Dal Mondo Vegetale

Betel | Areca catechu

La palma di Betel  (Areca catechu L., 1753) è una palma originaria dell’India e della Malaysia, ma coltivata anche al di fuori del suo bacino di origine. Produce la noce di betel, utilizzata come stimolante in prevalenza in diversi Stati asiatici.

Il fusto è sottile e non ramificato, alto fino a 30 m e largo circa 20 cm, inizialmente verde, poi grigiastro. Le foglie, disposte a corona alla sommità del fusto, sono pennate, con rachide rigido e arcuato, lunghe 1,5-2 metri. I fiori, di colore giallo, sono unisessuali, riuniti in infiorescenze che si sviluppano alla base delle foglie. I frutti sono duri, di colore rosso-arancio, ovoidali, con mesocarpo fibroso ed endocarpo sottile e legnoso che avvolge un unico seme.

Il seme, erroneamente chiamato noce di Betel, è considerato economicamente importante per le sue proprietà: oltre ad essere ricco di grassi, contiene molti tannini, uno di colore rosso, detto kuni o rosso-areca. Queste sostanze hanno la proprietà di stimolare la secrezione salivare e favorire la digestione, hanno effetti cardiotonici e azione vermifuga e astringente. Il seme viene usato per estrarne sostanze alcaloidi come il principio attivo arecolina, utilizzato come antielmintico, e l’arecaina.

Negli ultimi anni si è molto diffusa in Italia come ornamentale da appartamento.

Per questi motivi è largamente coltivata oltre che in India e Malaysia anche in molte altre regioni tropicali, non solo asiatiche, dal Pakistan fino alle isole meridionali del Pacifico e a Taiwan nonché in Africa.

Il consumo delle noci di Betel è una pratica molto antica, assai diffusa e profondamente radicata nei costumi di molte popolazioni indigene, tra le persone di ogni classe sociale. Il modo più comune di consumare le noci di betel è quello di tagliarle in fette sottili, avvolgerle nelle foglie di pepe di betel (Piper betle L.), preventivamente spolverate di calce, aggiungendo, talora, altre spezie, come cannella, noce moscata, cardamomo, catecù, ecc. Si ottiene, così, il vero e proprio betel, sotto forma di bocconcini che vengono masticati dopo i pasti per profumare l’alito e aiutare la digestione, spesso anche per consuetudini sociali o riti cerimoniali. La presenza delle foglie di pepe di betel aggiunge anche un blando effetto narcotico, oltre al sapore aromatico piccante.

Le noci di betel presentano, tuttavia, l’inconveniente di annerire i denti e tingere la saliva di rosso, come conseguenza dei tannini contenuti in abbondanza. Inoltre la masticazione delle noci di betel predispone al carcinoma della bocca e della laringe.

Redazione amaperbene.it

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