Microbiota

Le urolitine

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Le urolitine sono metaboliti prodotti dalla flora intestinale umana a partire da ellagitannini e acido ellagico, che si trovano in alcuni alimenti come melagrana, frutti rossi (fragole, more, mirtilli rossi, lamponi), noci, vino rosso invecchiato in botti di rovere e alcune piante medicinali (come le foglie di olivello spinoso).

Tra tutte le urolitine, l’urolitina A rappresenta il principale metabolita prodotto negli esseri umani, con le concentrazioni più elevate nel plasma e nelle urine, che si mantengono elevate per giorni dopo il consumo di alimenti ricchi di ellagitannini.

Gli ellagitannini sono una classe di polifenoli naturali, appartenenti ai tannini idrolizzabili, che si formano quando l’acido ellagico si unisce a uno o più molecole di glucosio; si trovano in alcuni alimenti, principalmente frutti di bosco come fragole, camemoro, lamponi e more, ma anche in altri alimenti come melograno, jabuticaba, noci e castagne. Sono noti per le loro proprietà antiossidanti, antivirali e chemioprotettive; possono anche interagire con alcuni enzimi digestivi e avere un’azione anti-infiammatoria a livello gastrico, rendendoli utili nella gestione delle ulcere.

Nel tratto gastrointestinale superiore (stomaco e intestino tenue), gli ellagitannini vengono principalmente idrolizzati in acido ellagico, che a sua volta viene in gran parte convertito in urolitine nel tratto intestinale inferiore (principalmente nel colon). Le urolitine a loro volta vengono ulteriormente modificate dagli enterociti dell’intestino crasso e dal fegato (per metilazione, glucuronidazione e solfatazione) per produrre forme coniugate. Sia le urolitine coniugate che quelle deconiugate sono in grado di entrare in circolo e raggiungere i tessuti bersaglio dove svolgeranno la loro funzione. Sebbene le forme coniugate si trovino spesso a concentrazioni più elevate, gli agliconi mostrano una bioattività molto più elevata.

Tuttavia, sembra che circa il 10% degli individui (di età compresa tra 5 e 90 anni) non siano produttori di urolitine e che solo il 40% degli adulti con più di 60 anni possa produrre livelli significativi di urolitine da precursori alimentari. Pertanto, l’integrazione di urolitine può rappresentare una buona alternativa per alcuni individui (ad esempio, gli anziani) rispetto all’integrazione di ellagitannini (ad es. tramite succo di melograno).

L’urolitina A, la più studiata, si ritiene possa avere effetti positivi sulla salute, in particolare su quella muscolare e sulla funzione mitocondriale.

In effetti, sulla base di studi preliminari, le urolitine hanno dimostrato una potenziale utilità nel ritardare molte malattie legate all’invecchiamento, compreso l’invecchiamento cerebrale,  le malattie neurodegenerative, alcuni tumori (in particolare della prostata, della mammella e del colon-retto), malattie cardiovascolari, sarcopenia e disturbi metabolici cronici (diabete e iperuricemia).

Alimenti ricchi di urolitine

Le urolitine sono scarsamente presenti negli alimenti. Come accennato vengono prodotte nell’intestino a partire dall’acido ellagico e dagli ellagitannini, sebbene non tutti gli organismi ospitino nell’intestino quantità sufficienti di batteri in grado di produrli.

La seguente tabella riporta il contenuto di acido ellagico in alcuni alimenti che ne sono particolarmente ricchi.

Fonte dietetica Acido ellagico
Frutta (mg/100 g di peso fresco)
More (Rubus ursinus) 150
Lamponi neri 90
Boysenberries 70
Camemoro o rovo artico (Rubus chamaemorus) 315,1
Melograno 269,9
Lamponi 270
Rosa canina 109,6
Fragole 77,6
Marmellata di fragole 24,5
Uva moscatina (Muscadine grapes) 36-91,2
Cinorrodi (Rosa rugosa) 109,6
Frutta a guscio (mg/100 g)
Noci Pecan 33
Noci 59
Bevande (mg/litro)
Succo di melograno 87-2.118,3
Cognac 31-55
Vino rosso invecchiato in rovere 33
Whisky 1,2
Semi (mg/g)
Lamponi neri 6,7
Lamponi rossi 8,7
Boysenberries 30
Mango 1,2

Proprietà e benefici

In condizioni fisiologiche normali, il corpo rimuove i mitocondri disfunzionali (invecchiati o danneggiati) attraverso un processo autofagico chiamato mitofagia.

La compromissione dei processi di mitofagia può portare all’accumulo di mitocondri disfunzionali, contribuendo allo sviluppo delle citate patologie legate all’età.

Dopo la somministrazione orale, l’urolitina A attiva la mitofagia, aiutando così a migliorare la salute mitocondriale e cellulare.

L’urolitina A agisce anche come scavenger diretto dei radicali liberi; come tale può proteggere dal danno cellulare indotto dalle specie reattive dell’ossigeno (ROS) e attenuare le risposte infiammatorie eccessive.

L’urolitina A ha mostrato la potenziale capacità di migliorare la funzione muscolare in individui con salute normale e compromessa. Tale effetto sarebbe legato alla capacità di innescare la mitofagia e promuovere la biogenesi mitocondriale, che a sua volta migliora la capacità di produzione di energia nei muscoli. Tutto ciò si traduce in un miglioramento della resistenza muscolare, della forza e delle prestazioni generali durante le attività fisiche.

Le urolitine possono attraversare la barriera emato-encefalica e distribuirsi in modo mirato al cervello dopo l’assorbimento, con possibili vantaggi specifici nel prevenire l’invecchiamento cerebrale e le malattie neurodegenerative.

In sintesi, l’urolitina A ha il potenziale per

  • promuovere la longevità (effetto dimostrato sul verme Caenorhabditis elegans);
  • ridurre la disfunzione miocardica e i lipidi aterogenici nel sangue;
  • proteggere la cartilagine articolare dalla degradazione (azione utile nell’artrosi);
  • ridurre i livelli di citochine infiammatorie e la neuroinfiammazione;
  • migliorare l’integrità della barriera intestinale;
  • ridurre l’accumulo di trigliceridi nel fegato;
  • ridurre l’intolleranza al glucosio;
  • proteggere la funzionalità renale dai danni acuti, aumentando la sopravvivenza delle cellule tubolari.

Futuri studi clinici dovranno confermare la reale portata di questi potenziali effetti negli esseri umani.

Redazione amaperbene.it

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