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Uso dei social media e problemi psicologici e fisici

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Uso dei social media e problemi psicologici e fisici

I social media possono avere “effetti profondamente dannosi” per i bambini e i ragazzi. A lanciare l’allarme è il “Surgeon general”, cioè il responsabile della salute pubblica USA Vivek H. Murthy (il più fidato e titolato consigliere della Casa Bianca in materia di sanità pubblica)[1]. In un rapporto di 19 pagine[2] ha spiegato che non ci sono prove sufficienti per determinare se i social media siano abbastanza sicuri per i più giovani, ma al contrario “ci sono ampi indicatori secondo cui possono presentare un forte rischio di danni alla salute mentale e al benessere di bambini e adolescenti“. Murthy ha invitato i responsabili politici, le aziende tecnologiche, i ricercatori e i genitori ad “agire con urgenza” per proteggersi dai potenziali pericoli. “Gli adolescenti non sono solo degli adulti più piccoli – ha dichiarato – Sono invece in una fase di sviluppo diversa, e in una fase critica dello sviluppo del cervello”.

Il rapporto ha rilevato che “l’uso frequente dei social media può essere associato a cambiamenti nell’amigdala (la zona del cervello che gestisce le emozioni) e nella corteccia prefrontale (importante per il controllo degli impulsi, la moderazione del comportamento sociale), e potrebbe aumentare la sensibilità alle ricompense e alle punizioni sociali”.

Inoltre, il dossier ha citato una ricerca secondo cui fino al 95% degli adolescenti ha detto di utilizzare almeno una piattaforma di social media, mentre più di un terzo ha dichiarato di utilizzare i social media “quasi costantemente”. Inoltre, quasi il 40% dei bambini di età compresa tra gli 8 e i 12 anni usa i social, anche se l’età minima richiesta per la maggior parte dei siti è di 13 anni. Ebbene, esiste un legame specifico tra il tempo trascorso sui social media e la depressione e l’ansia.

Da qui l’appello per “un’azione urgente da parte di politici, aziende tecnologiche, ricercatori, famiglie e giovani per raggiungere una migliore comprensione del pieno impatto dell’uso dei social media, massimizzare i benefici e ridurre al minimo i danni delle piattaforme di social media e creare ambienti online più sicuri e più sani per proteggere i bambini”.

L’Organizzazione Mondiale della Salute definisce la salute mentale come “uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità”. Si tratta di una componente integrante della salute e del benessere che è alla base delle nostre capacità individuali e collettive di prendere decisioni, costruire relazioni e plasmare il mondo in cui viviamo. La salute mentale è un diritto umano fondamentale per lo sviluppo personale, comunitario e socio-economico.

Nel 2022 sono stati registrati 4,55 miliardi di utenti social attivi a livello globale, numero in aumento del 9,9% rispetto all’anno precedente. Ciò significa che 400 milioni di nuove persone si sono iscritte in una delle molteplici piattaforme a tutti note.

Nel mondo, i principali social network sono Facebook, YouTube, WhatsApp e Instagram. Facebook guida l’elenco dei social network più utilizzati, seguito da YouTube e poi dal resto delle sotto compagnie di meta: WhatsApp, Instagram e Facebook Messenger.

Ebbene, in diversi studi è stata trovata un’associazione significativa tra uso massiccio dei social network e problemi psicologici e fisici. Questi comprendono ansia, sintomi depressivi, stress o, nei casi più lievi, una semplice riduzione del benessere soggettivo e dell’autostima.

I disturbi di ansia rappresentano un gruppo unico di malattie caratterizzato da persistente, irrazionale, e incontrollabile angoscia. La depressione è invece una condizione in cui una persona si sente scoraggiata, triste, senza speranza, immotivata, disinteressata alla vita in generale. Quando questi sentimenti durano per un breve periodo di tempo si può trattare semplicemente di una fase non facile della vita, ma quando durano più di due settimane ed interferiscono con l’attività quotidiana, come trascorrere del tempo con gli amici o andare al lavoro o a scuola, è probabile che si tratti di un caso più grave di depressione.

Pertanto, i Social Network rappresentano un problema reale di cui prendere consapevolezza.

Ad avvalorare la tesi secondo cui il nostro assetto psicologico è cambiato in funzione della presenza del digitale nella quotidianità, c’è il preoccupante aumento dei cosiddetti disturbi da iperconnessione. Ad esempio, si è sviluppata una cultura narcisistica che nasce dal desiderio e dalla necessità di esibire online un’identità seducente anche se non reale; si ricerca l’autostima che risiede nell’approvazione altrui, nel riscontro positivo a ciò che si condivide con l’altro, nell’immagine e nell’idea che ognuno vuole dare di sé dietro uno schermo.

Il lato più oscuro della tecnologia digitale è da ricercare proprio negli effetti che questa produce nella mente delle persone, tanto da scatenare dei processi vorticosi che portano a sviluppare stati d’ansia, di stress e depressione, di paura e di solitudine.

Disturbi mentali

  • Internet Addiction Disorder: dipendenza da Internet, riconosciuta da anni come disturbo mentale. Il problema si presenta quando le attività svolte online vanno a interferire in modo opprimente con la vita quotidiana. Esistono varie categorie riconducibili a questo tipo di dipendenza: gaming, social networking, blogging, fino all’online shopping.
  • O.M.O.: acronimo per l’espressione inglese fear of missing out, lett. “paura di essere tagliati fuori”; indica una forma di ansia sociale caratterizzata dal desiderio di rimanere continuamente in contatto con le attività che fanno le altre persone, e dalla paura di essere esclusi da eventi, esperienze, o contesti sociali gratificanti.
  • Nomofobia o no-mobile-phone-phobia: condizione psicologica che può svilupparsi in tutti soggetti che manifestano l’irrazionale timore/paura di rimanere ‘sconnessi’/’allontanati’ dalla possibilità di rimanere ‘collegati’ mediante il proprio smartphone. Alcuni autori la descrivono come la condizione caratterizzata dalla presenza di sentimenti di disconfort, ansia, nervosismo o distress conseguenti al rimanere non più in contatto virtualmente tramite il proprio mobile phone.
  • Phubbing: neologismo nato dalla fusione delle parole “phone” (telefono cellulare) e “snubbing” (snobbare), e si riferisce appunto all’atto di ignorare o trascurare il proprio interlocutore in un contesto sociale concentrandosi sul proprio smart­phone; il phubbing peggiora in maniera significativa la comunicazione e la relazione tra persone.
  • Sindrome del pensiero accelerato: è un tipo di ansia la cui caratteristica principale è legata all’eccesso di informazioni, di attività, di preoccupazioni, pressioni sociali ma anche intossicazione digitale che riceviamo ogni giorno e che possono portare ad una accelerazione della nostra mente mai vista prima.

Social Network e problemi fisici

La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo dismorfico del corpo (DCD), è un disturbo di salute mentale in cui una persona è ossessionata da difetti percepiti nel suo aspetto fisico. Queste preoccupazioni sono esagerate e persistenti, e possono influenzare significativamente la qualità della vita della persona.

I social media possono giocare un ruolo in tutto ciò. In primis, le piattaforme spesso mostrano immagini ritoccate e filtrate di persone che soddisfano gli standard di bellezza convenzionali; questo può creare un confronto costante e aumentare i sentimenti di insoddisfazione e bassa autostima in coloro che soffrono di questa patologia. Inoltre, i social media incoraggiano l’auto-presentazione e l’autopromozione, che possono portare le persone a mostrare solo i loro aspetti migliori e a nascondere qualsiasi tipo di imperfezione. Si crea quindi un’ulteriore pressione per soddisfare gli standard di bellezza e contribuire all’eccessiva preoccupazione del proprio aspetto fisico. Allo stesso modo, ricevere commenti o “mi piace” sui post può influenzare l’autostima di una persona; se non ricevono abbastanza risposte positive o se ricevono al contrario critiche o commenti negativi, vengono rafforzate tutte quelle convinzioni distorte sull’aspetto fisico, che portano inevitabilmente ad un aumento del disagio emotivo.

Possibili soluzioni

Esistono numerose app e piattaforme digitali progettate per affrontare l’ansia, la depressione e lo stress. Queste applicazioni offrono strumenti come tecniche di respirazione, meditazione, mindfulness e tracciamento dell’umore, che possono aiutare a gestire i sintomi legati all’uso dei social network.

Ci sono anche app che consentono di monitorare e limitare il tempo trascorso sui social network. Questo può essere utile per ridurre la dipendenza e prevenire l’eccessiva esposizione ai contenuti che possono contribuire all’ansia o alla depressione.

È importante tuttavia sottolineare che, sebbene l’innovazione tecnologica possa offrire risorse e supporto preziosi, non sostituisce il supporto professionale, per cui è sempre consigliabile cercare l’aiuto di un professionista della salute mentale qualificato per una valutazione e un trattamento adeguato.

Riflessioni finali

L’innovazione tecnologica e i social network hanno rivoluzionato la nostra società e il modo in cui ci connettiamo, comunichiamo e condividiamo informazioni.

Da un lato, l’innovazione tecnologica e i social network hanno reso più facile per le persone rimanere in contatto con amici e familiari, anche a distanza. Abbiamo accesso a una quantità incredibile di informazioni e risorse, che ci consentono di imparare, esplorare nuovi interessi e connetterci con persone che condividono le nostre passioni. Le piattaforme di social media ci offrono uno spazio per esprimere le nostre idee, dare voce alle nostre opinioni e promuovere, a volte, cause importanti.

C’è però un lato negativo. L’uso eccessivo dei social network può portare a problemi di dipendenza, isolamento sociale e perdita di tempo prezioso. Le piattaforme di social media possono amplificare la comparazione sociale, portando a sensazioni di insoddisfazione e bassa autostima. Anche la diffusione di informazioni errate o manipolate può alimentare la disinformazione e influenzare il nostro pensiero critico.

L’innovazione tecnologica ha anche sollevato preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza dei dati personali. L’accesso costante e ininterrotto ai social network può invadere la nostra sfera privata e mettere a rischio la nostra sicurezza online.

È importante riflettere su come utilizziamo l’innovazione tecnologica e i social network in modo consapevole.

L’innovazione tecnologica e i social network hanno un enorme potenziale per connetterci, ispirarci e migliorare le nostre vite, ma è fondamentale utilizzarli in modo responsabile per preservare la nostra salute mentale, la nostra privacy e il nostro benessere complessivo.

[1] Surgeon General Issues New Advisory About Effects Social Media Use Has on Youth Mental Health https://www.hhs.gov/about/news/2023/05/23/surgeon-general-issues-new-advisory-about-effects-social-media-use-has-youth-mental-health.html

[2] Social Media and Youth Mental Health: The U.S. Surgeon General’s Advisory - https://www.hhs.gov/sites/default/files/sg-youth-mental-health-social-media-advisory.pdf

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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