Pillole di Conoscenza

Più che raddoppiati i numeri delle persone che soffrono di disturbi alimentari

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Oltre 3 milioni e 600mila persone in Italia soffrono di disturbi alimentari, e i numeri sono più che raddoppiati negli ultimi anni. E’ un dato impressionante, che arriva dalla 5, direttrice della Rete Disturbi del comportamento alimentare Usl 1 dell’Umbria: un documento con i dati raccolti dal Ministero della salute dal 2019 al 2023, incrociando diverse fonti: le schede di dimissione ospedaliera, gli accessi ai centri specializzati, agli ambulatori, al pronto soccorso ma anche le esenzioni. Nel 2019 i nuovi casi di DCA (Disturbi del comportamento alimentare tra cui anoressia, bulimia, binge eating) erano 680.569, nel 2020 sono stati 879.560, poi 1.230.468 nel 2021 e nel 2022 sono arrivati a 1.450.567. Il 2023 ha visto 1.680.456 nuovi casi. Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e casi in trattamento nel 2022 è stato rilevato nel numero di 3.678.362 pazienti, dati sottostimati perché sono stati censiti solo i pazienti arrivati all’osservazione del sistema sanitario nazionale.

Non solo vi è un aumento dei casi ma anche un abbassamento dell’età di esordio; dal 2019 al 2023 si registra un abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi alimentari: il 20% della popolazione ammalata lo scorso anno era sotto i 14 anni. E l’altro dato che emerge è che non c’è più una netta prevalenza femminile. Anche guardando i dati sui ricoveri ospedalieri si nota un picco sui 17 anni che corrisponde anche a una riduzione dei ricoveri in età adulta. Questo – viene spiegato da Dalla Ragione – può essere spiegato con un miglioramento nelle diagnosi e nella presa in carico precoce: si arriva prima a diagnosticare la malattia e si interviene subito.

I disturbi alimentari non sono ovviamente un problema solo italiano. Una stima approssimativa parla di 20 milioni di persone colpite in Europa. Studi epidemiologici internazionali – si legge sul sito del Ministero della Salute – hanno rilevato un aumento dell’incidenza nelle ragazze, tra i 12 e 25 anni. In occidente (e quindi anche in Italia), sempre citando i dati sul sito del Ministero si evidenza che: l’incidenza dell’anoressia è di 4-8 nuovi casi per anno su 100.000 individui, l’incidenza della bulimia di 9-12 nuovi casi su 100.000 individui, con un’età di esordio tra i 10 e i 30 anni, e un’età media di insorgenza di 17 anni.

Il “Rencam – Registro nominativo cause di morte” ha rilevato nel 2022 3.158 decessi con diagnosi legate ai disturbi alimentari, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura (Campania, Sardegna, Sicilia, Puglia), con una età media di 35 anni (il che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni).

Per finire, occorre ricordare che esistono da sempre tanti nuovi disturbi alimentari che non hanno avuto un nome e non sono ancora ben caratterizzati; per tale motivo vengono definiti “nuovi”. Fra questi alcuni dei DCA più rilevanti sono:

  • Ortoressia nervosa: è un disturbo alimentare caratterizzato dall’ossessione per il cibo sano e la dieta perfetta, al punto che questo diventa fonte di ansia e preoccupazione e può portare a comportamenti alimentari estremi e restrittivi.
  • Drunkoressia: la drunkoressia è un termine informale che si riferisce a un disturbo in cui una persona, solitamente giovane, riduce l’apporto calorico durante il giorno per “risparmiare” calorie da spendere durante l’assunzione di alcolici, spesso in contesti sociali.
  • Pregoressia: è un disturbo alimentare in cui una donna incinta si preoccupa eccessivamente del proprio peso e della forma del corpo durante la gravidanza. Questo comportamento può portare a restrizioni alimentari, eccessivo esercizio fisico e altri comportamenti dannosi che possono influire negativamente sulla salute della madre e del feto.
  • ARFID: acronimo di “Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder” è un disturbo alimentare caratterizzato da una persistente e significativa riduzione dell’assunzione alimentare, spesso associata a una mancanza di interesse per il cibo, paura degli alimenti o reazioni negative al gusto, alla consistenza o all’aspetto degli alimenti.
  • PICA: è un disturbo caratterizzato dall’ingestione persistente di sostanze non nutritive, come terra, capelli, carta, o altro materiale non commestibile. Può verificarsi in diversi contesti, ma è più comune nell’infanzia, nella gravidanza o in persone con disturbi dello sviluppo. Noto fin dagli anni ’90 quando le modelle ingerivano l’ovatta imbevuta nel succo di limone o nell’aceto per fermare la fame al fine di mantenere la magrezza richiesta a lavoro.
  • Anoressia nervosa atipica: è una variante dell’anoressia nervosa che non soddisfa tutti i criteri diagnostici della forma classica, ma comporta comunque gravi restrizioni alimentari, preoccupazioni eccessive riguardo al peso e alla forma del corpo, e un’impatto significativo sulla salute fisica e psicologica dell’individuo.
  • Vigoressia: conosciuta anche come “bigorexia” o disturbo dismorfico muscolare, è un disturbo psicologico in cui un individuo è ossessionato dall’idea di essere troppo piccolo o non abbastanza muscoloso, portandolo a impegnarsi in allenamenti eccessivi, uso di integratori o persino di sostanze illegali per aumentare la massa muscolare.
  • Night eating sindrome: è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un modello di alimentazione in cui la maggior parte del cibo viene consumata durante la sera e la notte, con risvegli notturni per mangiare.
Ministero della Salute – Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, 15 Marzo 2024

Redazione amaperbene.it

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