Dal Mondo Vegetale

Elicriso italiano | Helichrysum italicum (Roth) G. Don, 1830)

L’elicriso italiano (Helichrysum italicum (Roth) G. Don, 1830) è una pianta spontanea molto comune in tutto il bacino del Mediterraneo; appartenente alla famiglia delle Asteraceae, è diffusa in luoghi incolti e pietrosi, assolati e aridi. In Italia si trova soprattutto al centro-sud e nelle isole, dalle coste fino a oltre mille metri di altitudine, soprattutto nei luoghi con una buona esposizione solare. L’elicriso cresce ad esempio molto bene in Sardegna: l’elicriso sardo è noto proprio come “oro della Sardegna”.. La pianta è una suffrutrice perenne alta 25-40 centimetri, di colore grigio-biancastro, con portamento compatto e fusti legnosi ricoperti da una fitta peluria biancastra. Le foglie sono alterne, lineari, lunghe 20–40 mm e larghe 1 mm, ricoperte da fine peluria biancastra; sono molli e hanno i margini piegati verso il basso (convolute); emanano un aroma caratteristico simile al curry o alla liquirizia, tanto che spesso questa pianta si trova in vendita con il nome di pianta curry o elicriso liquirizia. I fiori sono capolini gialli, prevalentemente tubulari, riuniti in densi corimbi di 25-35 infiorescenze. Dopo la fioritura si sviluppa il frutto, un achenio ovale dotato di pappo. Fiorisce da luglio ad agosto.

Il nome Elicriso deriva dall’unione di due termini greci: helios (sole) e chrysos (oro), per il colore giallo lucente dei capolini. Il nome volgare, Perpetuini, deriva proprio dai capolini di queste piante, che hanno una parte delle squame involucrali secche e scariose che persistono a lungo inalterate.

Sono state descritte varie sottospecie.

La pianta officinale intera era già conosciuta e apprezzata in epoca greco-romana e   veniva utilizzata per bruciare le setole dei maiali macellati, per l’aroma particolare che conferiva al lardo. Le parti fiorite, che mantengono il loro vivido colore anche essiccate, vengono utilizzate per profumare la biancheria e gli ambienti. In cosmetica l’elicriso è impiegato come fissante nei profumi.

La droga è costituita dalla pianta fiorita, che ha odore caratteristico molto aromatico. Essa contiene un olio essenziale (nerolo, acetato di nerile, geraniolo, eugenolo), acido caffeico, acido ursolico, resine, mucillagini e sostanze coloranti che nell’insieme prendono il nome di elicrisina (flavonoide). I diversi preparati a base di elicriso (estratto fluido, sciroppo, areosol, tisane) possono trovare impiego nelle malattie dell’apparato respiratorio, nelle malattie reumatiche e allergiche, nelle malattie epatiche, nelle flebiti, nelle cefalee e perfino nelle ustioni e per curare i geloni.

Tra le presunte proprietà medicinali variamente ascritte all’elicriso si citano quelle coleretiche, stimolanti la secrezione gastrica e pancreatica, ipocolesterolemizzanti, diuretiche, spasmolitiche, antibatteriche, antimicotiche, antinfiammatorie connettivali ed antiemorroidarie.

L’olio essenziale di elicriso presenta attività antinfiammatorie e antiallergiche, soprattutto per l’apparato respiratorio.

In cosmesi, gli estratti di elicriso trovano impiego in prodotti solari e in prodotti per la detersione di pelli grasse, asfittiche, comedoniche o irritate.

In cucina, i fiori e le foglie di elicriso sono utilizzati per aromatizzare diverse preparazioni, salate e dolci, nonché per creare un liquore, facendo una macerazione alcolica dei capolini.

Redazione amaperbene.it

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