Dal Mondo Vegetale

Loto Sacro | Nelumbo Nucifera

Nelumbo nucifera (Gaertn., 1788), comunemente noto come fior di loto asiatico, o loto sacro o loto orientale è una pianta acquatica appartenente alla famiglia delle Nelumbonaceae, originaria dell’Asia e dell’Australia.

È una pianta a crescita rapidissima, tipica di stagni e invasi con acque stagnanti o quasi prive di corrente, profondi 5-50 cm ed oltre.

Questa specie ha foglie di colore verde-glauco, peltate, di aspetto ceroso, grandi fino a 60 cm di diametro, che emergono per oltre 1 m dal pelo dell’acqua, con un lungo peduncolo che supera in lunghezza il picciolo, i fiori di grandi dimensioni oltre 20 cm di diametro, sono colorati di rosa con un tipico profumo d’anice, con frutti molto ornamentali. Il frutto è costituito dal ricettacolo fiorale carnoso; sembra un innaffiatoio con 15 a 20 celle, ciascuna contenente un achene delle dimensioni di una piccola nocciola. I semi del loto sacro detengono il record di longevità (dormienza). Infatti, un team di ricercatori dell’UCLA è riuscito a far germinare un seme risalente a circa 1.300 anni fa dal letto asciutto di un antico lago a Pulantien, nella provincia cinese del Liaoning. Questa longevità è attribuita al pericarpo molto duro e molto serrato che ricopre il frutto e lo protegge dall’umidità e dagli agenti esterni.

Il loto sacro non ha nulla a che vedere con il genere Lotus (in francese Birdsfoot), che riunisce specie vegetali della famiglia delle Fabaceae.

Il termine nelumbo viene dalla latinizzazione del nome indigeno cingalese con cui la pianta veniva chiamata nei luoghi d’origine; nucifera deriva da nux, núcis noce nocciola e da fero portare: che produce frutti simili a noci o nocciole.

Il fior di loto viene considerato un fiore sacro per l’Induismo e il Buddhismo, mentre in India è uno dei simboli nazionali e appare nelle bandiere di alcuni principati indiani (prima dell’unificazione) e in due delle quattro varianti della bandiera dell’indipendenza indiana. Nel Buddhismo è il simbolo dell’essenza della vita umana (buddhità) che, pur rimanendo pulita, affonda le radici nel fango della realtà. Senza il fango il loto non può esistere, così come il Buddha si manifesta grazie agli affanni della vita quotidiana. Inoltre il loto sviluppa il frutto e il seme nello stesso periodo e quindi è il simbolo della legge buddista di causa-effetto.

Il fiore di loto, detto anche Padma, loto sacro, loto indiano o rosa del Nilo, ha un′accezione particolare, quello della purezza del corpo dell′anima. Viene considerato tale perché viene associato al Buddha e ai suoi insegnamenti. La leggenda narra che in ogni luogo dove Buddha faceva i suoi primi passi, nascevano fiori di loto. Le divinità sono solite essere rappresentate sedute su questo fiore. Nella letteratura classica asiatica, esprime grazia, eleganza, bellezza, purezza e perfezione.

Il loto sacro è una pianta ornamentale; ci sono varietà con fiori doppi. In Giappone sono conosciute più di 80  cultivar. Il colore dei fiori varia a seconda della varietà. I fiori di loto si differenziano in base al colore.

  • Loto azzurro: allude al trionfo dello spirito sui sensi, saggezza e conoscenza. È un tipo di loto quasi sempre chiuso, simbolo di chi cela il suo interno.
  • Loto bianco: esprime la perfezione dello spirito e della mente, la purezza e la natura incontaminata.
  • Loto rosso: ci parla del cuore, della sua innocenza, l′amore, la passione, la comprensione. È conosciuto anche come il fiore del Buddha della Compassione.
  • Loto rosa: è il fiore più importante e viene collegato alle divinità, come Buddha.

Usi

  • Come pianta ornamentale per decorare stagni, vasche e laghetti, o coltivata in vasche idroponiche
  • I particolari frutti opportunamente essiccati vengono utilizzati nelle composizioni floreali, per decorare saloni e appartamenti
  • Nel loto, i fiori, i semi, le foglie giovani e i rizomi sono tutti commestibili. In Asia, i petali vengono mangiati mentre le foglie sono solitamente utilizzate come piatto per il cibo. Il rizoma (pning in Cinese, ngau in Cantonese, bhe in India e Pakistan, e renkon in Giapponese) è utilizzato come condimento. I petali, le foglie e i rizomi possono essere consumati anche crudi ma per il rischio di trasmissione di parassiti è consigliata la cottura.
  • In Cina tutti gli anni viene festeggiata in autunno la luna e il giorno delle torte della luna, in cui si mangia e regala tradizionalmente la torta della luna, fatta con pasta di semi di loto e rossi d’uovo di anatra salati.
  • Il popolo cinese ritiene che il loto sia un cibo molto salutare e per questo esso è conosciuto e rinomato da molti secoli. Gli studi lo hanno confermato e hanno dimostrato che esso è ricco di fibre, vitamina C, potassio, tiamina, riboflavina, vitamina B6, fosforo, rame e manganese e contiene pochi grassi.
  • I semi vengono mangiati assieme a un’erba detta liánhuā cha o in particolare in Vietnam, gli stami essiccati vengono usati per la preparazione di un tè profumato. I semi del loto consistono in noccioline (dette liánzĭ, 蓮子; o xian liánzĭ, 鲜莲子, in cinese) e sono altrettanto versatili, e possono essere consumati freschi, essiccati o cucinati come i popcorn; se ne può ricavare inoltre una pasta utilizzata in pasticceria per la preparazione di dolciumi, o bolliti e ricoperti di zucchero per la preparazione di una tong sui (zuppa dolce).

I principali costituenti chimici sono:

  • Alcaloidi isochinolinici, fra cui spiccano la nuciferina, la ramerina, la N-nornuciferina e l’O-nornuciferina;
  • Flavonoidi, fra i quali ritroviamo la quercetina, l’isoquercetina, l’iperoside e il nelumboside;

Il loto sacro è una pianta importante nella medicina tradizionale cinese. Vengono utilizzate tutte le parti della pianta. L’estratto del rizoma ha proprietà antidiabetiche e antiobesità.

I semi di loto sono ricchi di fenoli e hanno notevoli proprietà antiossidanti.

Al fiore di loto sono attribuite principalmente proprietà astringenti, imputabili soprattutto alla nuciferina, un alcaloide isochinolitico, alla ramerina e ai tannini, cui si aggiunge un’azione rinfrescante. Da studi condotti su animali, inoltre, la nuciferina ha dimostrato di possedere un profilo farmacologico simile a quello della clorpromazina (una fenotiazina impiegata nel trattamento di diversi disturbi, quali psicosi, stati ansiosi e dolore intenso).

Alla quercetina contenuta nella pianta, invece, sono ascritte proprietà antinfiammatorie e antiossidanti.

Attualmente, i principali impieghi del fiore di loto indiano sono in ambito cosmetico e culinario, benché la pianta venga ancora utilizzata in svariate medicine popolari.

In cosmesi, gli estratti di fiori di loto indiano trovano impiego in diversi prodotti, soprattutto per le loro proprietà astringenti e rinfrescanti. Tuttavia, secondo alcuni, tali estratti sarebbero anche in grado di espletare un’azione lipolitica (attività comunque non confermata), pertanto, possono rientrare nella composizione di cosmetici contro la cellulite.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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