Da sapere

Come vivere più a lungo ed in condizioni di salute

Biormarcatori dell’invecchiamento

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Come vivere più a lungo ed in condizioni di salute? E’ una domanda che molti si pongono, soprattutto via via che l’età avanza, ed alla quale i Ricercatori cercano da tempo di dare risposte concrete al fine di individuare pure possibili interventi in favore della longevità.

Il processo di invecchiamento è caratterizzato dal progressivo rallentamento delle funzioni fisiologiche e dal decadimento dell’organismo, che si manifesta attraverso il declino graduale e progressivo della salute il più delle volte associato all’incremento del rischio di malattie. E’ allora possibile identificare dei marcatori in grado di identificare le varie fasi di evoluzione del processo, seguirne l’andamento in modo da adottare rimedi efficaci ed allungare così il ciclo naturale della vita? La risposta è altrettanto semplice: l’evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie relative, estremamente avanzate e guidate dall’intelligenza artificiale, porterebbero a rispondere positivamente ma la fattibilità è scarsa ed i costi elevatissimi.

In primo luogo si dovrebbe identificare l’apparato o l’organo maggiormente interessato dal rallentamento delle funzioni fisiologiche e dal decadimento, tenendo ben presente che essere umano dispone di una decina di sistemi/apparati:

  • apparato muscolo-scheletrico
  • apparato digerente
  • apparato respiratorio
  • apparato urinario
  • apparato riproduttivo
  • apparato endocrino
  • apparato cardiocircolatorio
  • sistema linfo-ematopoietico
  • sistema nervoso
  • apparato tegumentario

con innumerevoli componenti.

Pertanto, è estremamente complicato individuare dei “biomarkers dell’aging” o biormarcatori dell’invecchiamento.

Un biomarker dell’aging è un indicatore biologico, genetico o biochimico che può essere messo in relazione con lo sviluppo o l’andamento  del processo di invecchiamento dell’organismo o un valore fisiologico che si viene a modificare nel corso di detto processo.

L’A.M.I.A. (Associazione Medici Italiani anti-Aging) propone di far ricorso a:

  • biomarkers oggettivi: sono quelli che possono essere misurati attraverso metodiche di laboratorio standardizzate e universalmente come:
  • screening ormonale
  • indici di glicazione e di metilazione
  • indici infiammatori
  • valutazione e inquadramento dello stress ossidativo
  • valutazione e inquadramento del profilo immunitario
  • quadro relativo al metabolismo dell’osso e della fisiologia muscolo-scheletrica
  • quadro cardiovascolare, compresa l’omocistinemia
  • quadro neurodegenerativo, compresi i neurotrasmettitori
  • FAT e FFM con valutazione del BMI
  • indice di capacità aerobica
  • quadro relativo alla funzionalità gastroenterica (disbiosi test)
  • screening relativo ai metalli pesanti
  • screening dermoestetico
  • biomarkers soggettivi: sono rilevabili grazie a specifici e mirati questionari e test neuropsicologici; riguardando sintomi correlati con l’età, modificazioni percepite a livello corporeo e indici dell’invecchiamento cerebrale. Tra questi marcatori sono compresi:
    • questionari in grado di rilevare sintomi chiave legati a malattie a loro volta correlate con l’invecchiamento
    • anamnesi famigliare, utilizzata per una sorta di screening delle tendenze genetiche di base
    • questionari in grado di evidenziare lo stile di vita dell’individuo e le sue correlazioni con i processi di invecchiamento
    • questionari relativi alle condizioni ambientali e sociali che possono a loro volta influire sull’invecchiamento
    • questionari/test psicologici per una valutazione indiretta anche dell’età psicologica dell’individuo
    • questionari/test neurologici
  • biomarkers modificabili: sono quelli che rispondono relativamente con rapidità alle variazioni relative al proprio stile di vita, all’ambiente e alle proprie abitudini nutrizionali.
  • biomarkers immodificabili: sono quelli personali caratteristici che non possono essere modificati con la dieta, l’attività fisica, l’uso di farmaci, l’impiego di integratori o quant’altro (esempio l’altezza).

Resta comunque irrisolto il problema di disporre di biomarcatori efficaci ad affidabili dell’invecchiamento. Poiché ormai con le varie piattaforme tecnologiche disponibili si riescono ad ottenere quantità di dati inimmaginabili, sarà importante utilizzare l’intelligenza artificiale e la sua capacità di estrarre pattern e correlazioni analizzando questi dati provenienti da diversi insiemi biologici (genomici, trascrittomici, proteomici, di micro RNA, di metilazione, antigenici, ecc).

Un recente studio[1] ha esplorato il comportamento dei marcatori biologici di invecchiamento, in individui sani tra i 29 e 75 anni, ottenuti attraverso una profilazione multi-omica (analisi integrale che mette insieme i risultati di diverse tecniche in grado di ottenere un elevatissimo numero di dati su un sistema biologico). La ricerca ha considerato, per ciascun individuo, l’analisi dei trascritti genici, delle proteine, delle piccole molecole che fanno parte dei processi metabolici e delle citochine, oltre ai risultati di diversi test microbiologici e analisi cliniche di routine: tutti questi dati sono stati correlati con l’età delle persone partecipanti allo studio e al loro quadro clinico. Queste analisi hanno permesso di identificare nuovi marcatori biochimici e pathway molecolari correlati con l’invecchiamento: le tecniche citate possono infatti fornire una valutazione molecolare dello stato di invecchiamento di ciascun soggetto, che riflette la sua unicità biologica, il suo stile di vita e la sua storia clinica e che può essere usata per monitorare e contrastare il processo di invecchiamento stesso. Infine lo studio conferma che, attraverso uno stile di vita sano, il processo di invecchiamento può essere guidato e rallentato a qualsiasi età.

Conclusioni

L’invecchiamento è un processo naturale, progressivo, caratterizzato da molteplici mutamenti che si verificano nell’organismo con il progredire dell’età ed in cui sono implicati diversi meccanismi fisici e biologici, e durante la quale si assiste al progressivo decadimento fisico e al declino di molte funzioni dell’organismo.

Nello specifico, e da un punto di vista medico-scientifico, l’invecchiamento consiste in un processo di degenerazione che coinvolge organi, tessuti e cellule, e che conduce alla vecchiaia, generalmente definita come il periodo finale del ciclo vitale, e caratterizzata dal progressivo indebolimento dell’organismo, diminuzione della funzionalità dei vari organi e un progressivo avanzamento delle malattie croniche (o altre patologie ed eventi che conducono nel tempo il soggetto al decesso).

L’invecchiamento resta comunque un processo modificabile. Nonostante sia stato ampiamente studiato su organismi modello, al momento non c’è una visione completa dei cambiamenti molecolari che si verificano durante l’invecchiamento negli esseri umani; né c’è consenso sui metodi di valutazione e di validazione di possibili biomarcatori e non c’è nessuna standardizzazione di come vadano usati, persino in un contesto preclinico.  Al momento nessun singolo biomarker è in grado di dare una valida misura standard di invecchiamento. Molto ci si attende dalla ricerca, dall’intelligenza artificiale e dalle scienze omiche.

[1] Ahadi S, Zhou W, Schüssler-Fiorenza Rose SM, Reza Sailani M, Contrepois K, Avina M, Ashland M,  Brunet A and Michael Snyder M. Personal aging markers and ageotypes revealed by deep longitudinal profiling, Nature Medicine, Vol 26, January 2020 | 83–90.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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