Dal Mondo Vegetale

Lobelia | Lobelia inflata L.

La Lobelia è un genere di piante della famiglia delle Campanulaceae. Il nome del genere è un omaggio che fece Linneo al belga Matthias de Lobel (1538–1616), botanico del re sotto Giacomo I d’Inghilterra.

In inglese è chiamata con il nome di emetic weed, erba emetica, ma è più nota con il termine di indian tobacco, stesso nome che prende nella lingua spagnola, francese e tedesca: tabacco indio, tabac indien e indianischer tabak. Identico nome in italiano, tabacco indiano. È facilmente comprensibile il perché di questo nome in tutte le principali lingue europee: i conquistadores notarono che gli indiani erano soliti fumare questa pianta.

Originaria del Nord America, è una pianta erbacea annuale il cui fusto arriva a misurare 60 centimetri di altezza massima. Ha foglie alterne, ovate o lanceolate, con una fine peluria su entrambe le pagine. Presentano un margine con una dentellatura irregolare. Man mano che si sale verso la cima del caule, le foglie divengono sempre più piccole, sino a diventare delle brattee che accompagnano l’infiorescenza. Fusto e foglie sono dotati di canali laticiferi nei quali scorre un latice bianco, acre e velenoso. I piccoli fiori sono raccolti in racemi ascellari. Sono di colore viola o blu ma in entrambi i casi molto delicato e pallido. I frutti sono delle capsule rigonfie ovoidali che contengono numerosi semi di piccolissime dimensioni.

Il primo uso conosciuto nella storia è quello di tabacco “mistico” da parte degli indiani, in modo particolare degli sciamani. Aggiunto al mix delle erbe da fumare, era la cura mistica contro l’asma. Questa cura si diffuse anche in Europa dove, oltre che contro gli attacchi d’asma, la lobelia veniva impiegata per indurre il vomito per l’inconsapevolezza dei suoi effetti tossici.

I principali costituenti chimici della Lobelia sono rappresentati da: alcaloidi (lobelia, lobelanina, lobelanidina, norlobelanina, lelobanidina); acido chelidonico; glicosidi. Il principio attivo più importante deriva il nome da quello della pianta stessa: la lobelina, un alcaloide piperidinico, che però è presente in concentrazioni piuttosto basse, tanto da non essere molto efficace da solo. A potenziare l’effetto della lobelina sono però altri componenti ad essa correlati, che risultano essere presenti a concentrazioni maggiori, come la lobelanina, la lobelanidine e la isolobelanina. Grazie alla sua attività stimolante esercitata a livello del centro del respiro, la lobelia veniva impiegata nel trattamento di diverse patologie dell’apparato respiratorio, quali asma bronchiale, pertosse e paralisi respiratorie; oggi viene scarsamente usata poiché si tratta di una pianta medicinale con indice terapeutico molto basso.

La lobelina, meglio nella sua forma idrata di lobelina cloridrato, iscritta nella Farmacopea Ufficiale, è un analettico, ovvero uno stimolante respiratorio, la cui azione è però di breve durata. Il suo uso è quindi ideale nella risoluzione degli attacchi di asma. L’azione espettorante più che una vera e propria proprietà è un effetto secondario. Lobelina e nicotina hanno un effetto simile sull’organismo, ma la lobelina dura di meno ed è meno dipendente: per questo motivo ne è stato proposto l’impiego per disabituare all’uso del tabacco.

In commercio sono presenti dei prodotti contenenti derivati della lobelina, come il solfato di lobelina, che vengono incorporati in tavolette, losanghe o anche sigarette speciali, che sono usate per “disintossicare” il corpo alla nicotina, dato che ha un effetto simile ma di durata inferiore.

Un altro uso molto frequente è quello degli sciroppi, estratto fluido e della tintura, venduta anche come prodotto omeopatico.

Tuttavia, la pianta viene considerata tossica e possiede un indice terapeutico piuttosto basso; per questo motivo, il suo utilizzo non ha ottenuto l’approvazione ufficiale per alcun tipo d’indicazione terapeutica e, anzi, ne è stato proibito l’uso sia all’interno degli integratori alimentari, sia all’interno dei prodotti cosmetici.

Controindicazioni: Evitare l’uso in caso d’ipersensibilità accertata verso uno o più componenti e in caso di cardiopatie, ipertensione arteriosa, stati confusionali, gravidanza e allattamento; l’impiego della lobelia è sconsigliato anche nei bambini e negli anziani.

L’uso della lobelia deve avvenire solo sotto stretta osservanza medica poiché è una pianta tossica.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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