Vitalba | Clematis vitalba
La clematide è una pianta arbustiva perenne, rampicante e vigorosa appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, nota anche col nome comune di vitalba, che deriva da vite alba (“vite bianca”). In Italia è presente su tutto il territorio sino a circa 1300 m in ambienti sieposi, muretti abbandonati, in luoghi selvatici, al margine di fiumi e di canali, specie dei boschi caducifogli e delle macchie a tipo temperato. I romani adoravano particolarmente la C. vitalba, che facevano crescere accanto ai muri delle loro abitazioni, perché la consideravano preservatrice dai temporali.
Un tempo nota come “erba dei pezzenti” o “erba dei cenciosi“, la vitalba è una pianta infestante il cui uso richiede particolari accortezze. Oltre ad essere infestante, ha un effetto potenzialmente tossico e irritante sul nostro organismo, il che vanifica un potenziale uso terapeutico. Questa pianta era nota come ‘erba dei pezzenti‘ perché i mendicanti la utilizzavano per procurarsi ulcere e vesciche sulla pelle; in tal modo cercavano di suscitare una maggiore compassione da parte dei passanti per ottenere l’elemosina.
La pianta ha un comportamento rampicante (la sua forma biologica secondo Raunkiaer è P lian – fanerofite lianose – Piante legnose incapaci di reggersi da sole e quindi con portamento rampicante) con fusti ramificati, che si allunga anche oltre i 20 metri sugli alberi, sviluppando alla base tronchi legnosi anche piuttosto grossi. Non a caso in dialetto piemontese era nota come “visrabbia” per la caratteristica di arrampicarsi con le sue liane sulle piante che “aggredisce” come fa la vite sui sostegni. Il profumo, quasi impercettibile, è vagamente simile a quello del biancospino. Fiorisce tra maggio ed agosto a seconda della quota.
È considerata una pianta infestante del bosco; quasi sempre è l’espressione di un degrado boschivo, degenerato nel corso del tempo; in associazione con i rovi, la vitalba crea dei veri e propri grovigli inestricabili a danno della vegetazione arborea che viene letteralmente aggredita e soffocata. In Nuova Zelanda è stata dichiarata “unwanted organism” (organismo non gradito) e non può essere propagata, distribuita o venduta perché rappresenta, per la sua crescita veloce e vigorosa, una minaccia per le specie native.
È una pianta velenosa per la presenza di alcaloidi e saponine (in particolare anemonina e protoanemonina), che risultano caustici ed irritanti. Oggi viene pertanto consigliata e usata raramente per usi medicinali.
In passato le foglie fresche, ridotte in poltiglia, usate come cataplasmi erano un revulsivo energico contro artriti, sciatiche e gotta, ma così applicate producevano azione rubefacente e vescicatoria, provocando di conseguenza ulcere fastidiose.
L’infuso di foglie essiccate veniva usato quale ottimo diuretico, mentre i giovani germogli, cotti e lasciati in infusione avevano azione purgativa.
Per la cura della scabbia si usava anticamente l’olio ricavato dalla macerazione delle foglie. Sia Plinio che Dioscoride segnalavano la pianta per risolvere o rimuovere questo problema. L’alcolaturo che si otteneva dalla pianta fresca veniva impiegato come analgesico in casi di nevralgie e nevriti o, come detergente.
I fusti secchi della pianta, essendo porosi, venivano anche usati come sigari, provocando infiammazioni alle mucose della bocca e della gola. Uso praticato nei paesi anglosassoni, dove in alcune regioni veniva denominata smoking cane, canna da fumare o shepherd’s delight, delizia dei pastori.
Nei tempi passati in alcuni paesi la parte legnosa veniva tagliata e utilizzata come succedaneo di sigaretta dai ragazzi che non avevano soldi per comprarsele.
Per uso alimentare si è tramandata fino ad oggi l’abitudine di utilizzare in cucina i giovani germogli (meno ricchi di sostanze tossiche), cotti, con olio, sale e limone oppure per fare frittate o zuppe.
La Clematis vitalba è anche uno dei fiori di Bach, per alleviare i disturbi emotivi. Viene ritenuta il fiore dei sognatori, degli addormentati, di coloro che hanno uno scarso interesse per la vita; dell’artista, del creativo, dello scrittore e di colui che cerca ispirazione.
Nel linguaggio dei fiori, la vitalba indica l’intelligenza limpida e onesta.