Dal Mondo Vegetale

Borsa di pastore | Capsella bursa-pastoris

La borsa di pastore chiamata anche da pastore o del pastore, è una pianta erbacea annuale (a volte biennale) appartenente alla famiglia delle Brassicaceae; la si riconosce facilmente per i caratteristici frutti a forma di cuore. La Borsa del pastore è tra le erbe infestanti più comuni nelle campagne italiane.

E’ una pianta infestante molto comune perché producendo una grandissima quantità di semi, si propaga e si autosemina spontaneamente e continuamente; come pianta annuale può riprodursi fino a quattro volte l’anno. A causa della sua natura poco esigente e della sua persistenza, viene spesso, erroneamente, considerata un’erbaccia. Si trova un po’ ovunque: nei prati, nei campi incolti, lungo i muri delle case, nei sentieri, ecc. Diffusa sia in pianura che in montagna. Assorbe parzialmente i sali da terreni molto salati, rendendoli utilizzabili per altre piantagioni. Si può raccogliere per tutto il periodo dell’anno ma il periodo migliore è quello che va da giugno ad agosto, quando la pianta è in fiore. Si usa la sommità fiorita della pianta sia fresca che essiccata. Non si usano le radici.

L’epiteto specifico bursa-pastoris deriva dal latino tardo bursa (a sua volta dal greco βύρσα, býrsa, “pelle”) e dal genitivo di pastor, “del pastore”, probabilmente per la forma delle silique, a cui fa riferimento anche il nome inglese mother’s heart. Conosciuta fin dall’antichità, nella prima guerra mondiale è stata usata come rimedio emostatico in mancanza di altri mezzi non reperibili. La storia narra che un pastore che curava con questa umile erba le sue pecore sia riuscito a placare un’emorragia uterina ad una donna facendole assumere ogni ora un cucchiaio di succo ottenuto da questa pianta.

In cucina si usano le foglie, in modo analogo al crescione o al cavolo selvatico, i semi crudi o arrostiti, i baccelli interi come condimento e spezia. I frutti, dalla forma simile a dei piccoli cuori (o semplicemente a una borsa da pastore), si possono mangiare anche crudi ed hanno un sapore di nocciola e speziato che si sposa bene con l’insalata e la cagliata alle erbe. Questa pianta è conosciuta anche come “senape del contadino“, principalmente perché utilizzata come sostituto della senape, e contiene anche i benefici glicosidi dell’olio di senape. È una verdura molto utilizzata nella cucina asiatica. Dal sapore simile al cavolo, le giovani foglie possono essere mangiate come “insalata dei campi” e dicono abbia proprietà contro l’ipertensione, oppure la rosetta basale può servire nelle “minestre primaverili” o come “erbette per la minestra”. In Cina e America Settentrionale, sui mercati alimentari, è considerata pianta commerciale. Dai semi si può estrarre un olio commestibile.

Alla pianta vengono attribuite proprietà curative: antiemorragiche, emostatiche, astringenti. In modo particolare, le parti aeree della borsa pastore contengono flavonoidi (rutina, luteolin-7rutinoside, diosmina, quercetina, esperidina), olio essenziale, aminoacidi (soprattutto prolina), alcaloidi (burserina), saponine, glucosidi (acido bursinico) e tannini.

I principi attivi, in particolare l’acido bursico, presenti nel fitocomplesso hanno tutti la proprietà di arrestare le emorragie interne, nelle emottisi (emissione di sangue dalle vie respiratorie, di solito con un colpo di tosse), in caso di ematuria (presenza di sangue nelle urine) e metrorragia (perdita di sangue dall’utero, indipendente dal flusso mestruale). Le proprietà emostatiche della pianta sono impiegate anche nelle emorragie nasali (epistassi), o in quelle dovute a emorroidi e nella cura delle gengiviti con sanguinamento.

Inoltre la pianta è in grado di far contrarre la muscolatura dell’utero, regolarizzando il flusso ematico troppo abbondante o doloroso durante le mestruazioni, quando si manifesta eccessivamente abbondante (menorragia o ipermenorrea).

L’azione astringente della borsa pastore non è utile solo al sistema circolatorio, nel trattamento delle varici e di altri disturbi da insufficienza venosa, ma risulta indicata al sistema enterico, anche in caso di diarrea.

Una caratteristica speciale della pianta sono i suoi semi carnivori, che possono essere usati come insetticida. Se imbevuti d’acqua, i semi attirano le mosche, che si attaccano alla loro superficie appiccicosa e poi muoiono. Con un preparato fatto coi semi è possibile anche combattere le larve di insetti.

Redazione amaperbene.it

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