Piante ed erbe

Asparago selvatico (Asparagus acutifolius L.)

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L’asparago selvatico (Asparagus acutifolius L.) è una piccola prelibata pianta sempreverde cespugliosa, perenne, della famiglia delle Asparagacee, diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. I nomi comuni “asparago spinoso” e “asparago pungente” derivano dalle caratteristiche spine poste alla base dell’apparato fogliare; è pianta caratteristica della macchia mediterranea, comune in prossimità dei boschi e in luoghi incolti.

Non va confuso con il luppolo selvatico o con i germogli di pungitopo (entrambi chiamati anche “asparagi selvatici”), i cui germogli vengono ancora oggi raccolti a primavera nelle campagne e nei luoghi incolti per farne ottimi risotti, frittate e minestre.

I germogli dal sapore amarognolo sono spesso utilizzati in cucina per fare frittate o sughi; molto apprezzato il risotto con asparagi.

Gli asparagi germogliano in primavera (a partire dal 1° marzo fino al 31 maggio) e sono molto più piccoli, ma anche più saporiti dei comuni asparagi coltivati; vengono raccolti allo stadio di getti immaturi (germogli), si possono cogliere più volte.

Occorre fare attenzione nella raccolta staccando accuratamente il getto dalla base, senza strapparlo o danneggiare il cespo sotterraneo; queste precauzioni permettono che il cespo produca ancora getti.

In primavera avanzata occorre sospendere la raccolta e permettere la normale vegetazione dello stelo, la produzione delle foglie spinose, la fioritura (e la fruttificazione). La vegetazione completa consente l’accumulo di sostanze di riserva nel cespo sotterraneo che alimentano la vegetazione dell’anno successivo; questa cura permette la sopravvivenza della pianta per molti anni.

L’asparago selvatico può essere coltivato in orto mediante impianto dei cespi o per seme; l’impianto opportunamente condotto (concimazioni, diserbo, potatura di rinnovo degli steli, interruzione della raccolta a fine primavera) ha una durata poliennale. La raccolta dal coltivato evita il danneggiamento della flora spontanea.

Gli asparagi selvatici sono ricchi di acqua (che rappresenta la maggior parte del peso), fibre (importanti per la digestione e per mantenere il colesterolo e lo zucchero sotto controllo), vitamine (A, C, K e diverse vitamine del gruppo B) e sali minerali (calcio, fosforo, potassio, magnesio, ferro, zinco e selenio). Contengono anche acido folico, saponine (che possono avere effetti benefici sulla salute), antiossidanti (che combattono i radicali liberi) e asparagina. Sono poco calorici e hanno un basso indice glicemico. In 100 grammi di asparagi c’è un apporto di circa 20 calorie, così suddivise: 50% proteine, 42% carboidrati e 8% lipidi.

Molte medicine tradizionali usano gli asparagi contro ritenzione idrica e sindrome del colon irritabile. Infatti stimolano la diuresi e forniscono fibre che promuovono il funzionamento regolare dell’intestino e riducono il rischio di tumori al colon. Gli asparagi hanno proprietà diuretiche e depurative, e aiutano l’organismo a ripulirsi dalle tossine.

Avvertenze: Il consumo di asparagi è sconsigliato a chi soffre di cistite, calcoli renali, prostatite in fase acuta, insufficienza renale e nefrite, in quanto sono capaci di stimolare la diuresi. A causa della presenza di purine e acido aurico, questi ortaggi sono inoltre da evitare in caso di gotta e ipeuricemia.

Redazione amaperbene.it

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