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Indice Infiammatorio della Dieta o Dietary Inflammatory Index (DII)

Pillola di conoscenza

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Il Dietary Inflammatory Index (DII) o Indice Infiammatorio della Dieta è un algoritmo progettato per valutare il potenziale infiammatorio di una dieta basandosi sugli alimenti consumati; è un parametro riconosciuto a livello internazionale utilizzato per valutare in che misura uno schema alimentare sia in grado di promuovere la sintesi di molecole pro-infiammatorie (proteina C reattiva, interleuchine e TNF-alfa)[1]

L‘idea alla base del DII è che alcuni alimenti possono promuovere l’infiammazione nel corpo, mentre altri possono avere effetti anti-infiammatori.

I biomarcatori dell’infiammazione sono molecole o sostanze che possono essere misurate nel corpo e che indicano la presenza o l’intensità di un processo infiammatorio. Questi biomarcatori possono essere utilizzati per diagnosticare, monitorare o prognosticare malattie infiammatorie. Di seguito alcuni dei biomarcatori più comuni dell’infiammazione e le loro caratteristiche:

  • Proteina C-reattiva (PCR):

Origine: Prodotta dal fegato in risposta a citochine pro-infiammatorie, in particolare l’IL-6 (e IL-8); si tratta di una delle proteine della fase acuta del processo infiammatorio.

Caratteristiche: Aumenta rapidamente durante un’infiammazione acuta di varia origine e può essere utilizzata per monitorare l’efficacia del trattamento.

Utilizzo: Comunemente misurata per diagnosticare e monitorare malattie infiammatorie acute come l’artrite reumatoide, la vasculite e le infezioni; è associata alla prognosi in caso di aterosclerosi, scompenso cardiaco congestizio, fibrillazione atriale, miocardite, problemi alla valvola aortica e trapianto cardiaco

  • Velocità di eritrosedimentazione (VES):

Origine: Misura la velocità con cui i globuli rossi di un campione di sangue – reso incoagulabile – sedimentano sul fondo della provetta che lo contiene durante un determinato periodo di tempo. Il paramento viene espresso in millimetri di sedimento prodotto in un’ora. E’ un indicatore non specifico di infiammazione per cui va utilizzato in combinazione ad altri test.

Caratteristiche: Aumenta in presenza di infiammazione a causa dell’aumento delle proteine plasmatiche acute e delle cellule infiammatorie nel sangue.

Utilizzo: Anche se non specifico, può essere utile nella diagnosi e nel monitoraggio di varie condizioni infiammatorie.

  • Citochine pro-infiammatorie (come IL-6, TNF-alfa, IL-1β):

Origine: Sono proteine segnalatori prodotte dalle cellule immunitarie durante un’infiammazione.

Caratteristiche: Regolano e amplificano la risposta infiammatoria. Un aumento nel loro livello indica un’attivazione del sistema immunitario.

Utilizzo: Misurati in laboratorio per valutare l’intensità e la natura dell’infiammazione, spesso utilizzati in ricerca e in alcune condizioni cliniche specifiche.

  • Interleuchina-6 (IL-6):

Origine: Prodotta principalmente dalle cellule T e macrofagi.

Caratteristiche: Regola la risposta infiammatoria e la febbre.

Utilizzo: Indicatore di infiammazione e in alcune condizioni autoimmuni.

  • TNF-alfa (Fattore di necrosi tumorale alfa):

Origine: Prodotta dai macrofagi e da altri tipi di cellule immunitarie.

Caratteristiche: Potente citochina pro-infiammatoria.

Utilizzo: Coinvolto in molte malattie infiammatorie croniche.

  • IL-1β (Interleuchina-1 beta):

Origine: Prodotta principalmente dai macrofagi.

Caratteristiche: Regola la risposta infiammatoria.

Utilizzo: Associata a malattie autoimmuni e infiammatorie.

  • Procalcitonina (PCT):

Origine: Normalmente prodotta a livelli bassi dal fegato e dalle cellule tiroidee; è il precursore della calcitonina.

Caratteristiche: Aumenta in modo significativo in presenza di infezioni batteriche gravi, sepsi, shock settico, e può aiutare a differenziare le infezioni batteriche dalle infezioni virali.

Utilizzo: Utilizzata soprattutto in ambiente ospedaliero per la diagnosi e il monitoraggio delle infezioni batteriche. Si tratta infatti di un marker infiammatorio utile a evidenziare la natura batterica dell’infezione, a differenza di altri esami (come la proteina C-reattiva), che mancano di questa specificità, utile ad esempio a capire quando ricorrere a una terapia antibiotica.

  • Fibrinogeno:

Origine: Proteina prodotta dal fegato in risposta a citochine pro-infiammatorie, è un fattore essenziale per la coagulazione del sangue.

Caratteristiche: Aumenta durante un’infiammazione o in caso di rischio di coagulazione, poiché è coinvolto nel processo di coagulazione del sangue.

Utilizzo: Può essere misurato per valutare il rischio di eventi trombotici e come indicatore di infiammazione.

  • P-selectina:

Origine: Espressa sulla superficie delle piastrine e delle cellule endoteliali.

Caratteristiche: Coinvolta nell’adesione e nella migrazione dei leucociti.

Utilizzo: Indicatore di attivazione endoteliale e infiammazione vascolare.

  • Metalloproteasi della matrice (MMPs):

Origine: Prodotta dalle cellule endoteliali e dai leucociti, opera la degradazione delle proteine della matrice extracellulare.

Caratteristiche: Degrada la matrice extracellulare, come il collagene, la laminina, la fibronectina, l’elastina e la parte proteica dei proteoglicani, durante l’infiammazione.

Utilizzo: Valutazione della gravità e dell’estensione dell’infiammazione e del danno tissutale.

Questi sono solo alcuni esempi di biomarcatori dell’infiammazione. È importante notare che l’interpretazione dei risultati dei test di laboratorio deve essere fatta da un medico o da un professionista sanitario esperto, tenendo conto del contesto clinico e dei sintomi del paziente.

Calcolo del DII: Il DII si basa su una vasta gamma di letteratura scientifica che ha valutato l’effetto degli alimenti e dei nutrienti sull’infiammazione. Gli alimenti e i nutrienti sono assegnati a un punteggio in base al loro effetto pro-infiammatorio o anti-infiammatorio. Gli alimenti considerati anti-infiammatori ricevono un punteggio negativo, mentre quelli considerati pro-infiammatori ricevono un punteggio positivo. I punteggi di tutti gli alimenti e i nutrienti consumati vengono poi sommati per ottenere il punteggio totale del DII di una persona.

Applicazione Clinica e Ricerca: L’infiammazione cronica è associata a numerose condizioni di salute, tra cui malattie cardiache, diabete, obesità e cancro. Un’alimentazione che promuove l’infiammazione può contribuire allo sviluppo di tali malattie.

Il DII è stato quindi utilizzato in numerosi studi clinici e epidemiologici per esaminare la relazione tra dieta, infiammazione e rischio delle suddette malattie croniche; gli studi hanno suggerito infatti che una dieta con un punteggio DII più elevato (più infiammatoria) potrebbe essere associata a un aumento del rischio di malattie come il diabete, le malattie cardiache e alcuni tipi di cancro. A queste persone potrebbe essere suggerito un opportuno cambiamento dello stile di vita e raccomandare modifiche dietetiche per ridurre l’infiammazione.

Alimenti e nutrienti: Alcuni alimenti e nutrienti che sono generalmente considerati pro-infiammatori includono zuccheri raffinati, grassi saturi e alcol, mentre quelli considerati anti-infiammatori includono frutta, verdura, noci, pesce e alimenti ricchi di antiossidanti e acidi grassi omega-3.

Limitazioni: È importante notare che il DII ha alcune limitazioni. Ad esempio, non tiene conto di altri fattori importanti che possono influenzare l’infiammazione, come l’attività fisica, lo stile di vita complessivo e altri fattori dietetici non inclusi nell’indice.

Complessivamente, il Dietary Inflammatory Index fornisce uno strumento utile per valutare il potenziale impatto infiammatorio della dieta e può essere utilizzato per promuovere scelte alimentari che favoriscono la salute e riducono il rischio di malattie legate all’infiammazione.

Tuttavia, come con tutti gli strumenti di valutazione dietetica, è importante interpretare i risultati nel contesto di altri fattori di stile di vita e di salute.

[1]  Szypowska A, Zatońska K, Szuba A, Regulska-Ilow B. Dietary Inflammatory Index (DII)® and Metabolic Syndrome in the Selected Population of Polish Adults: Results of the PURE Poland Sub-Study. Int J Environ Res Public Health. 2023 Jan 6;20(2):1056. doi: 10.3390/ijerph20021056. PMID: 36673811; PMCID: PMC9859570.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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