Dal Mondo Vegetale

Uncaria | Uncaria tomentosa (Willd. ex Schult.) DC.

L’Uncaria tomentosa, chiamata Uña de Gato “unghia di gatto”, per la somiglianza delle sue spine agli artigli di questo felino, ha avuto in Perù diversi utilizzi nel tempo e le sono stati attribuiti vari benefici; è una pianta sud americana usata per il trattamento della gastrite e dell’artrite; trova anche impiego come immunostimolante, anti-ossidante e antinfiammatorio.

L’Uncaria tomentosa è una pianta rampicante (una liana), che può raggiungere un’altezza di 3-5 m; è presente nel Nord-Ovest della foresta tropicale dell’America, nei boschi con abbondante luce tra i 300 e gli 800 m di altitudine, principalmente in Amazzonia. Le foglie, opposte, intere o bifide, caduche e ricoperte di lanugine (tomentosa), picciolate, presentano alla base 2 o 3 protuberanze a forma di uncino (da cui il genere Uncaria) utilizzate per sostenersi con altre specie nella ricerca di zone luminose. I fiori sono di colore giallo con calice e corolla imbutiforme.

La droga è costituita dalla corteccia della pianta in cui sono presenti: alcaloidi ossindolici pentaciclici; triterpeni; glicosidi dell’acido quinovico; polifenoli (procianidine, epicatechine); mucillagini; sali minerali; vitamine; fitosteroli (beta-sitosterolo, sigmasterolo, capesterolo).

In fitoterapia si utilizza la corteccia per le proprietà immunostimolanti, antivirali e antinfiammatorie. E’ indicata soprattutto in caso di malattie da raffreddamento oppure a scopo profilattico in associazione ad altre piante del genere.

L’azione immunostimolante dell’uncaria tomentosa è conferita dalla presenza degli alcaloidi pentaciclici, che sembrano essere i componenti più importanti del fitocomplesso, perché inducono nelle cellule endoteliali umane il rilascio di un fattore attivante la regolazione e proliferazione dei linfociti B e T responsabili della risposta immunitaria. L’uncaria è in grado di potenziare l’attività delle cellule NK e dei linfociti T, perciò sembra avere come bersaglio elettivo le cellule ad azione citotossica sia specifiche sia aspecifiche, con un effetto simile a quello di alcuni interferoni umani, capaci di trasformare le cellule NK nelle più efficienti cellule LAK e di potenziare l’attività dei linfociti T citotossici. Per questa ragione è indicata nel trattamento delle allergie; per rafforzare le difese immunitarie contro infezioni causate da virus e batteri; e nella prevenzione delle malattie da raffreddamento delle prime vie aeree come febbre, tosse e raffreddore.

L’azione antiflogistica sembra essere esercitata attraverso l’inibizione del TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa) ed è imputabile soprattutto ai fitosteroli e ai triterpeni contenuti nella pianta. Gli estratti di uncaria sono in grado di esercitare un’azione protettiva sul DNA nei confronti dei danni esercitati dai radicali liberi. Gli alcaloidi ossindolici contenuti nell’uncaria, invece, sono i responsabili dell’attività immunostimolante attribuita alla pianta. Da studi condotti su animali, infatti, è emerso che queste molecole sono in grado di stimolare la produzione di interleuchina-1 ed interleuchina-6 (IL-1 e IL-6) a livello dei macrofagi alveolari in maniera dose-dipendente.

I glicosidi dell’acido quinovico, invece, hanno dimostrato di possedere attività antivirale in vitro, in particolar modo nei confronti del virus della stomatite vescicolare (VSV) e nei confronti del rhinovirus umano 1B (HRV 1B).

Altri studi condotti in vitro hanno, invece, dimostrato che gli estratti acquosi di uncaria possiedono interessanti proprietà antitumorali, esercitate attraverso l’inibizione della crescita e l’induzione dell’apoptosi in diversi tipi di cellule maligne.

Controindicazioni

In vitro, l’Uncaria tomentosa ha dimostrato la capacità di inibire il CYP3A4 ed aumentare i livelli serici dei farmaci metabolizzati da tale isoenzima, quali inibitori delle proteasi, inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa, ciclosporina, alcune benzodiazepine e molti altri.

In fitoterapia occorre evitare il chemiotipo ad alcaloidi tetraciclici, in quanto questi si sono dimostrati dotati di attività immunodepressiva, sedativa sul SNC e ipotensiva.

L’uncaria può interferire con l’attività di: farmaci immunosoppressori; anticoagulanti, eparine a basso peso molecolare, antiaggreganti piastrinici e agenti trombolitici.

Evitare l’uso di uncaria in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti, in pazienti affetti da patologie autoimmuni, in pazienti in terapia con farmaci immunosoppressori, in gravidanza e durante l’allattamento.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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