Oppioidi sintetici: forti preoccupazioni per la salute pubblica

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In Europa e in Italia non esiste ancora, per fortuna, un’emergenza Fentanyl o altri oppioidi sintetici, ma è cruciale tenere ben informato il vasto pubblico su questo tema. Negli ultimi anni, l’uso di oppioidi ha portato a un aumento delle morti per overdose, soprattutto negli Stati Uniti, e la preoccupazione si sta estendendo anche in Europa. Tra aprile 2020 e aprile 2021 i morti per overdose negli Stati Uniti – dati ufficiali – sono stati 100.306, con un aumento del 28,5% rispetto ai 78.056 decessi dello stesso periodo dell’anno precedente. Di questi decessi oltre il 74% si stima sia stato causato da composti oppioidi, spesso in combinazione con altre sostanze.
Con l’aumento dei rischi legati agli oppioidi, è pertanto essenziale monitorare la situazione e adottare misure preventive per garantire la sicurezza della salute pubblica. I nuovi oppioidi sintetici sono composti chimici progettati per interagire con i recettori degli oppioidi nel nostro corpo; possono derivare dalla morfina, dal Fentanyl, o avere strutture chimiche diverse come nel caso di nitazeni e brorfina.
Gli effetti di questi oppioidi possono variare dall’euforia e analgesia alla sedazione, ma possono anche causare gravi conseguenze come perdita di coscienza, depressione del sistema nervoso centrale, bradicardia, nausea, vomito, costipazione, agitazione, effetti cardiovascolari, grave depressione respiratoria e intossicazione acuta letale. L’assunzione di queste sostanze può avvenire tramite iniezioni, per via orale o nasale, e sono disponibili in diverse forme come polvere, compresse o preparati iniettabili. Alcuni di questi oppioidi, come il Fentanyl, l’ossicodone e il metadone, sono approvati per uso medico e venduti solo con prescrizione.
Nel mercato delle droghe, il Fentanyl e analoghi sono spesso usati come agenti di taglio per l’eroina o addirittura come sostituto dell’eroina stessa, aumentando notevolmente il rischio di overdose a causa della sua estrema potenza e tossicità. Anche se il naloxone, un antidoto per le overdosi da oppioidi, può contrastare gli effetti dell’intossicazione, la sua efficacia può essere limitata dalla forza e dalla durata d’azione del Fentanyl. È però cruciale che le farmacie dispongano obbligatoriamente di naloxone e che l’uso di questo antidoto sia ampiamente conosciuto.
A causa della loro elevata potenza, i fentanili possono causare rapidamente un’intossicazione acuta potenzialmente letale a causa della depressione del centro respiratorio. In molti casi, la somministrazione tempestiva di un antagonista oppioide chiamato naloxone può invertire rapidamente gli effetti di questa intossicazione.
Attualmente, l’attenzione è rivolta soprattutto al Fentanyl, un oppioide sintetico particolarmente potente e circa 100 volte più efficace della morfina nel trattamento del dolore. Viene utilizzato legalmente per anestesia generale e per alleviare il dolore terminale nei pazienti oncologici. Tuttavia, la sua crescente diffusione nel mercato nero, insieme ai suoi analoghi, ha sollevato gravi preoccupazioni per la salute pubblica.
Ma non si possono ignorare altri oppioidi, in primo luogo i nitazeni che possono essere fino a 50 volte più potenti del fentanyl. I nitazeni sono oppioidi sintetici, quindi prodotti in laboratorio; agiscono in modo simile agli oppiacei derivati dal papavero, come l’eroina, ma sono molto più potenti e soprattutto sono difficili da dosare.
I nitazeni sono importanti come agonisti selettivi dei recettori μ-oppioidi, attivi a livello centrale (SNC); sono stati sviluppati negli anni ‘50 da un’azienda farmaceutica svizzera, CIBA AG, che, dopo la fusione con Sandoz, è diventata Novartis nel 1996. Questi oppioidi erano inizialmente sviluppati come analgesici, quindi come antidolorifici.
Come frequentemente accade, le reti criminali hanno recuperato la ricetta e i nitazeni sono apparsi sulle strade negli Stati Uniti, in Canada, e poi in Europa a partire dal 2019, verosimilmente a causa della diminuzione della produzione di oppio in Afghanistan. Oggi, la loro produzione, logistica e commercio avvengono illegalmente principalmente dalla Cina. In questo modo, dal 2019, i nitazeni si sono diffusi come “nuovi oppioidi sintetici” nei mercati degli stupefacenti nordamericani ed europei e, come tali, sono diventati una componente determinante dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Questa avrebbe causato più di un milione di overdose fatali tra la fine degli anni ’90 e il 2023, come riportato da Wikipedia.
Nel 2023, 28 paesi hanno segnalato la presenza di una ventina di tipi diversi di nitazeni alle Nazioni Unite. Dodici di questi sono ora sotto controllo internazionale.
I nitazeni rappresentano comunque un rischio mortale, perché la loro potenza è incredibile: anche se una persona tollera gli oppioidi, i nitazeni sono così potenti che una quantità minima, equivalente a un granello di sabbia, può contribuire a provocare un’overdose respiratoria.
Oggi, la grande sfida legata a questa sostanza mortale è però riuscire a rilevarla, dato che molti test tossicologici disponibili sul mercato non sono in grado di farlo. Durante un’autopsia, inoltre, è possibile che i medici analizzino solo le prime droghe trovate nel corpo, trascurando la presenza dei nitazeni. E’ bene tuttavia precisare che esistono test di rilevamento, anche rapidi, del nitazane, basta non sottovalutare il problema.
Gli esperti in dipendenze mettono tuttavia in guardia nei confronti della minaccia di una possibile ondata di questo tipo di sostanze anche sul suolo europeo. Non è possibile prevedere quando ciò potrebbe verificarsi, per cui è importante non essere impreparati. Tra le diverse misure per prepararsi, gli specialisti propongono di creare più spazi di drug checking, dove i consumatori possono far analizzare le loro sostanze e conoscere la loro composizione, un miglior accompagnamento delle persone con dipendenze, spesso stigmatizzate, una maggiore sensibilizzazione della popolazione sul tema delle droghe e sulle manovre di primo soccorso in caso di overdose. Le associazioni chiedono agli Stati di investire maggiormente in questo settore.
In Italia, la circolazione di queste droghe, per fortuna, è ancora limitata ma comunque preoccupante. Lo Stato cerca di reagire adottando un provvedimento dopo l’altro, mettendo a sistema i tasselli di un mosaico complesso e rapidissimo nei mutamenti, per prevenire l’emergenza,
A metà agosto, tra le pagine della Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il decreto del ministero della Salute sull’«individuazione delle strutture pubbliche di base deputate agli accertamenti medico-legali e tossicologico-forensi»: un documento corposo che aggiorna l’elenco dei laboratori (una ventina quelli coinvolti) per le analisi sulle sostanze stupefacenti, in particolare sui campioni sequestrati dalle forze dell’ordine, secondo una geografia che copre l’intero Paese e – soprattutto – disciplina un ampio spettro di droghe tra le quali il fentanyl e affini. A fine agosto, poi, sempre in Gazzetta ufficiale è stato recepito un regolamento dell’Unione europea sul controllo dei precursori delle droghe, quei composti di base – di per sé legali e impiegati variamente nella chimica – soggetti a monitoraggio perché sfruttabili anche per sintetizzare illecitamente degli stupefacenti. L’ultima novità è l’inserimento in questo elenco di due nuovi precursori (”4-piperidone” e “1-boc-4-piperidone” i loro nomi) «utilizzati nella maggior parte dei metodi di sintesi illecita per ottenere fentanil e analoghi del fentanil, stupefacenti molto potenti – si ribadisce nel regolamento europeo fatto proprio anche dall’Italia -, da 10 a 100 volte più forti dell’eroina. Di conseguenza, modesti quantitativi di 4-piperidone e 1-boc-4-piperidone (in kg) sono sufficienti per produrre milioni di dosi di prodotti finali di fentanili». Alert che si traducono in un ferreo controllo sulla tracciabilità e sul commercio – anche con l’estero – di questi elementi, con obblighi in capo alle aziende.
Era il marzo del 2024 quando il governo presentava il «piano di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e altri oppioidi sintetici», e oggi l’attenzione rimane alta. L’impone la velocità di questo business illegale. «Negli ultimi 15 anni abbiamo visto un’evoluzione importante: accanto alle “vecchie” droghe di origine naturale estratte da piante, si sono associate quelle sintetiche», ragiona il professor Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni dell’Irccs Maugeri di Pavia, laboratorio di riferimento a livello nazionale per le intossicazioni da nuove sostanze psicoattive. È l’aspra legge di un mercato oscuro: «Le droghe sintetiche non sono soggette ai vincoli del meteo per la coltivazione, hanno costi più bassi e tempi molto contenuti – rileva Locatelli -. Il futuro andrà sempre più in questa direzione: il canale di vendita privilegiato è internet, siamo di fronte a un negozio globale aperto 24 ore su 24». Quanto al fentanyl, «un massacro negli Usa», in Italia ha altre proporzioni: «Lo rintracciamo sporadicamente anche nelle intossicazioni (casi acuti di consumatori che finiscono in ospedale, ndr) ed è capitato anche in alcuni decessi, pur con numeri limitatissimi – specifica il tossicologo -. In Italia vediamo più spesso intossicazioni da nitazene, un’altra famiglia di oppioidi ancora più forti dei fentanili, un potenziale disastro su cui è necessario alzare le antenne. La scelta del governo di varare un piano nazionale è stata giusta: è necessario giocare d’anticipo, sulla prevenzione». È lo stesso principio che si nota negli ultimi interventi normativi: intercettare tempestivamente ogni segnale di rischio. «I precursori – spiega Locatelli – sono sostanze utilizzate per produrre queste molecole. È un mondo vasto, al cui interno c’è un lavoro dietro le quinte delle agenzie pubbliche: da un lato bisogna fermare eventuali “partite” destinate a usi illeciti, dall’altro lato è necessario garantire la produzione di ciò che è lecito. Il fentanyl è infatti un farmaco essenziale in ambito medico per la terapia del dolore». È invece l’uso “distorto”, quello che matura nei circuiti della marginalità e della dipendenza, che va circoscritto.
E’ possibile rimanere al passo dei continui frenetici mutamenti? In Europa sono state censite oltre mille sostanze psicoattive, e vengono scoperte fino a un centinaio di molecole l’anno.