Dal Mondo Vegetale

Mangostano | Garcinia mangostana

Il mangostano è il frutto della Garcinia mangostana L., specie appartenente alla famiglia delle Clusiaceae; è un sempreverde tropicale originaria delle Isole della Sonda e dell’Arcipelago delle Molucche; attualmente è diffuso nel Sud-est asiatico, nel Sud Ovest dell’India, a Puerto Rico e in Florida. Nonostante gli sforzi di coltivare questa pianta anche nell’emisfero occidentale, i risultati in tal senso sono stati scarsi. Allo stato attuale, quasi l’intera produzione mondiale di mangostano proviene dalla Thailandia.

L’albero cresce fino a un’altezza massima compresa fra 7 e 25 metri e ha una corteccia marrone scuro tendente al nero. Il frutto, commestibile, è di forma tondeggiante, con un diametro di circa 5–7 cm, non richiede necessariamente fecondazione (matura anche partenocarpicamente) e in questo caso non ha seme; quando è acerbo ha un colore verde chiaro, poi la buccia (pericarpo) del frutto assume un colore viola profondo in epoca di maturazione.

Da un punto di vista botanico la polpa è un arillo (polpa staccata dalla buccia e aderente al seme) che è suddiviso in 4-8 lobi o spicchi commestibili, fragranti e cremosi, di colore bianco latteo, dal vago sapore di pesca e litchi. Nei due mesi successivi la formazione il frutto a mano a mano che scurisce aumenta le sue dimensioni, il pericarpo rimane relativamente duro per tutta la fase di maturazione. La membrana sottostante la buccia, che avvolge l’arillo e il seme, contiene acidi polifenolici, tra cui il tannino e lo xantone che assicurano una certa astringenza che scoraggia eventuali infestazioni di insetti e infezioni di funghi, virus vegetali e batteri, previene inoltre la predazione degli animali.

Il cambio di colore da verde pallido a viola scuro e il contemporaneo leggero ammorbidimento del pericarpo fanno parte del naturale processo di maturazione e indicano che il frutto ha concluso il suo sviluppo e può essere consumato. Non è più commestibile quando si presenta con buccia dura e secca e con il peduncolo e il calice ossidati. Per gustarlo s’incide con un coltello tutta la circonferenza e si divide il frutto a metà, estraendone poi gli spicchi contenuti. La polpa all’interno è suddivisa in spicchi bianchi molto delicati, burrosi, dal sapore fresco, acquoso, aromatico, che ricorda la rosa. All’interno di essi è possibile trovare i semi. Uno stretto parente del mangostano è il kokum (Garcinia indica) il cui frutto è utilizzato sia come alimento che come medicinale.

Il frutto del mangostano non spicca certamente per le qualità nutrizionali: oltre ad essere ricco d’acqua, contiene modeste quantità di acido folico, manganese, riboflavina. Tuttavia, negli estratti messi in commercio, si possono trovare concentrati vari polifenoli (specie gli xantoni) dalle capacità antibatteriche, antiossidanti e antinfiammatorie.

Varie parti della pianta sono utilizzate nelle medicine tradizionali sudest-asiatiche, specie per curare ferite e problemi alla pelle, infezioni alle vie urinarie e dissenteria.

Le proprietà fitoterapiche sono legate alla presenza di xantoni e diversi polifenoli. La pianta viene utilizzata da secoli per le sue proprietà antiossidanti, particolarmente adatte alla prevenzione dallo stress ossidativo cellulare, per combattere le infiammazioni (specie per le infezioni della pelle, ferite, dissenteria e infezioni del tratto urinario) e ridurre il rischio di allergie. La pianta protegge infatti dall’invecchiamento cellulare, preservando l’organismo dal deterioramento e dalle patologie degenerative.

Il mangostano è un frutto decisamente ipocalorico con un ridottissimo apporto di grassi (2%) e proteine e zero colesterolo: contiene 73 kcal ogni 100 g.

Il mangostano è ricco di nutrienti necessari per lo sviluppo e per il benessere nutrizionale. Privo di grassi saturi e di colesterolo, è invece una buona fonte di fibre alimentari utili in particolar modo per agevolare la motilità del tratto intestinale e responsabili delle proprietà lassative di questo frutto; presenta anche un buon quantitativo di vitamine, soprattutto quelle dei gruppi B e C, ed è ricco di acido folico.

La vitamina C, nota per le sue proprietà antiossidanti, aiuta l’organismo a liberarsi dei radicali liberi e favorisce una buona risposta immunitaria. Le vitamine del gruppo B, come le vitamine B1, B3 e B9 sono coinvolte nel metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine. E’ molto importante ricordare anche che questo frutto contiene anche una grande quantità di xantoni, sostanze in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare e di inibire i processi infiammatori. Tra i sali minerali è ben rappresentato il potassio che aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la pressione del sangue, riducendo così il rischio di ictus e malattie coronariche; sono anche presenti rame, manganese e magnesio.

Il frutto fin dai primi anni 2000 è stato commercializzato in forma di succo (in Italia dal 2009) con una forte azione di marketing sui suoi presunti effetti benefici, ad oggi non confermati, che comprendono: casi di diarrea, infezioni delle vie urinarie, gonorrea, infezioni da candida, tubercolosi, problemi mestruali, tumori, artrosi e dissenteria; sembra inoltre che possa stimolare il sistema immunitario e migliorare il benessere mentale. Il mangostano potrebbe rallentare la coagulazione del sangue.

Il mangostano è conosciuto come “la regina dei frutti”, perché una leggenda racconta che la regina Vittoria, sentendo decantare le lodi del suo gusto, mise in palio una discreta somma per chi fosse stato in grado di farle assaggiare un frutto fresco di mangostano da una delle sue colonie. In questo modo il “frutto della regina” è poi divenuto “la regina dei frutti”.

Redazione amaperbene.it

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