Dal Mondo VegetaleErbe aromatiche

Salvia sclarea

La Salvia sclarea chiamata anche “erba moscatella” per le sue foglie che macerate nell’aceto conferiscono l’aroma di “moscato”, è una pianta particolarmente usata in enologia per intensificare l’aroma del vino e della birra, nonché un importante componente del vermouth. Poiché i suoi semi venivano un tempo usati comunemente per trattare problemi oculari, essa era conosciuta anche come pianta “purifica occhi”.

Il nome Salvia deriva dal latino salvus cioè salvare e raggruppa un gruppo di piante dalle proprietà medicinali riconosciute fin dall’antichità; tra queste la variante Sclarea dal latino sclarea che vuol dire chiaro ma potrebbe anche derivare dal greco sklaros cioè dura.

Si tratta di una pianta erbacea perenne, vellutata e rustica della famiglia delle Labiate; la Salvia sclarea ha un fusto quadrangolare alto 40-120 cm e foglie opposte, ampie e oblunghe, con margine crenato e superficie ruvida. I fiori, con corolla bilabiata turchina, a gruppi di 6 formano spighe che riunite creano una pannocchia apicale, con fioritura a giugno-luglio. I frutti sono piccoli acheni scuri. Tutta la pianta è vellutata e vischiosa ed emana un odore muschiato.

Le sommità fiorite, che vengono raccolte in piena fioritura e sono caratterizzate da un forte odore aromatico e muschiato, sono ricche di principi amari, e si usano in primo luogo nell’industria liquoristica per la preparazione di bevande amaro toniche (es. vermouth). Per lo stesso motivo sono apprezzate in erboristeria per le proprietà amaro-toniche, nonché antispasmodiche, astringenti e anticatarrali; mentre ad uso esterno risultano utili per la cura di gengiviti o stati ulcerosi.

La materia prima è costituita dalle sommità fiorite da cui, per distillazione, si ottiene l’olio essenziale, costituito soprattutto da acetato di linalile (60-80%) e linalolo (20-25%), mentre dal resto della pianta e dai residui della distillazione viene estratta, per mezzo di solventi, la “concreta”, una pasta, da cui, una volta tolte le cere, si ottiene l’assoluta, impiegata in cosmetica.

Le infiorescenze e le foglie, una volta essiccate, possono essere destinate all’uso liquoristico e/o erboristico.

Per quanto riguarda l’uso fitoterapico, la droga costituita dalle sommità fiorite e dalle foglie, dimostra buone proprietà tonico-stimolanti nei confronti dell’apparato digerente (stimola la produzione di succhi digestivi, dà tono allo stomaco, rilassa i muscoli del tratto digestivo e migliora l’appetito).

Grazie alla sua azione antinfettiva, antibatterica svolge un’influenza positiva contro la colite, gli spasmi e la flatulenza; avendo proprietà neurotoniche ed una discreta attività analgesica, allevia i dolori mestruali, stimola il flusso mestruale e regolarizza il ciclo. E’ utile anche nella menopausa e perché contiene delle sostanze ormono-simili. E’ utile anche contro la leucorrea. Sembra avere anche un effetto rilassante e quindi giova in caso di depressione ed ansietà, fortifica il sistema nervoso e agisce contro l’affaticamento mentale ed il mal di testa da stress. Per quanto riguarda l’uso esterno cosmetico, dona lucentezza ai capelli eliminando sia l’eccesso di sebo che mitigando la secchezza.

Redazione amaperbene.it

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