Piante ed erbe

Antirrhinum majus

La bocca di leone comune (nome scientifico Antirrhinum majus L., 1753) è una pianta dai vistosi fiori colorati appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae; nota anche col nome popolare di “bocca di leone” (o anche erba strega, fior del capriccio e lino dei muri) è un’erbacea perenne, coltivata però per lo più come annuale o biennale, originaria dell’Europa meridionale e del Nord Africa. Originaria dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, questa pianta è rustica nel nostro paese, resistendo a temperature di alcuni gradi al di sotto dello zero.

Etimologia

Il nome generico (Antirrhinum) deriva da alcune parole greche il cui significato è “simile a un muso (o un naso)”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla definita anche “personata”. La prima documentazione di questo nome si ha da Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) un botanico francese; e prima ancora da Teofrasto (371 a. C. – Atene, 287 a. C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici. Anche Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, cita questa pianta affermando che il seme dell’Antirrino mescolato con olio di giglio rende più bella la faccia e la pelle. L’epiteto specifico (majus) deriva dal latino e significa “più grande”.

Il nome comune (Bocca di leone) deriva dall’aspetto del fiore, formato da una corolla a due lobi, che si arrotolano similmente a delle labbra e ricorda per un verso una bocca, per l’altro un naso di animale. Se “strozzato” con le dita (comprimere lateralmente la corolla) le labbra sembrano aprirsi scoprendo la bocca (le fauci) della corolla. La tradizione lo considera da sempre il fiore del capriccio.

deriva dalla particolare struttura delle labbra del fiore: quello mediano inferiore aderisce al superiore a chiusura della “gola”.

Il nome botanico, invece, deriva dal greco e significa “come un muso” anch’esso in riferimento alla forma del fiore. Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778).

Descrizione

L’aspetto della pianta è suffruticoso ed è per la maggior parte pelosa. Nella parte aerea è anche glandulosa. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch frut): il fusto è carnoso, lignificato alla base, e può raggiungere i 100-120 cm di altezza; le foglie sono lanceolate, verde scuro. La particolarità di questa pianta sta senz’altro nei fiori, parzialmente tubolari, con due labelli, che si aprono premendo il fiore ai lati, ricordando la bocca di un leone o di un drago, sbocciano su lunghe spighe; i colori sono molti, dal giallo al rosso al rosa, esistono anche varietà bicolori e screziate. I fiori lasciano il posto a baccelli legnosi che contengono numerosi semi fertili. Per avere fioriture più abbondanti occorre levare gli steli di fiori appassiti, e cimare le giovani piante per ottenere una crescita più compatta.

Del genere Antirrhinum fanno parte circa quaranta specie, tutte originarie del bacino del Mediterraneo. A livello orticolo in Italia e in Europa sono coltivate soltanto la specie majus e più raramente l’asarina e la glutinosum (anche la prima la fa assolutamente da padrona).

Proprietà

Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:

  • antiflogistica (guarisce dagli stati infiammatori);
  • antinfiammatoria (attenua uno stato infiammatorio).

Viene usata in tutte le infiammazioni (ulcere del cavo orale). Esternamente è efficace sugli eritemi. Può lenire le scottature. In medicina si usano le foglie (da raccogliere in primavera, prima della fioritura) e i fiori appena schiusi (ma non si deve raccogliere il calice). Questi prodotti vanno essiccati e quindi si usano come infusi.

Giardinaggio

Per il suo bell’aspetto derivante dall’elegante forma e polimorfismo dei suoi fiori, la bocca di leone è frequentemente coltivata nei giardini e sui terrazzi; la pianta si adatta facilmente a differenti condizioni di esposizione e di suolo. A causa dell’intenso utilizzo come pianta decorativa fin dagli esordi della botanica, si sono però create moltissime varietà e ibridi, caratterizzati per lo più da differenze nella colorazione, nel portamento e nelle dimensioni.

Attualmente le varietà di bocca di leone a grandi fiori vengono suddivise in tre grandi categorie:

  • nane (con altezza inferiore a 30 cm),
  • medie (che vanno dai 30 ai 70 cm)
  • alte (che possono raggiungere anche i 120 cm).

Curiosità

Anticamente a questa pianta veniva attribuite anche proprietà cosmetiche; mentre per l’industria è utile per ricavare coloranti (verde scuro e oro).

I semi delle bocche di leone hanno una particolare forma che ricorda quella di un teschio umano se visti da vicino.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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