Dal Mondo Vegetale

Guggul | Commiphora mukul (Hook. ex Stocks) Engl.

Commiphora mukul è il nome scientifico di una pianta tropicale spinosa originaria dell’India, anche nota come guggul (o gugul), o come Commiphora wightii.

Il Gugul è una pianta della famiglia delle Burseraceae, di aspetto cespuglioso o di albero alto fino a 2 metri dalla corteccia rugosa e sprovvisto di foglie perlomeno nei mesi caldi se non quasi tutto l’anno. I suoi fiori sono rosa e producono una drupa che termina a punta. Preferisce le zone semidesertiche, viene coltivata in Medio Oriente. La pianta è utilizzata da moltissimo tempo nella medicina Ayurvedica, ma ha riscosso un notevole successo anche nel mondo occidentale, dove normalmente viene impiegata all’interno di integratori alimentari per via delle sostanze attive contenute nella sua droga.

Facendo delle incisioni sulla corteccia del tronco e dei rami della pianta fuoriesce una gommoresina aromatica chiamata mirra. Questa, al contatto dell’aria, si rapprende in forma di grani tondeggianti: è usata in farmacia e in profumeria (spec. nella preparazione di dentifrici), mentre nell’antichità serviva per imbalsamare i cadaveri.

Nella Commiphora mukul è possibile ritrovare i seguenti costituenti: polisaccaridi; olio essenziale; composti steroidei (guggulsteroni Z ed E, guggulsteroli I-V); lignani. Più nel dettaglio, a suscitare interesse è la frazione di gomma guggul nota come guggulipide, a sua volta costituita da guggulsteroni Z ed E e guggulsteroli I-V.

La gommo-oleoresina ottenuta dal guggul, infatti, si compone di diverse frazioni e sostanze, alcune delle quali responsabili di effetti indesiderati (disturbi gastrointestinali). Compiendo una serie di estrazioni sulla gomma guggul, è possibile isolare le parti di interesse dal resto delle sostanze indesiderate. Per fare ciò, la gomma guggul viene miscelata con acetato di etile per ottenere una frazione solubile (45%) e una frazione insolubile (55%). Quest’ultima, contiene carboidrati responsabili degli effetti indesiderati di tipo gastrointestinale e viene pertanto scartata. La parte solubile, invece, viene ulteriormente frazionata nelle seguenti frazioni: acida (4%, contiene composti ad azione antinfiammatoria, come ad esempio, l’acido ferulico, acidi aromatici non fenolici e fenoli), basica (0,3%) e neutra (80%). Quest’ultima parte viene a sua volta suddivisa in frazione chetonica (12%) e frazione non chetonica (88%). La frazione chetonica contiene le sostanze attive di interesse, i guggulsteroni e i guggulsteroli. Il guggulipide è definito come la frazione chetonica standardizzata contenente almeno il 5% di guggulsteroni.

A causa del suo utilizzo eccessivo nelle medicine alternative, la disponibilità della Commiphora mukul nel suo Paese di origine ha subito un drastico calo, mettendone a rischio l’esistenza. Per tale ragione, l’Unione Mondiale per la Conservazione (IUCN) ha inserito la pianta nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate.

Alla Commiphora mukul vengono attribuite moltissime proprietà: antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche, antireumatiche, astringenti, carminative, espettoranti, vulnerarie, antiaggreganti piastriniche, ipo-colesterolemizzanti e ipo-lipidemizzanti. Inoltre, agli estratti della pianta vengono anche ascritte proprietà come quelle di ridurre arrossamento e infiammazione associati all’acne oppure di stimolare la tiroide che dovrebbero favorire il metabolismo lipidico e coadiuvare il processo di dimagrimento. Tuttavia, l’unico suo utilizzo ad essere stato ufficialmente approvato è quello esterno per il trattamento di infiammazioni del cavo orofaringeo.

In effetti, l’olio essenziale di mirra ha dimostrato di possedere attività astringenti e disinfettanti locali, oltre ad essere in grado di promuovere la formazione di tessuto di granulazione, uno dei primi stadi della riparazione e della guarigione delle ferite.

Sembra inoltre che l’estratto di mirra sia in grado di esplicare un effetto ipoglicemizzante attraverso la diminuzione dei livelli ematici di glucosio, l’aumento della secrezione di insulina e l’incremento del contenuto di glicogeno a livello del fegato. Tali effetti, ottenuti su animali, vanno confermati.

Nella medicina popolare, la mirra viene utilizzata internamente come rimedio carminativo ed espettorante, oltre ad essere impiegata per favorire l’appetito e per contrastare le infezioni intestinali.

Nella medicina cinese, invece, la mirra trova impieghi come rimedio contro foruncoli, ferite, amenorrea e perfino come rimedio contro il carbonchio (antrace) e i tumori addominali.

Nella medicina indiana, la mirra viene impiegata per contrastare infiammazioni della cute e della bocca, ulcere e ferite; oltre ad essere utilizzata come rimedio contro i disturbi mestruali e i disturbi gastrici.

Per quanto riguarda la medicina omeopatica, invece, al momento la mirra non trova alcun tipo di applicazione in quest’ambito.

Controindicazioni: Nonostante gli integratori a base di estratti di Commiphora mukul siano generalmente ben tollerati, sono stati riportati casi di rash cutanei, nausea e vomito, diarrea, eruttazione, singhiozzo, mal di testa; generalmente, si tratta di effetti lievi; ad ogni modo, qualora dovessero comparire, è opportuno interrompere l’assunzione del prodotto e rivolgersi al proprio medico. Gli integratori alimentari a base di estratti di guggul sono controindicati: in caso di allergia nota alla Commiphora mukul e ai guggulsteroni, così come in caso di allergia nota ad uno qualsiasi degli altri componenti – sostanze attive, altri estratti vegetali o eccipienti – presenti nell’integratore che si vuole assumere.

 

Assumere Commiphora mukul in dosi elevate potrebbe aumentare gli effetti collaterali degli ormoni estrogeni, come quelli presenti nella pillola anticoncezionale. Inoltre la Commiphora mukul potrebbe ridurre l’assorbimento del diltiazem e del propranololo, abbassare l’efficacia del tamoxifene, aumentare gli effetti collaterali dei farmaci per la tiroide e aumentare la velocità di metabolizzazione dei farmaci substrato del citocromo P450 3A4. Inoltre rallentando la velocità di coagulazione del sangue l’assunzione di Commiphora mukul potrebbe aumentare il rischio di lividi ed emorragie in chi assume anticoagulanti o antiaggreganti. Per lo stesso motivo può essere controindicata in caso di disturbi emorragici e di interventi chirurgici.

La Commiphora mukul è controindicata anche in caso di gravidanza e allattamento, iper- e ipotiroidismo e condizioni sensibili agli ormoni (alcuni tumori, per esempio al seno, all’utero, all’ovaio, oppure l’endometriosi o i fibromi uterini), in persone in trattamento con antidiabetici orali, oltre che ovviamente in persone con ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.

La Commiphora mukul può scatenare problemi gastrointestinali, singhiozzo e reazioni allergiche.

Infine, l’uso di simili prodotti richiede estrema cautela nelle persone affette da problemi epatici e renali; in simili casi, il controllo e il nullaosta del medico sono indispensabili.

Ad ogni modo, si ribadisce l’importanza di rivolgersi al medico prima di iniziare ad assumere il guggul, i suoi derivati e i prodotti che li contengono. Il consulto medico è ancor più necessario nel caso in cui si soffra di disturbi o patologie (come, ad esempio, quelle sopra riportate, ma non solo), nel caso in cui si soffra di allergie e/o nel caso in cui ci si trovi in condizioni particolari (come gravidanza, allattamento, ecc.).

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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