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La pasta non fa ingrassare

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Contrariamente a quanto molti pensano, la pasta non fa ingrassare, anzi, le persone che la mangiano con regolarità e moderazione tendono a essere più “magre” (e a sentirsi più in forma) di quelle che ne limitano i consumi perché ossessionate dalla linea.

Un team di ricercatori canadesi del Dipartimento di Scienze Nutrizionali dell’Università di Toronto e dell’Ospedale St. Michael[1] ha dimostrato che mangiare pasta all’interno di una dieta sana, equilibrata e a basso indice glicemico non solo non fa ingrassare, bensì aiuta a perdere un po’ di peso.

A risultati analoghi  sono giunti studiosi dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli[2], secondo i quali la pasta non solo non sarebbe la causa dell’obesità di alcuni soggetti, ma sarebbe in grado anche di ridurre l’indice di massa corporea.

Allora qual è la verità?

  1. La pasta è un alimento sano, un’ottima fonte di energia per l’organismo con un indice glicemico medio-basso (fra i 40 e i 50): non fa quindi aumentare tanto la concentrazione degli zuccheri nel sangue (cioè il valore della glicemia), a differenza dei cibi a base di zuccheri raffinati, che sì fanno ingrassare oltre ad innalzare il rischio di sviluppare diabete e problemi cardiovascolari.
  2. La pasta pertanto non va criminalizzata: essa non fa ingrassare se consumata con regolarità e moderazione, inserita in una dieta sana ed equilibrata
  3. Anche la pasta però può far ingrassare, se consumata in quantità inadeguate e soprattutto con condimenti troppo ricchi e pesanti. La porzione ideale è di 70-80 grammi: una porzione “normale” insomma, in grado di saziare sufficientemente senza però incidere sulla linea.
  4. Va bene il classico sugo di pomodoro, insieme ad un cucchiaio di olio extravergine d’oliva e un cucchiaio di parmigiano grattugiato; va bene anche un condimento a base di verdure a piacere saltate in padella, in modo da fare anche il pieno di fibre (soprattutto se si sceglie la pasta non integrale). Ottimo anche l’abbinamento pasta-legumi (lenticchie, fave, fagioli…), per un piatto unico molto salutare che fornisce sia carboidrati che proteine.

Vero è che riducendo i carboidrati in una dieta (presenti nella pasta, ma anche nel pane e nel riso) si perdono alcuni chili in poche giornate, ma è anche vero che appena si ricomincia a consumare questi alimenti i chili persi vengono subito ristabiliti; questo perché riducendo i carboidrati per qualche giorno, è vero che si perdono chili, ma non di grasso, bensì di glicogeno, ovvero di zuccheri; perdendo quel glicogeno con l’alimentazione, l’organismo attinge dalle riserve: da qui la perdita di quei chili che tornano subito quando si torna a mangiare la pasta e il pane.

Infine non bisogna dimenticare che mangiare pasta fa bene all’umore, perché i carboidrati complessi contribuiscono a incrementare la velocità di produzione del triptofano, un amminoacido che è alla base della serotonina, l’ormone che provoca piacere e sensazione di buonumore.

  1. Chiavaroli L, Kendall CWC, Braunstein CR, Blanco Mejia S, Leiter LA, Jenkins DJA, Sievenpiper JL. Effect of pasta in the context of low-glycaemic index dietary patterns on body weight and markers of adiposity: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials in adults. BMJ Open. 2018 Apr 2;8(3):e019438. doi: 10.1136/bmjopen-2017-019438.
  2. Pounis G, Di Castelnuovo A, Costanzo S, Persichillo M, Bonaccio M, Bonanni A, Cerletti C, Donati M B, de Gaetano G, Iacoviello L. Association of pasta consumption with body mass index and waist-to-hip ratio: results from Moli-sani and INHES studies. Nutr Diabetes. 2016 Jul 4;6(7):e218. doi: 10.1038/nutd.2016.20.

 

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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