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Mela Rosa dei Monti Sibillini

La Mela Rosa dei Monti Sibillini, anche nota con il nome “mela rosa marchigiana”, appartiene alla varietà di mela domestica della famiglia delle Rosacee.

È un prodotto tipico che viene coltivato tra i 400 ed i 900 mt di altitudine sui Monti Sibillini, in particolare a: Amandola, Arquata del Tronto, Comunanza, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montemonaco, Smerillo. Il nome deriva dalle striature rosso-vinose che si sovrappongono al verde intenso della mela ancora acerba ed al profumo di rosa che emanano i suoi fiori durante la primavera.

Un tempo le mele rosa erano preziose e ricercate soprattutto per la loro serbevolezza (capacità ad essere conservate a lungo): raccolte nella prima decade di ottobre, infatti, si conservano perfettamente fino ad aprile. Le diverse tipologie hanno in comune una polpa acidula e zuccherina e il profumo intenso e aromatico, e sono perfette anche per la preparazione di torte e dolci.

Si presenta in dimensioni medio-piccole dalla forma appiattita ed irregolare con la buccia liscia e mediamente spessa. Le mele provenienti dalla zona pedemontana del Tronto hanno qualche macchia di rugginosità ma questa caratteristica è simbolo di salubrità e dolcezza. La polpa è solitamente poco succosa, di colore bianco, croccante, soda con sapore zuccherino leggermente acido.

La Mela Rosa dei Sibillini è un frutto autoctono e le prime testimonianze della sua presenza nell’antichità risalgono addirittura all’epoca romana venendo menzionate in scritti dell’epoca e raffigurate in dipinti.

Da sempre la Mela Rosa dei Sibillini è stata coltivata in orti e piccoli frutteti per soddisfare i bisogni delle famiglie grazie alla sua qualità di conservazione per lunghi periodi. Per evitare che l’umidità, durante i mesi invernali, potesse rovinarla, veniva spesso conservata anche in mezzo alla paglia, per cui è nota anche con il nome di “mela del fienile”. Veniva infine cotta sotto la brace oppure nei forni per essere trasformata in marmellate e composti da utilizzare principalmente per accompagnare piatti di carne.

La coltivazione della Mela Rosa dei Sibillini non richiede nessun tipo di trattamento e quindi viene considerato un frutto biologico, riconosciuto dal 2008 come Presidio Slow Food. La loro coltivazione era stata quasi completamente abbandonata perché  scarsamente richiesta in commercio ed era sopravvissuto solo qualche vecchissimo albero sparso, ma da qualche anno sono tornate in coltura, grazie al lavoro della Comunità Montana dei Sibillini, che ha reintrodotto sul territorio gli ecotipi conservati nei centri di ricerca locali dall’Assam Regione Marche.

In autunno alla varietà di mela sono dedicati due festival nella zona dei Sibillini, uno nel comune di Montedinove e l’altro a Monte San Martino.

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Redazione amaperbene.it

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