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Perché la Melannurca Campana I.G.P. è considerata la “regina delle mele”

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L’Indicazione geografica protetta “Melannurca Campana”[1] si riferisce ad una delle varietà italiane di melo più conosciute e più apprezzate in assoluto dai consumatori: l’Annurca.

Considerata la “regina delle mele”, per le sue proprietà nutritive ed organolettiche, la mela annurca è l’unica mela italiana originaria del sud, precisamente della Campania, dove le coltivazioni si concentrano in modo particolare nel napoletano, casertano e beneventano.

Il nome, caratteristico, deriva da “mela orcula”, prima denominazione del frutto. Nel Naturalis Historia Plinio il Vecchio la chiama “Mala Orcula” in quanto prodotta nell’area del  lago di Averno, intorno all’Orco (gli Inferi).

Anche Gian Battista della Porta, nel 1583, nel suo “Pomarium”, nel descrivere le mele che si producono a Pozzuoli cita testualmente: (… le mele che da Varrone, Columella e Macrobio sono dette orbiculate, provenienti da Pozzuoli, hanno la buccia rossa, da sembrare macchiate nel sangue e sono dolci di sapore, volgarmente sono chiamate Orcole…). Da qui i nomi di “anorcola” e poi “annorcola” utilizzati nei secoli successivi fino a giungere al 1876 quando il nome “Annurca” compare ufficialmente nel Manuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale.

Tradizionalmente coltivata nell’area flegrea e vesuviana, spesso in aziende di piccola dimensione e talora in promiscuità con ortaggi ed altri fruttiferi, la “Melannurca Campana” IGP si è andata diffondendo nel secolo scorso prima nelle aree aversana, maddalonese e beneventana, poi via via nel nocerino, nell’irno, i picentini e infine in tutta l’area dell’alto casertano. Proprio qui, già da alcuni decenni, con la regressione delle superfici agricole dell’area napoletana a causa della conurbazione delle zone costiere, ha trovato il territorio ove essa è più intensamente coltivata. Attualmente la zona di produzione della “Melannurca Campana” IGP comprende ben 137 comuni appartenenti a tutte le province campane. Le aree ove si concentra la maggior parte della produzione sono: nel napoletano la Giuglianese-Flegrea, nel casertano la Maddalonese, l’Aversana e l’Alto Casertano, nel beneventano la Valle Caudina-Telesina e il Taburno, nel salernitano l’Irno e i Picentini.

Di dimensioni medio piccole, quindi ridotte rispetto alle mele più grandi tipiche del nord Italia, la melannurca è caratterizzata da forma tondeggiante leggermente appiattita, buccia liscia e cerosa e un colore rosso vivo e brillante, sfumato di arancio verso il picciolo. La polpa, di colore bianco, si presenta compatta, croccante, succosa e molto profumata, con aroma caratteristico e profumo finissimo, che cambia a seconda delle varietà.

Le due principali sono la “Sorgente”, caratterizzata da aroma acidulo e dal colore rosso tipicamente striato di giallo-verde, e la “Caporale”, più dolce, e dal colore rosso punteggiato di bianco.

La caratteristica della mela annurca, che la contraddistingue da tutte le altre, è quella di non maturare sull’albero, ma al suolo, dopo essere stata raccolta acerba. Il peduncolo, infatti, è molto sottile e non permette di sostenere il peso del frutto, così che la mela cade a terra ancora non matura. Al fine di evitare ammaccature, gli agricoltori raccolgono pertanto le mele prima della maturazione e le ripongono nei cosiddetti “melai”. Questi sono costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, sistemati adeguatamente in modo da evitare ristagni idrici, di larghezza non superiore a metri 1,50 su cui sono stesi strati di materiale soffice vario: un tempo si utilizzava la canapa, oggi sostituita da aghi di pino, trucioli di legna o altro materiale vegetale. Per la protezione dall’eccessivo irraggiamento solare i melai sono protetti da apprestamenti di varia natura. Durante la permanenza nei melai i frutti sono disposti su file esponendo alla luce la parte meno arrossata, vengono poi periodicamente rigirati ed accuratamente scelti, scartando quelli intaccati o marciti. E’ proprio questa pratica, volta a completare la maturazione dei frutti adottando metodi tradizionali e procedure effettuate tutte a mano, ad esaltare le caratteristiche qualitative della “Melannurca Campana” IGP, conferendogli quei valori di tipicità che nessun altra mela può vantare.

La raccolta avviene verso l’inizio dell’autunno e la maturazione nei melai termina a fine dicembre, periodo in cui  la mela annurca inizia ad essere disponibile sul mercato, fino all’estate dell’anno successivo. Da qualche decina di anni è, inoltre, presente una nuova varietà che raggiunge prima la maturazione, motivo per cui la mela annurca può anche trovarsi in commercio prima dell’inverno.

Due gli ecotipi previsti dal disciplinare di produzione, con due distinte indicazioni varietali in etichetta: l’ “Annurca” classica e la diretta discendente “Annurca Rossa del Sud”, suo mutante naturale, diffuso nell’area di produzione da oltre un ventennio, che ha il pregio di produrre frutti a buccia rossa già sulla pianta. I frutti di maggior pregio, soprattutto dal punto di vista organolettico, a detta degli esperti sono quelli provenienti da piante innestate su franco, allevate a pieno vento e con scarsi apporti irrigui. Le indubbie caratteristiche organolettiche di questa mela, finora apprezzate soprattutto dai consumatori meridionali, stanno progressivamente conquistando anche altri mercati, grazie anche al riconoscimento del marchio di tutela e all’ingresso nei canali della grande distribuzione organizzata. Accanto ai succhi, di grande valore nutritivo, ottimi sono anche i liquori ottenuti dalle annurche, così come i dolci (crostate e sfogliatelle su tutti, ma anche le mitiche e tradizionali “mele cotte” al forno). Di recente, attraverso un programma di educazione alimentare della Regione Campania, la “Melannurca Campana” IGP è proposta al consumo dei bambini in visita a Città della Scienza nella forma commerciale della “quarta gamma” (confezione sigillata di una mela sbucciata e affettata in grado di mantenere inalterata per giorni la freschezza e l’aroma).

Alla “Melannurca Campana” IGP vengono attribuite da sempre virtù salutari: altamente nutritiva per l’alto contenuto in vitamine (A, B1, B2, PP e C), acido malico, acido ossalico, ma anche di diversi minerali, in primis potassio, calcio, magnesio, manganese, ferro e fosforo, mentre è povera di sodio. Anche la quantità di fibre è abbondante, per lo più pectine (concentrate principalmente nella buccia); inoltre la mela annurca contiene una discreta quota di carboidrati (di cui il 10% di zuccheri), mentre è povera di lipidi e proteine. L’apporto calorico è molto ridotto, considerando che 100 grammi di prodotto forniscono soltanto 40 Kcal, similmente all’indice glicemico, molto basso.

Tra le proprietà principali della melannurca certamente rientra la sua efficacia nel contrastare livelli alti di colesterolo (sarebbe in grado di ridurre di circa il 30% il colesterolo totale e, al tempo stesso, incrementare i livelli di quello buono (HDL), anche del 60%), grazie all’elevatissimo contenuto di procianidine (un gruppo di polifenoli). Queste, nello specifico la procianidina B-2, sembrano avere ottimi effetti anche nella cura delle calvizie, in quanto in grado di consentire efficacemente la ricrescita dei capelli, con un aumento significativo anche del diametro dei capelli.

Avendo un elevato potere antiossidante, le mele annurche contribuiscono a mantenere in salute organi e tessuti contrastando l’invecchiamento cellulare, proteggendo l’apparato cardiovascolare.

La mela annurca ha ottimi benefici anche sull’intestino: per l’elevato contenuto di fibra è utile al transito intestinale; inoltre per la presenza di cellulosa nella buccia, favorisce la digestione. La mela annurca è comunque molto indicata in situazioni di disagio digestivo generale, in particolare se si soffre di eccessiva acidità gastrica o problemi di reflusso gastroesofageo. La mela annurca, se consumata cruda, ha proprietà gastroprotettive e astringenti, mentre mangiata cotta, ha proprietà opposte, ovvero risulta lassativa.

Inoltre, il contenuto di acido ossalico rende la mela annurca molto utile per la salute della bocca, svolgendo un’azione di pulizia che aiuta ad avere denti bianchi. Il ferro ed il potassio, presenti in buone quantità, sono invece utili per rafforzare i muscoli e sostenere la loro funzionalità.

La mela annurca sostiene la funzionalità renale, soprattutto in caso di calcoli renali, favorendo in tal senso l’eliminazione dell’acido urico. Ancora, il consumo regolare di mele annurche sembra stimolare e favorire la diuresi, rappresentando pertanto un ottimo alleato contro i reumatismi.

Grazie al ricco contenuto di vitamina A, la mela annurca è utile per la salute degli occhi, proteggendoli dai danni derivanti da diverse malattie, come la maculopatia degenerativa.

Ricercatori dell’ISA-CNR (Istituto di Scienze dell’Alimentazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche) in collaborazione con l’Università di Salerno hanno dimostrato che il succo di mela ha effetti di prevenzione sul cancro al colon retto, ma non è altrettanto chiaro il meccanismo molecolare con cui i polifenoli presenti nel succo operano in funzione antitumorale[2]. I Ricercatori hanno preso in esame tre tipi di mela – Annurca, Red Delicious, Golden Delicious – ed hanno identificato e quantificato i principali composti antiossidanti; hanno inoltre osservato che i polifenoli della mela ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del DNA nelle cellule cancerose del colon, meccanismo che impedisce loro di duplicarsi e far crescere la massa tumorale. Le proteine su cui i polifenoli agirebbero sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati.

Dato il suo ottimo sapore, la mela annurca viene per lo più utilizzata al naturale, come frutto fresco, ottima per una colazione sana, ma anche in altri momenti della giornata, quindi come spuntino di metà mattina o per merenda.

Dato che la maggior parte delle vitamine e della fibra sono contenute nella buccia, è consigliabile mangiare il frutto intero, senza sbucciarlo, avendo naturalmente l’accortezza di lavarlo molto bene prima del consumo.

E’ doveroso infine citare due importanti studi clinici effettuati da parte del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II[3] [4]si è constatato che il consumo regolare di due mele annurche al giorno può apportare grandissimi benefici all’organismo ed in particolare al sistema cardiovascolare, attraverso il miglioramento globale del profilo lipidemico tramite la riduzione del livello del Colesterolo Totale plasmatico (CT), del Colesterolo “cattivo” (LDL-C) ed un sorprendente innalzamento dei livelli plasmatici di “Colesterolo “Buono” in misura decisamente superiore ai gruppi a cui era stato assegnato il consumo di altre varietà di mele.

Lo studio ha preso in esame 250 soggetti, uomini e donne di diverse età affetti da lieve ipercolesterolemia plasmatica, che sono stati divisi in 5 gruppi; a quattro di questi gruppi è stato assegnato il consumo giornaliero di una varietà specifica di mela, mentre al quinto gruppo è stato assegnato il consumo giornaliero di due mele Annurche (due perché essendo più piccole, pesano la metà delle altre cultivar prese in esame). Già solo dopo un mese di trattamento i risultati rilevati si sono rivelati sorprendenti.

Dopo solo un mese di trattamento il consumo regolare di due Mele Annurche ha portato nei soggetti presi in esame ad un abbassamento del Colesterolo Totale (CT) del -8,3%, un abbassamento del Colesterolo Cattivo (LDL-C) del -12,1%, un innalzamento del Colesterolo Buono (HDL-C) del +15,2%.

[1] L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Melannurca Campana” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 417/2006 (pubblicato sulla GUCE n. L 72 dell’11 marzo 2006). L’iscrizione al registro nazionale delle denominazioni e delle indicazioni geografiche protette è avvenuta con provvedimento ministeriale del 30.03.06, pubblicato sulla GURI n. 82 del 7.04.04, unitamente al Disciplinare di produzione e alla Scheda riepilogativa (già pubblicata sulla GUCE unitamente al predetto Reg. 417/06)

[2] Scafuri B, Marabotti A, Carbone V, Minasi P, Dotolo S & Facchiano A. A theoretical study on predicted protein targets of apple polyphenols and possible mechanisms of chemoprevention in colorectal cancer. Scientific Reports 6, Article number: 32516 (2016) doi:10.1038/srep32516

[3] Tenore GC, Caruso D, Buonomo G, D’Urso E, D’Avino M, Campiglia P, Marinelli L, Novellino E. Annurca (Malus pumila Miller cv. Annurca) apple as a functional food for the contribution to a healthy balance of plasma cholesterol levels: results of a randomized clinical trial. J Sci Food Agric. 2017 May;97(7):2107-2115. doi: 10.1002/jsfa.8016. Epub 2016 Sep 23.

[4] Badolati N, Sommella E, Riccio G, Salviati E, Heintz D, Bottone S, Di Cicco E, Dentice M, Tenore G, Campiglia P, Stornaiuolo M, Novellino E. Annurca Apple Polyphenols Ignite Keratin Production in Hair Follicles by Inhibiting the Pentose Phosphate Pathway and Amino Acid Oxidation. Nutrients. 2018 Oct 2;10(10):1406. doi: 10.3390/nu10101406.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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