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Il killer silenzioso: La risposta infiammatoria

Il killer silenzioso - p.1

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L’espressione “il killer silenzioso” si riferisce all’infiammazione cronica, perché è un processo che può rimanere silente a lungo, senza dare segni evidenti ma contribuendo ogni giorno al deterioramento della salute, indebolendo tessuti e organi, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche, neurodegenerative e persino del cancro. Questo tipo di infiammazione, spesso causata da abitudini scorrette (dieta, stress, sedentarietà), può essere contrastata attraverso un’alimentazione ed uno stile di vita antinfiammatorio.

Si stima che oltre il 50% dei decessi nel mondo sia attribuibile a malattie infiammatorie croniche ed in effetti, molte malattie croniche condividono uno stato infiammatorio persistente di basso grado. Comprendere come nasce e si alimenta l’infiammazione fornisce dunque una chiave cruciale per prevenire e gestire disturbi molto diversi tra loro.

L’infiammazione

L’infiammazione, detta anche risposta infiammatoria, flogosi o risposta flogistica, è una risposta di difesa dell’organismo (risposta non specifica, innata) che si attiva in presenza di un insulto o danni ai tessuti di varia natura, incluso quello causato da agenti patogeni (batteri, virus, parassiti, funghi) in grado di provocare malattie.

L’infiammazione è un processo complesso indispensabile per contrastare e neutralizzare l’agente che lo ha causato, riparare il danno prodotto e ripristinare le normali funzioni del tessuto o organo coinvolto. Nonostante sia di per sé una risposta volta a proteggere l’organismo, se non opportunamente regolata può causare danni.

Consiste in una serie di eventi che avvengono uno dopo l’altro secondo una successione precisa e che nella fase iniziale sono caratterizzati da:

  • dilatazione dei vasi sanguigni (vasodilatazione) e aumento del flusso di sangue al loro interno
  • aumento della permeabilità dei vasi sanguigni, con rilascio all’esterno di liquidi, proteine e globuli bianchi (leucociti, cellule del sangue) che formano il cosiddetto essudato nella zona in cui è avvenuto il danno

Nel sito dell’infiammazione, detto anche focolaio flogistico, si accumulano cellule che svolgono diverse funzioni tra cui:

  • produzione di fattori che contribuiscono all’avvio, al mantenimento e alla risoluzione dell’infiammazione
  • eliminazione diretta degli agenti che l’hanno causata
  • stimolazione della risposta immunitaria

L’infiammazione serve dunque a distruggere, eliminare, diluire e confinare l’agente lesivo, ma allo stesso tempo mette in moto una serie di meccanismi che agevolano la riparazione o la sostituzione del tessuto danneggiato. Obiettivo finale è ripristinare lo status quo ante.

Le cause dell’infiammazione possono essere le più disparate:

  • agenti esterni (cause esogene): infezioni (batteri, virus, funghi), traumi (meccanici, fisici, chimici), sostanze chimiche (veleni, solventi).
  • fattori interni (cause endogene): reazioni autoimmunitarie, tumori maligni, danno immunomediato, ictus, infarto, stress ossidativo.

Certamente la causa più comune dell’infiammazione è costituita da batteri, virus e funghi. Ne sono un esempio le comuni malattie infettive dell’apparato respiratorio (come laringiti, faringiti, bronchiti etc.) o di altri organi e apparati (ad esempio, congiuntivite, otite etc). Ma anche fattori di natura non infettiva possono scatenare reazioni infiammatorie definite “sterili” quali, ad esempio, traumi fisici, ustioni, congelamento, punture d’insetto, corpi estranei all’interno di una ferita, contatto con sostanze chimiche nocive o prodotte all’interno dell’organismo nel corso del metabolismo (prodotti metabolici) o esposizione a radiazioni. La risposta infiammatoria, quando i meccanismi che la regolano sono difettosi, può anche manifestarsi sotto forma di reazione eccessiva o sregolata come accade, ad esempio, nel caso delle allergie o delle malattie autoimmuni.

Clinicamente i segni cardine dell’infiammazione sono, in questo ordine preciso:

  • calore (calor): aumento della temperatura nella zona interessata.
  • rossore (rubor): arrossamento della pelle.
  • dolore (dolor): sensazione dolorosa.
  • gonfiore (tumor): edema o gonfiore del tessuto.
  • perdita di funzione (functio laesa): limitazione o perdita della funzione del tessuto o organo coinvolto

Sono manifestazioni delle modificazioni tissutali che consistono in vasodilatazione, aumento della permeabilità dei capillari, stasi circolatoria, infiltrazione leucocitaria (con marginazione, rotolamento e adesione sulla superficie endoteliale di leucociti attraverso l’espressione di molecole di adesione, fase finale di extravasazione leucocitaria attraverso l’endotelio, chemiotassi per risposta dei leucociti presenti nello spazio interstiziale agli agenti chemiotattici, i quali li indirizzano verso la sede del danno).

Redazione amaperbene.it

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