Pillole di Conoscenza

La dieta EAT-Lancet sembra ridurre l’incidenza di demenza nei non portatori del gene APOE ε4.

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Un recente studio condotto da ricercatori della University of Gothenburg e della Kristianstad University, in Svezia e pubblicato sulla rivista The Journal of Prevention of Alzheimer’s Disease

per valutare l’associazione tra aderenza alla dieta EAT-Lancet e il rischio di malattia di Alzheimer (MA), demenza vascolare e demenza legata a qualunque causa dimostra che seguire la dieta ecosostenibile EAT-Lancet non ha effetti negativi sulla salute cerebrale, anzi, si associa a una riduzione del rischio di alcuni tipi di demenza in soggetti con un particolare assetto genetico.

Questo studio, seppure preliminare, apre nuove prospettive sulla relazione tra alimentazione, salute cerebrale e prevenzione della demenza, anche se sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati.

La dieta EAT-Lancet è un regime alimentare presentato nel 2019 da un gruppo di esperti internazionali come dieta di riferimento sana e concepita per essere sostenibile dal punto di vista ambientale. In sintesi, si tratta di un regime alimentare prevalentemente basato su alimenti di origine vegetale, con un consumo limitato di prodotti di origine animale come pesce, latticini e carne, pensato per poter essere adattato alle diverse tradizioni culinarie a livello globale e per rispettare i “limiti” planetari.

I ricercatori hanno utilizzato un’ampia coorte svedese (n = 25.898, età = 45-73 anni) costituita da partecipanti allo studio svedese Malmö Diet and Cancer, uno studio di coorte a lungo termine (n = 68.905) condotto su individui svedesi, avviato tra il 1991 e il 1996, seguiti per un follow up medio di 18 anni. Per valutare la solidità delle stime, l’aderenza alla dieta è stata calcolata sulla base di sette modelli precedentemente costruiti (EAT-Lancet diet scores). Sono stati inoltre stimati gli impatti delle covariate, incluso lo stato di APOE ε4.

I risultati dello studio hanno rivelato che la dieta EAT-Lancet non esacerba il rischio di demenza, anzi potenzialmente riduce l’incidenza di demenza nei non portatori del gene APOE ε4.

I progressi nella ricerca medica e negli interventi clinici stanno permettendo agli esseri umani di vivere più a lungo che mai. Sebbene i benefici di questi progressi non possano essere sottovalutati, hanno portato a una maggiore sopravvivenza della popolazione globale oltre l’età riproduttiva, aumentando l’incidenza di malattie non trasmissibili legate all’età, come tumori e demenza.

Per contrastare il peso di queste malattie, diversi studi scientifici, passati e in corso, mirano a svelare i fattori di rischio associati, fornendo così alle agenzie di sanità pubblica le conoscenze necessarie per ridurne l’incidenza. Utilizzando i risultati di queste ricerche, la Lancet Commission on Dementia Prevention ha identificato diversi (n = 14) fattori modificabili che possono esacerbare il rischio di demenza, tra cui l’inattività fisica, il fumo, il consumo di alcol e l’obesità.

Sebbene la dieta non sia stata esplicitamente elencata, ricerche precedenti hanno confermato la sua associazione con gli esiti neurodegenerativi. Alcune diete “sane”, come la dieta mediterranea (MeDi), hanno dimostrato di ridurre il rischio di demenza, mentre diete non sane come la dieta occidentale (WD) lo esacerbano.

Ulteriori analisi suggeriscono inoltre una potenziale interazione tra la dieta EAT-Lancet e lo stato APOE 𝜀 4 in relazione alla MA e alla demenza per tutte le cause, con una riduzione del rischio di MA e demenza per qualunque causa nei non portatori dell’allele ε4 di APOE (APOE 𝜀 4), ma non in chi era portatore di tale allele, un importante fattore di rischio genetico per la MA sporadico. Questo legame con la predisposizione genetica è emerso con diversi modelli, mentre non sono state osservate associazioni con il rischio di demenza vascolare. “Studi futuri dovrebbero prendere in considerazione i potenziali effetti dello stato dell’APOE 𝜀 4 sull’associazione e le implicazioni delle differenze metodologiche nel misurare l’aderenza alla dieta EAT-Lancet” concludono gli autori, che con le loro analisi non hanno osservato i potenziali effetti negativi della dieta EAT-Lancet sulla salute del cervello, ipotizzati in un precedente studio.

Samuelsson J, Glans I, Stubbendorff A, Ericson U, Palmqvist S, Hansson O, Sonestedt E. Associations between the EAT-Lancet planetary health diet and incident dementia. J Prev Alzheimers Dis. 2025 Apr 12:100166. doi: 10.1016/j.tjpad.2025.100166. Epub ahead of print. PMID: 40222839.

Redazione amaperbene.it

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