Natale e la Pasqua.

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Redazione amaperbene.it

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