Acque

Acque minerali naturali “da tavola” e acque oligominerali

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L’acqua minerale da tavola non è un’acqua termale in senso stretto perché non ha le stesse caratteristiche di concentrazione chimica né gli effetti curativi, ma è della medesima natura geologica e contiene sostanze chimiche che producono effetti biologici importanti. Le differenze si controllano facilmente leggendo i dati relativi alle caratteristiche chimico-fisiche e soprattutto quelli che indicano il residuo fisso, cioè il peso delle sostanze chimiche che rimangono quando l’acqua è evaporata.

Si tratta di acque di origine pluviale che, filtrate nel terreno, raggiungono strati geologici che cedono le loro sostante inorganiche e le loro sostanze organiche (in misura minore). Queste sostanze donano alle acque una fisionomia fisico-chimica specifica che le classifica in numerose tipologie che consentono di distinguerle per i loro effetti sull’organismo.

Le acque minerali naturali vengono imbottigliate così come sgorgano alla sorgente.

Gli Italiani (dopo i Messicani ed i Thailandesi) sono i maggiori consumatori al mondo di acque minerali; da oltre trent’anni più di 8 italiani su dieci bevono acqua minerale. Secondo gli ultimi dati disponibili, ogni italiano beve circa 206 litri all’anno di acqua imbottigliata: si parla di circa 11 miliardi di bottiglie, di cui l’84% è di plastica e il 16% è in vetro; di questo 16%, meno del 10% è vuoto a rendere. si spendono mediamente ogni anno oltre 3,5 miliardi di euro, e si imbottigliano 14 miliardi di litri.

Secondo l’art. 2 del Decreto Legislativo 8 ottobre 2011, n. 176, in attuazione della Direttiva 2009/54/CE, sull’utilizzazione e la commercializzazione delle acque minerali naturali. (11G0218)

1. “Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”.

2. Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria (ovvero, assenza di qualsiasi trattamento di disinfezione) e loro conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi o altri costituenti ed, eventualmente, per taluni loro effetti. Esse vanno tenute al riparo da ogni rischio di inquinamento.

3. Le caratteristiche di cui ai commi 1 e 2 devono essere valutate sul piano:

a) geologico ed idrogeologico;
b) organolettico, fisico, fisico-chimico e chimico;
c) microbiologico;
d) se necessario, farmacologico, clinico e fisiologico.

4. La composizione, la temperatura e le altre caratteristiche essenziali delle acque minerali naturali debbono mantenersi costanti alla sorgente nell’ambito delle variazioni naturali, anche in seguito ad eventuali variazioni di portata”.

L’art. 12 dello stesso decreto riporta le indicazioni che vanno apposte per l’etichettatura delle acque:

“a) «acqua minerale naturale» integrata, se del caso, con le seguenti menzioni:

    • «totalmente degassata», se l’anidride carbonica libera presente alla sorgente è stata totalmente eliminata;
    • «parzialmente degassata», se l’anidride carbonica libera presente alla sorgente è stata parzialmente eliminata;
    • «rinforzata col gas della sorgente», se il tenore di anidride carbonica libera, proveniente dalla stessa falda o giacimento, è superiore a quello della sorgente;
    • «aggiunta di anidride carbonica», se all’acqua minerale naturale è stata aggiunta anidride carbonica non prelevata dalla stessa falda o giacimento;
    • «naturalmente gassata» o «effervescente naturale», se il tenore di anidride carbonica libera, superiore a 250 mg/l, è uguale a quello della sorgente, tenuto conto della eventuale reintegrazione di una quantità di anidride carbonica, proveniente dalla stessa falda o giacimento dell’acqua minerale, pari a quella liberata nel corso delle operazioni che precedono l’imbottigliamento, nonché delle tolleranze tecniche abituali;

b) la denominazione dell’acqua minerale naturale, il nome della sorgente o il nome della miscela, in caso di miscela di più sorgenti, ed il luogo di utilizzazione della stessa;
c) l’indicazione della composizione analitica, risultante dalle analisi effettuate, con i componenti caratteristici;
d) la data in cui sono state eseguite le analisi di cui alla lettera c) e il laboratorio presso il quale dette analisi sono state effettuate;
e) il contenuto nominale;
f) il titolare del provvedimento di cui all’articolo 6;
g) il termine minimo di conservazione;
h) la dicitura di identificazione del lotto, salvo quanto previsto all’articolo 13, comma 6, lettera a), del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109;
i) informazioni circa gli eventuali trattamenti di cui all’articolo 7, comma 1, lettere c) e d);
l) le eventuali controindicazioni.

5. Possono inoltre essere riportate una o più delle seguenti indicazioni:

a) «oligominerale» o «leggermente mineralizzata», se il tenore dei sali minerali, calcolato come residuo fisso a 180°C, non è superiore a 500 mg/l;
b) «minimamente mineralizzata», se il tenore di questi, calcolato come residuo fisso a 180°C, non è superiore a 50 mg/l;
c) «ricca di sali minerali», se il tenore di questi, calcolato come residuo fisso a 180°C, è superiore a 1500 mg/l;
d) «contenente bicarbonato» se il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/l;
e) «solfata», se il tenore dei solfati è superiore a 200 mg/l;
f) «clorurata», se il tenore di cloruro è superiore a 200 mg/l;
g) «calcica», se il tenore di calcio è superiore a 150 mg/l;
h) «magnesiaca», se il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/l;
i) «fluorata» o «contenente fluoro», se il tenore di fluoro è superiore a 1 mg/l;
l) «ferruginosa» o «contenente ferro», se il tenore di ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;
m) «acidula», se il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;
n) «sodica», se il tenore di sodio è superiore a 200 mg/l;
o) «indicata per le diete povere di sodio», se il tenore del sodio è inferiore a 20 mg/l;
p) «microbiologicamente pura».

6. Sulle etichette può inoltre essere riportata una designazione commerciale diversa dalla denominazione dell’acqua minerale naturale, a condizione che:

a) la denominazione dell’acqua minerale naturale sia riportata con caratteri di altezza e larghezza almeno pari ad una volta e mezzo il carattere più grande utilizzato per l’indicazione della designazione commerciale;

b) se detta designazione commerciale è diversa dalla denominazione del luogo di utilizzazione dell’acqua minerale naturale, anche la denominazione di tale luogo sia riportata con caratteri di altezza e larghezza almeno pari ad una volta e mezzo il carattere più grande utilizzato per l’indicazione della designazione commerciale;

c) la designazione commerciale non contenga nomi di località diverse da quella dove l’acqua minerale naturale viene utilizzata o che comunque inducano in errore circa il luogo di utilizzazione;

d) alla stessa acqua minerale non siano attribuite designazioni commerciali diverse.

7. Sulle etichette o sui recipienti delle acque minerali naturali possono infine essere riportate una o più delle seguenti indicazioni, se menzionate nel decreto di riconoscimento dell’acqua minerale naturale:

a) può avere effetti diuretici;
b) può avere effetti lassativi;
c) indicata per l’alimentazione dei lattanti;
d) indicata per la preparazione degli alimenti dei lattanti;
e) stimola la digestione o menzioni analoghe;
f) può favorire le funzioni epatobiliari o menzioni analoghe;
g) altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute dell’acqua minerale naturale, sempreché dette menzioni non attribuiscano all’acqua minerale naturale proprietà per la prevenzione, la cura e la guarigione di una malattia umana;
h) le eventuali indicazioni per l’uso.

8. Sulle etichette non sono ammesse diciture indicanti la superiorità dell’acqua minerale naturale rispetto ad altre acque minerali o altre affermazioni che abbiano scopo pubblicitario.

9. E’ fatto obbligo al titolare dell’autorizzazione di cui all’articolo 6 di aggiornare in etichetta almeno ogni cinque anni le analisi previste dal comma 1, lettera c), che dovranno essere inviate ai competenti organi regionali prima di procedere all’aggiornamento delle etichette.

10. Il Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, provvede con proprio decreto ad adeguare le disposizioni contenute nel presente articolo alle direttive emanate in materia di etichettatura dalla Comunità europea”.

Acque oligominerali

Le acque oligominerali sono povere di sali prevalentemente per due motivi:

  • elevata velocità di passaggio nel sottosuolo che ostacola i processi di mineralizzazione (accade per le acque più superficiali e di ghiacciaio)
  • compattezza delle rocce che cedono difficilmente sostanze in soluzione (si verifica spesso in bacini profondi dove l’acqua, pur permanendo per lungo tempo a contatto con le rocce, si mineralizza poco).

Secondo la vigente legislazione sono definite minimamente mineralizzate le acque con residuo fisso non superiore a 50 mg/l ed oligominerali quelle con residuo fisso non superiore a 500 mg/l.

Alcune acque a bassa mineralizzazione sono radioattive con una conseguente interazione ed integrazione (spesso con potenziamento) degli effetti biologici e terapeutici.

L’assunzione a scopo terapeutico delle acque oligominerali dovrebbe avvenire quotidianamente e rientrare nelle abitudini per poter essere efficace; cicli annuali di cura idropinica termale con acque oligominerali sono tuttavia utili perché l’acqua assunta direttamente alla fonte possiede caratteristiche peculiari e la presenza di cofattori termali potenzia il trattamento.

Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali sono acque ipotoniche, per cui stimolano la diuresi e facilitano quindi l’eliminazione di sostanze quali: azoto ureico, acido urico, acido ossalico, cloruro di sodio.

Va però tenuto presente che:

  • tra i 50 ed i 500 mg/l esiste una notevole variazione del potere osmotico;

la caratteristica fisica dell’ipotonia non è sufficiente a spiegare gli effetti delle acque oligominerali e minimamente mineralizzate che risiedono anche, e forse soprattutto, nella qualità dei mineralizzatori contenuti. Per molti elementi in traccia è stato accertato il ruolo di catalizzatori di reazioni enzimatiche, fondamentali ai fini delle azioni biologiche

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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