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Cucina fusion, cucina ibrida, novità e bizzarrie gastronomiche

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La cucina fusion, è la pratica di combinare elementi culinari di diverse tradizioni culturali per creare nuovi piatti e sapori; ovvero, si tratta di mescolare ingredienti, tecniche, influenze e sapori provenienti da diverse cucine per dare vita a creazioni originali e innovative e/o offrire esperienze di gusto uniche e spesso inaspettate.

Il termine cucina fusion, aggiunto all’Oxford English Dictionary nel 2002, è definito come “uno stile di cucina che fonde ingredienti e metodi di preparazione provenienti da diversi paesi, regioni o gruppi etnici; cibo cucinato in questo stile“.

La cucina fusion consente agli chef e ai cuochi amatoriali di sperimentare e di superare i confini culinari tradizionali.

In italiano, sia “cucina fusion” che “cucina ibrida” sono termini usati per descrivere l’atto di combinare elementi di diverse tradizioni culinarie per creare nuovi piatti o intere esperienze gastronomiche. In pratica, si tratta di una cucina che mescola ingredienti, tecniche e sapori provenienti da diverse culture. Esistono tuttavia talune differenze sottili:

  • Cucina fusion: termine di origine anglosassone più comunemente usato; si riferisce più specificamente all’incontro tra cucine diverse per creare nuove combinazioni.
  • Cucina ibrida: questo termine può essere considerato un sinonimo di “fusion”, ma a volte viene usato per enfatizzare la fusione di elementi provenienti da tradizioni distanti tra loro e sottolineare una gamma più ampia di mescolanze, che include elementi non solo culinari, ma anche di altro tipo, come ad esempio culturali o sociali.

In sintesi, alla fin fine, non c’è una differenza sostanziale tra i due termini, e entrambi si riferiscono alla pratica di creare piatti innovativi attraverso la fusione di diverse tradizioni culinarie. Piuttosto, mentre la cucina fusion è una forma specifica di cucina ibrida, la cucina ibrida ha un significato più ampio che può includere la fusione di diversi elementi oltre alla semplice cucina.

Alcuni esempi:

  • Cronut: È un dolce incrocio tra un croissant e un doughnut (la ciambella americana), fritto e glassato, infine riempito di crema; unisce gli strati sfogliati di un croissant alla forma circolare e alla preparazione fritta di una ciambella. È stato inventato nel 2013dal pasticcere francese Dominique Ansel nella sua panetteria di New York City. Il cronut è noto per la sua consistenza unica: croccante e burrosa all’esterno e morbida e ariosa all’interno.  Dominique Ansel cambia il sapore del cronut ogni mese, senza mai ripetere lo stesso sapore.

 

  • Guacamole Hummus: Una fusione tra guacamole con abbondante hummus di ceci, pare essere una delle ossessioni contemporanee più diffuse. La soluzione per chi non sa mai scegliere quale dei due mangiare.

 

 

  • Pizza Burger: Un hamburger con una base di pizza come pane.

 

 

 

  • Pizza Taco: È una fusione culinaria che combina la pizza fritta napoletana, che conferisce una consistenza croccante, piegata a forma di taco messicano.
    Una pizza piegata su sé stessa, farcita con abbondante carne tritata e lattuga, più varie salse.

 

 

  • Ramen Burger: creato nel 2013 da Keizo Shimamoto, ha riscosso grande successo al mercato alimentare Smorgasburg di New York; non è altro che un hamburger con polpette racchiuse tra due “panini” fatti di noodles ramen pressato e saltato; i “bun” sono composti da noodles ramen, legati con una salsa segreta e cotti fino a diventare compatti; può essere personalizzato con altri ingredienti come verdure grigliate, salse e condimenti.

 

  • Spaghetti Tacos: Gli spaghetti tacos sono un piatto che combina gli spaghetti, tipici della cucina italiana, con i tacos, tipici della cucina messicana. In pratica, si tratta di un taco, una tortilla solitamente di mais, piegata, riempita con spaghetti al sugo, spesso con l’aggiunta di formaggio. L’idea è nata come gag nella serie televisiva “iCarly” e, nonostante la sua apparente stranezza, ha riscosso un certo successo, diventando un piatto curioso e a volte apprezzato.

 

  • Sushi Burrito:Un burrito avvolto in un foglio di alga nori, con ingredienti tipici del sushi. Il sushi è un piatto tipico della cucina giapponese a base di pesce crudo arrotolato attorno a condimenti di vario genere. Il burrito è invece un piatto messicano costituito da una tortilla che viene farcita con vari ingredienti tra cui carne, fagioli, formaggio e salse. Dall’incontro di queste due specialità nasce il sushi burrito,

Il sushi burrito, tuttavia, non unisce gli ingredienti dell’una e dell’altra ricetta: l’unione è più concettuale. La tortilla del burrito viene sostituita dai fogli di alga nori. Su questi si stende il riso e tutti gli altri ingredienti pensati per la farcitura. La farcitura riprende tutti gli ingredienti tipici del sushi: non vediamo, quindi, il manzo e i fagioli del burrito, ma pesce, maionese, ranchera, guacamole… Il sushi-burrito riprende quindi gli ingredienti e i sapori del classico sushi e il concetto del burrito: il sushi diventa qualcosa da tenere in mano, mangiare per strada mentre si cammina o comodamente seduti su una panchina senza bisogno di posate.

  • Teriyaki Burritos: unisce tradizioni messicane e giapponesi; è composto da: pollo alla griglia marinato in salsa teriyaki, salsa di ananas, riso messicano, noodles croccanti, scalogno e lattuga. L’autentica salsa teriyaki giapponese unisce salsa di soia, mirin, zucchero e sakè per creare un gusto decisamente deciso, mentre le versioni occidentali aggiungono miele, aglio e zenzero per un tocco in più.

 

  • Torta di gelato:Una torta composta da strati di gelato e altri ingredienti come biscotti, frutta o cioccolato. Non se ne conoscono le origini, ma si pensa che risalga alla fine del 19° secolo, ma la certezza è che non si è pienamente diffusa fino al 20° secolo, momento in cui i prodotti lattiero-caseari risultavano di più facile accesso. Un sodalizio tra crema e gelato che non può lasciare indifferenti.

 

  • Zuppa di ravioli cinesi: La wonton soup, o zuppa di wonton, è un piatto tradizionale che viene consumato soprattutto in inverno. I wonton sono dei ravioli a base di farina e acqua che possono essere fritti oppure lessati e serviti in brodo. I sapori della zuppa wonton sono caldi, confortanti e tuttavia delicati sull’apparato digerente. Il brodo è semplice e ravvivato da un filo d’olio di sesamo e, solitamente, da pepe bianco. I delicati ravioli wonton non appesantiscono eccessivamente lo stomaco e lo zenzero è leggero e aiuta a combattere la nausea. Esistono moltissime varianti altrettanto gustose, da quella vegetariana a quella con i gamberi.

A questo punto, sono necessarie alcune riflessioni o piuttosto annotazioni. La storia del cibo e della gastronomia in genere è un percorso legato strettamente agli avvenimenti che hanno scandito il comportamento umano nel corso dei secoli. La ricerca del cibo e la lotta per procurarselo hanno spesso determinato la crescita (o la scomparsa) di intere civiltà.
I sistemi di ibridazione e tradizione culinaria hanno una storia antichissima e sono caratteri distintivi della cultura gastronomica e del patrimonio di ogni società. Malgrado i valori delle tradizioni, l’impulso all’innovazione ha consentito ai sistemi culinari di svilupparsi e influenzarsi reciprocamente, creando nuove forme di cucina fusion. Oggi viene proposta nell’alta gastronomia delle grandi città di tutto il mondo, elevandola al rango di filosofia e di nuova pratica, ma non è altro che un genere di cucina “creola”, cioè una fusione delle pratiche culinarie che nel tempo si sono fuse in una vera cultura originale. L’economia globale ha ancor più attivato questa antica sfida, aprendo nuovi scenari.

Una grande influenza su questi nuovi comportamenti dei consumatori hanno avuto ed hanno i modelli americani. La cucina degli Stati Uniti infatti non deriva da una vera e propria tradizione, ma è un insieme di tante usanze che si sono intrecciate e trasformate dall’incontro con l’agribusiness: l’industria di trasformazione del cibo, le capillari reti di distribuzioni e l’incessante avanzare del capitalismo. In tutti gli Stati Uniti e in particolare nelle aree urbane la gente mangia cibi come falafel, hummus, pad thai, verdure sminuzzate e scottate e carne secca di pollo o capra alla griglia. Nei ristoranti si può mangiare anche la pasta italiana con sughi della cucina asiatica a base di zenzero, soia e tofu, oppure con un condimento salsa e fagioli che si rifà al Messico. Purtroppo, la cucina nazionale statunitense è quella dei supermercati che vendono cibi pronti e dei fast food che popolano strade cittadine e autostrade. I cibi che arrivano sulle tavole con maggior frequenza e che minacciano la salute, sono quelli geneticamente modificati e trattati con prodotti chimici, per quanto si stia diffondendo una maggiore attenzione verso il consumo di cibi freschi locali, prodotti con sementi tradizionali e senza uso di sostanze chimiche, provenienti dall’agricoltura sostenuta dalle comunità e dalle iniziative come il progetto dell’Arca di Slow Food. Nonostante sia diminuito il consumo di grassi animali è aumentato quello di grassi vegetali a causa della quantità dei cibi fritti e condimenti molto grassi, tanto che gli Stati Uniti hanno il tasso più alto di obesità tra i paesi industrializzati. In estrema sintesi, ed in poche parole, un esempio da non imitare.

In conclusione, l’esaltazione o l’esigenza di creatività, di nuove cucine, di nuovi cibi, di nuovi sapori deve sempre fare i conti con l’obiettivo vitale dell’uomo: assicurarsi un’alimentazione salutare.

Redazione amaperbene.it

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