Disuguaglianza
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L’Italia delle disuguaglianze: Disparità di reddito e ricchezza

Focus - Disuguaglianza

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L’1% più ricco della popolazione detiene una quota significativa della ricchezza nazionale, mentre una parte consistente della popolazione vive in condizioni di povertà, con un’incidenza che rimane elevata nonostante la crescita del mercato del lavoro. 

In Italia, esiste un notevole divario economico tra Nord e Sud, con il Nord che generalmente presenta redditi più alti e un tasso di sviluppo economico maggiore rispetto al Sud. Questo divario si manifesta in vari settori, inclusi il PIL pro capite, il mercato del lavoro e la qualità dei servizi.

Ecco alcuni punti chiave che evidenziano la disparità:

  • Distribuzione della ricchezza: In Italia, dati recenti mostrano che la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza è elevata, con una quota significativa della ricchezza detenuta da una piccola percentuale della popolazione. Ad esempio, uno studio ha rilevato che l’1% più ricco possiede una quota di ricchezza nazionale che è 20 volte superiore a quella detenuta dal 20% più povero della popolazione, secondo Il Sole 24 Ore.

Questa concentrazione della ricchezza è spesso accompagnata da altre disuguaglianze, come la disparità di reddito e l’accesso a beni e servizi essenziali. La concentrazione della ricchezza non è un problema esclusivo dell’Italia, ma è un fenomeno globale, con l’1% più ricco della popolazione mondiale che detiene una quota significativa della ricchezza globale.

Diversi fattori contribuiscono alla concentrazione della ricchezza, tra cui le politiche fiscali, le dinamiche del mercato del lavoro e le differenze nell’accesso al capitale e alle opportunità. Le implicazioni di questa concentrazione sono ampie e possono includere una maggiore instabilità sociale, un rallentamento della crescita economica e una diminuzione del benessere generale, secondo Oxfam Italia.

  • PIL pro capite: Nel 2022, ultimo anno per cui sono disponibili le stime dei Conti territoriali a livello di singole regioni, il PIL pro-capite a prezzi correnti delle regioni del Nordovest è pari a 40.900 euro e risulta essere circa il doppio di quello del Mezzogiorno (21.700 euro).

Rispetto al 2007, le distanze tra il Mezzogiorno e il resto del Paese si sono ampliate: il divario negativo nei confronti del valore medio nazionale è cresciuto, in termini assoluti, dai 9mila del 2007 a 11,3mila euro del 2022; a peggiorare, in termini relativi, è anche la posizione delle regioni del Centro (il vantaggio rispetto alla media nazionale si riduce da 3,8mila a 2,1mila euro). Tra le regioni, il Piemonte al Nord e il Lazio al Centro mostrano una riduzione del differenziale positivo; nel Mezzogiorno, solo la Basilicata, pur mantenendo un livello di Pil pro-capite inferiore a quello medio nazionale, evidenzia un recupero.

  • Mercato del lavoro: Il Nord generalmente offre più opportunità e salari più alti, mentre il Sud presenta una maggiore percentuale di lavoratori con salari bassi e un tasso di disoccupazione più elevato rispetto al Nord. Questo divario si manifesta in diversi modi, tra cui il tasso di occupazione (al Nord era significativamente più alto – pari al 69,7 nel 2024 – rispetto al Sud – 49,3%), il tasso di disoccupazione (nel Nord era del 4,0%, mentre nel Sud era dell’11,9%), il numero di giorni lavorati (al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, mentre al Sud si lavora in media 228 giorni, con una differenza di 27 giorni all’anno), e le retribuzioni medie giornaliere (al Nord più alte rispetto a quelle del Sud, con un differenziale di circa il 35%. Nel 2023, la retribuzione media giornaliera al Nord era di 104 euro lordi, mentre al Sud era di 77 euro).

Cause del divario:

  • Il divario è determinato da diversi fattori, tra cui la diversa struttura produttiva, con il Nord che ospita più grandi aziende e multinazionali, e il Sud che presenta una maggiore presenza di piccole e medie imprese.
  • Il Sud soffre di un ritardo storico e di una minore capacità di attrarre investimenti.
  • Anche la diversa dotazione infrastrutturale e le dinamiche storiche hanno contribuito a creare questo divario.
  • Le differenze geografiche e la maggiore vicinanza del Nord ai mercati europei hanno giocato un ruolo nello sviluppo economico delle regioni settentrionali.

Conseguenze del divario:

  • Il divario nel mercato del lavoro ha conseguenze sulla crescita economica, sulla coesione sociale e sul benessere dei cittadini.
  • La difficoltà di trovare lavoro e la precarietà lavorativa nel Sud contribuiscono alla migrazione di giovani e professionisti verso il Nord o l’estero, sottraendo risorse umane qualificate al Mezzogiorno.
  • Le differenze di reddito e di opportunità lavorative generano disuguaglianze sociali e territoriali che possono avere ripercussioni negative sulla qualità della vita e sullo sviluppo del Paese.
  • Povertà: La povertà è più diffusa nel Sud, con un aumento dell’incidenza della povertà assoluta tra i minori e le famiglie numerose, mentre al Nord si registra una diminuzione.

Mentre il Mezzogiorno ha un tasso di povertà assoluta più elevato, e al Centro, il Nord sta sperimentando una crescita della povertà, in parte dovuta alla presenza di immigrati e alla difficoltà di integrazione.

Nel 2023, il Mezzogiorno contava oltre 2,4 milioni di persone in povertà assoluta, pari al 12,1% della popolazione. Le regioni del Sud sono caratterizzate da maggiori difficoltà economiche e sociali, con tassi di disoccupazione più elevati e minore accesso ai servizi. Il divario tra Nord e Sud in termini di sviluppo e qualità della vita persiste, con il Mezzogiorno che mostra ritardi in vari settori.

Secondo il Sole 24 ORE, il Nord ospita quasi un milione di famiglie indigenti, superando il Sud in termini assoluti. Il fenomeno della povertà nel Nord è spesso associato a una maggiore incidenza di lavoro irregolare e precarietà lavorativa.

Cause del divario:

  • Il divario tra Nord e Sud è storicamente legato a fattori geografici, economici e sociali.
  • Il Nord ha storicamente beneficiato di una posizione geografica più favorevole, con maggiore vicinanza ai mercati europei e un processo di industrializzazione più avanzato.
  • Il Sud ha sofferto di un modello di sviluppo basato principalmente sull’agricoltura e di una minore presenza di attività industriali, con conseguenti difficoltà economiche.
  • Secondo Agenzia Dire, il divario è accentuato da disparità nell’accesso all’istruzione, alla sanità e alle infrastrutture.
  • Le politiche di sviluppo e gli interventi pubblici hanno spesso mancato di affrontare in modo efficace le cause profonde del divario, perpetuando la disparità tra Nord e Sud.
  • Servizi: Le regioni del Nord offrono generalmente servizi più efficienti e una migliore qualità della vita rispetto al Sud, secondo quanto riportato da Etica ed Economia. Un cittadino meridionale mediamente riceve pertanto meno servizi e prestazioni rispetto a un residente nel Centro-Nord, secondo Welforum.

Al Sud, i servizi di prevenzione e cura sono spesso più carenti rispetto al Nord. Si registra una minore spesa pubblica sanitaria e tempi di attesa più lunghi per le prestazioni, soprattutto per le patologie più gravi, secondo Save the Children Italia.

In generale, il divario si estende ad altri servizi, come quelli educativi e sociali, con il Sud che spesso offre meno opportunità e risorse.

Cause del divario:

Le ragioni di questa disparità sono complesse e multifattoriali, ma possono essere ricondotte a:

  • Dinamiche storiche: Il divario Nord-Sud ha radici storiche, con il Nord che ha beneficiato di un processo di industrializzazione più precoce e di una maggiore vicinanza ai mercati europei, secondo Rubbettino editore.
  • Infrastrutture e investimenti: Il Sud presenta spesso infrastrutture meno sviluppate e un minore accesso agli investimenti, il che influisce sulla capacità di crescita economica.
  • Sistema produttivo: Il tessuto produttivo del Sud è spesso caratterizzato da una maggiore dipendenza dall’agricoltura e da settori meno dinamici rispetto al Nord.
  • Fattori culturali: Alcuni studiosi ipotizzano che esistano anche differenze culturali e di mentalità che contribuiscono al divario, sebbene questo sia un aspetto più controverso e dibattuto, secondo il Menabò di Etica ed Economia.

Conseguenze del divario:

Il divario Nord-Sud ha conseguenze significative sulla coesione sociale e sullo sviluppo complessivo del paese. La migrazione interna, la disuguaglianza sociale e la difficoltà di accesso ai servizi di base sono solo alcune delle problematiche che derivano da questa disparità, secondo Micromega.

In sintesi, il divario Nord-Sud in Italia è un problema complesso che riguarda diversi aspetti della vita sociale ed economica, con il Sud che affronta maggiori difficoltà in termini di servizi, occupazione e sviluppo complessivo.

Redazione amaperbene.it

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