La logica delle disuguaglianze

I numeri delle disuguaglianze | Focus Campania

La Campania post pandemia Covid, benché abbia fatto registrare un numero meno rilevante di decessi, non presenta uno stato di salute incoraggiante. Lo dimostrano chiaramente i dati elaborati dal XIX Rapporto OsservaSalute 2021[1], curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, dell’Università Cattolica.

Le aspettative di vita si sono ridotte (- 1,2 anni); il dato della mortalità è il peggiore in Italia (a causa delle mancate cure): la speranza di vita stimata alla nascita, nel 2021, è stata infatti pari a 78,3 anni per gli uomini ed a 82,9 anni per le donne (valore nazionale: uomini 80,1 anni e donne 84,7 anni), con un decremento di 0,2 anni per gli uomini e di 0,5 anni per le donne rispetto al 2020.

Per fortuna cala il numero dei fumatori: nel 2020, la quota di fumatori nella popolazione dai 14 anni di età in su è stata di 18,9% (valore nazionale 18,6%). Considerando il periodo 2007-2020, si registra una diminuzione (-27,9% vs valore nazionale -15,8%).

Allarma la prevalenza di persone adulte in condizione di sovrappeso: nel 2020 erano il 42% (valore nazionale 36,1%) in aumento rispetto all’anno precedente (+6,3%). Anche qui il valore più alto in Italia. Così per la popolazione obesa che nel 2020 è stata pari al 14,3%, (valore nazionale, 11,5%). Considerando l’intero periodo indagato (2007/2020) in Campania si è registrato un aumento pari a +27,7% (Italia +16,2%) e nell’ultimo anno è stato molto marcato (+22,2%). Tutto questo si associa ad un altro grave indicatore, quello della sedentarietà: nel 2020, la prevalenza di coloro che hanno dichiarato di non praticare sport è stata pari al 55,5% (valore nazionale 35,2%). E lascia perplessi che nell’arco di tempo studiato, in Campania si sia registrato un aumento pari a +6,7% in controtendenza con il -10,9% nazionale. La Campania, dopo la Sicilia, è la regione che presenta la prevalenza maggiore di persone di età dai 3 anni ed oltre che non praticano sport.

In crisi anche il tasso di fecondità totale che, nel 2020, è stato pari a 1,30 figli per donna (valore nazionale di 1,24 figli per donna) risultando inferiore al livello di sostituzione (circa 2,1 figli per donna) che garantirebbe il ricambio generazionale. Insomma, neanche la clausura imposta ha dato una spinta alla procreazione: in Campania il tasso di fecondità è diminuito del 12,2%, mentre a livello nazionale dell’11,4%. E rimanendo in tema, i parti cesarei — che per anni hanno condannato la sanità regionale nella valutazione dei Lea — restano comunque ancora numerosi, sebbene in diminuzione: la proporzione di parti con taglio cesareo, nel 2020, è stata pari al 49,4% (valore nazionale 32,6%): il più elevato tra tutte le regioni; ma considerando l’intero periodo temporale si è registrata una diminuzione pari a -20,2%, in accordo con il valore nazionale (-16,9%).

La Campania si distingue in positivo soltanto per il consumo di farmaci antidepressivi, benché nel periodo 2007-2020 si osservi una tendenza in aumento (+37,5%). Ma negli ultimi anni i dati regionali risultano sempre inferiori a quelli nazionali.

La spesa sanitaria pubblica pro capite nel 2020 è risultata pari a 1.921 euro (nazionale 2.065 euro): la quota più bassa tra tutte le regioni. Un altro elemento di valutazione sui Lea, per esempio, è la percentuale di pazienti di 65 anni ed oltre operati entro 2 giorni per frattura del collo del femore: nel 2020 è stata pari a 59,4% (valore nazionale 71,1%). Ma è dal 2007 al 2020 che si è registrata una inspiegabile impennata: +232% rispetto al +121,5% nazionale.

[1] XIX Rapporto OsservaSalute 2021 – https://osservatoriosullasalute.it/wp-content/uploads/2022/10/ro-2021-completo.pdf

Prof. Giuseppe Castello

Giuseppe Castello è nato a Caposele [AV] il 06 agosto 1949. Ha studiato Medicina & Chirurgia presso l'Università degli Studi di Napoli dove si è laureato nel 1974. Leggi di più...

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