Piante ed erbe

Rosa moschata, Rosa rubiginosa, Rosa canina, Rosa Englanteria L.

Il nome Rosa mosqueta è un termine generico di origine spagnola, con il quale si indicano alcune specie di rose selvatiche importate in Sud America dagli Spagnoli, e precisamente Rosa Moschata, Rosa canina, e Rosa eglanteria: quest’ultima, alla quale è attribuito dai botanici il sinonimo di Rosa affinis rubiginosa, rappresenta la specie maggiormente coltivata ed utilizzata per le sue proprietà officinali.

La Rosa affinis rubiginosa, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, è un arbusto selvatico perenne che raggiunge un’altezza di 2-3 metri; originario dell’Europa e dell’Asia occidentale, è nota in Italia come rosa balsamina; ha con una base legnosa dotata di spine; le foglie sono lunghe 5-9 cm, pennate, ovali e con margine seghettato, ricoperte di peluria su entrambe le pagine.  La pianta produce fiori rosa a cinque petali, con la base che sfuma nel bianco, e nella parte centrale spicca il color giallo dorato dei numerosi stami; ha un aroma che ricorda quello delle mele; i fiori sono caratterizzati da un diametro di circa 4-5 cm, con 5 petali che vanno dal rosa al bianco e numerosi stami gialli. I frutti sono bacche ovoidali, che, inizialmente verdi, maturando virano al rosso arancio vivo e quindi diventano color rosso scuro; esse contengono numerosi semi che rappresentano la parte officinale della pianta.

La pianta cresce spontanea in ambienti soleggiati e umidi, con temperature che vanno dai 3°C a 27°C e con precipitazioni dai 500 ai 1500 mm l’anno; predilige un clima umido e freddo e necessita di freddo nella stagione invernale per favorire la germinazione dei suoi semi. Originaria dell’Europa ad eccezione dell’estremo nord. La zona in cui è maggiormente acclimatata è la regione delle Ande, in particolare l’altopiano del centro-sud del Cile, dove è nota col nome popolare di Rosa mosqueta. La popolazione India Araucana (Mapuche), un popolo Amerindo originario del Cile centrale, sembra abbia utilizzato per prima la Rosa mosqueta per le sue proprietà benefiche per la pelle.

Tipico del genere Rosa, il cinòrrodo è un falso frutto; deriva dall’ingrossamento del ricettacolo, è carnoso e forma una coppa che contiene gli acheni, i veri frutti di colore giallo o marrone, frammisti a peli. La forma, il colore e le dimensioni dei cinorrodi delle diverse specie varia molto: a maturazione sono arancioni o rossi tra 15 e 25 mm di lunghezza; possono avere forma allungata o sferica ed essere ricoperti o meno da sottili aculei. Nella parte superiore è possibile vedere i resti degli stami e dei sepali. Al loro interno sono presenti i veri frutti (da 10 a 30 acheni), che a loro volta contengono ognuno un seme. Nelle varietà di rosa definite “botaniche” i cinorrodi costituiscono una caratteristica ornamentale.

Il nome “Rosa mosqueta” è un termine di origine spagnola utilizzato per indicare le rose selvatiche. Scientificamente è un errore parlare di “Rosa mosqueta”, tuttavia, data la somiglianza botanica, questo termine viene utilizzato per unire diversi tipi di rose selvatiche in un unico gruppo.

Proprietà e indicazioni

Dai semi della Rosa mosqueta si estrae un olio naturalmente ricco dei preziosi acidi grassi insaturi, acido oleico e linoleico, presenti in altissima percentuale, oltre a vitamina A, C, E, licopene, carotenoidi e fitosteroli, sostanze antiossidanti naturali, fondamentali per proteggere le cellule della pelle dall’ossidazione, favorire i processi di rigenerazione cellulare e il rinnovamento dei tessuti epidermici.

L’olio di Rosa mosqueta è uno fra i più pregiati oli utilizzati in cosmetica per le sue proprietà riparative ed elasticizzanti su pelle e capelli; è indicato per mantenere la fisiologica integrità della pelle, aiutare a ridurre gli effetti deleteri del trascorrere del tempo, rallentando la formazione delle rughe superficiali e di espressione. In particolare è consigliato per rinnovare e nutrire le pelli mature, secche, sciupate dagli anni o trascurate, e inoltre per attenuare gli inestetismi cutanei come smagliature, cicatrici, scottature solari, macchie causate dall’età o da una eccessiva e imprudente esposizione al sole, o come residuo dell’acne.

E’ consigliabile privilegiare l’olio che si presenta di colore arancio-salmone, che indica chiaramente che è stato estratto meccanicamente a freddo, di qualità ed efficacia superiori rispetto a quello raffinato, di colore giallino, che però si conserva più a lungo di quello non raffinato e irrancidisce con minore facilità. Per una migliore conservazione dell’olio vergine infatti, l’olio di Rosa mosqueta spremuto a freddo deve essere conservato al fresco, lontano da fonti calore e dalla luce diretta del sole per evitare che irrancidisca e produca sostanze tossiche, utilizzando contenitori in vetro scuro, che lo salvaguardino dalle radiazioni solari. Si trova, come ingrediente, nella formulazione di prodotti antirughe o in creme elasticizzanti per cicatrici (da brufoli ed acne) e smagliature (come prevenzione).

Principali componenti

Acidi grassi polinsaturi: 80% di omega 3 e omega 6 (di cui 35% acido alfa-linolenico e 45% acido linoleico); Vitamina E (tocoferolo); Vitamina A (carotenoidi); Fitosteroli. I frutti di rosa canina selvatica sono particolarmente ricchi di vitamina C, contenendone di norma 426 mg per 100 g lo 0,4% in peso.

Proprietà salutistiche principali

Le principali proprietà benefiche dell’olio di Rosa mosqueta sono l’azione cicatrizzante ed elasticizzante sulla pelle. L’olio dei semi di rosa mosqueta può essere utilizzato sul viso quotidianamente, puro (per toccature) o miscelato in una crema idratante. Utile per favorire i processi riparativi della pelle e contrastare la formazione degli inestetismi delle rughe (invecchiamento precoce).

Usi dei cinorrodi della Rosa canina

Con i cinorrodi della Rosa canina, molto ricchi di vitamina C, si può preparare una confettura, integratori alimentari, oppure infusi con acqua bollente, popolarmente indicati a sollievo del raffreddore nonché un piacevole liquore ottenuto dopo infusione per un mese circa dei cinorrodi con alcool alimentare, zucchero e acqua. Come sottoprodotto nella produzione delle polpe di cinorrodi si può produrre anche un olio di semi, di cui si vantano molti pregi nella applicazione cutanea, a cui è stato attribuito il nome INCI: ROSA RUBIGINOSA SEED OIL.

In Slovenia viene prodotta una bibita analcolica, la Cockta.

In Svezia i cinorrodi sono la base della nyponsoppa, letteralmente zuppa di rosa canina, che viene servita come dessert o come antipasto.

Controindicazioni

Non sono riportati effetti collaterali alle dosi terapeutiche, fatta eccezione di sensibilità individuale alla pianta.

Curiosità

In Australia, come molte altre Specie aliene, le rose mosqueta rappresentano un organismo invasivo.

In Nuova Zelanda è considerata una pianta soggetta a restrizioni; in Auckland, in Canterbury e nelle regioni meridionali se ne vieta la vendita, propagazione e distribuzione. Il “New Zealand Department of Conservation” classifica le rose mosqueta come “environmental weed” (nociva per l’ecosistema locale).

Le rosa mosqueta sono considerate infestanti anche in Sud Africa, dove non possono più essere piantate o propagate, sia per seme che per talea.

Redazione amaperbene.it

AMAxBenE è l’acronimo di AliMentAzione per il BenEssere

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