Gli Aminoacidi

Acido aspartico

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L’acido aspartico (Asp) è un amminoacido polare non essenziale (quindi il nostro corpo è in grado di sintetizzarlo); la sua molecola è chirale. L’enantiomero “L-” dell’acido aspartico è uno dei 22 amminoacidi proteinogenici – coinvolto nella sintesi proteica; il suo gruppo laterale reca un carbossile, che gli conferisce il comportamento acido da cui prende il nome.

Nel cervello agisce come un neurotrasmettitore eccitatorio; è coinvolto anche nel ciclo dell’urea; è un aminoacido importante nell’eliminazione dell’ammoniaca, sostanza tossica per l’organismo che può causare disordini cerebrali. Una carenza di acido aspartico si correla a stanchezza ed affaticamento cronico. E’ inserito fra gli amminoacidi glucogenici in quanto per transamminazione si trasforma in ossalacetato. Pertanto, l’acido L-aspartico svolge molti ruoli biologici nell’organismo umano, tra cui:

  • è uno degli amminoacidi utilizzati nella sintesi proteica, per cui è coinvolto nel processo di costruzione e riparazione dei tessuti del corpo; partecipa quindi a tutti i ruoli biologici imputabili a queste bio-macro-molecole (tessuto contrattile, tessuto strutturale, proteine di trasporto e riserva, immunoglobuline, fattori emostatici, ormoni, enzimi, canali di membrana, segnalatori intracellulari ecc.);
  • è coinvolto nella trasmissione dei segnali nervosi nel cervello. Funziona come neurotrasmettitore eccitatorio, il che significa che può aumentare l’attività neuronale e la comunicazione tra le cellule nervose
  • svolge un ruolo nel ciclo dell’urea, come l’ammoniaca, donando gruppi amminici che portano alla formazione di urea;
  • partecipa alla gluconeogenesi;
  • trasporta equivalenti riducenti come vettore malato-aspartato – derivato ossidato (deidrogenato) dell’acido malico – utilizzando l’interconversione tra aspartato e ossalacetato;
  • dona un atomo di azoto nella biosintesi dell’inosina, il precursore delle basi puriniche;
  • funge da accettore di idrogeno in una catena di ATP sintasi;
  • l’acido L-aspartico dietetico agisce come un inibitore della beta-glucuronidasi, che regola la circolazione enteroepatica della bilirubina e degli acidi biliari;
  • l’aspartato stimola i recettori NMDA – anche se non così fortemente come il neurotrasmettitore dell’amminoacido L-glutammato.

L’acido L-aspartico viene abbondantemente assunto con la dieta grazie alla sua diffusa presenza nelle proteine alimentari – in alcune più di altre. I cibi più ricchi di acido aspartico sono quelli di origine animale; alcuni esempi sono: prodotti della pesca (soprattutto ostriche), carne – sia bianca che rossa – ma anche lavorata (salumi e insaccati), selvaggina ecc.;

È comunque presente in molte fonti vegetali, come i semi germogliati, fiocchi d’avena, avocado e asparagi, germogli di canna da zucchero e melassa di barbabietola da zucchero ecc.

Il dolcificante aspartame è formato da acido aspartico, fenilalanina, trimero di formaldeide.

L’acido aspartico è anche disponibile come integratore alimentare, in varie forme. L’acido D-aspartico viene proposto come booster del testosterone ma, come vedremo, la sua utilità è più che controversa.

La molecola più implicata nella formulazione degli integratori alimentari basati sul ruolo specifico dell’amminoacido in questione è l’acido D-aspartico, ovvero l’isomero con minori ruoli biologici rispetto al più diffuso L-acido aspartico.

I presunti effetti dell’acido D-aspartico sarebbero di miglioramento degli ormoni sessuali e, più precisamente, del testosterone.

Il dosaggio utile di acido D-aspartico può oscillare, da poco più di 2.5 g / die a 3.0 g /die; dosi superiori si sono dimostrate non solo inutili, ma addirittura controproducenti.

Redazione amaperbene.it

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