Pillole di Conoscenza

Il programma Non-UPF (alimenti ultra-processati) estende lo schema di certificazione all’intero settore alimentare

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Non-UPF è un’organizzazione nazionale statunitense senza scopo di lucro che si dedica alla riduzione degli alimenti ultra-processati (UPF) nelle diete americane e alla loro sostituzione con alimenti più sani; il programma Non-UPF è stato avviato per semplificare le scelte alimentari e fare chiarezza nel confuso mondo delle etichette alimentari. Ora il programma Non-UPF estende lo schema di certificazione all’intero settore alimentare, promuovendo un passaggio verso abitudini di consumo più sane.

Lanciato nel dicembre 2024, il suo obiettivo è quello di rendere più facile per gli acquirenti identificare gli alimenti non UPF e per le aziende comunicare il loro impegno verso prodotti più sani e trasparenti, migliorando in definitiva la salute pubblica e riducendo il rischio di malattie croniche legate all’alimentazione.

Il consumo di UPF rappresenta circa il 67% dell’apporto energetico totale per i giovani statunitensi di età compresa tra 2 e 19 anni e circa il 57% per gli adulti negli Stati Uniti. Tre adulti statunitensi su quattro sono sovrappeso o obesi e solo il 7% degli adulti è metabolicamente sano.

La ricerca indica che un consumo maggiore di UPF è associato a peggiori condizioni di salute, tra cui un rischio maggiore di malattie cardiache, diabete, obesità, depressione e morte prematura.

Gli UPF rappresentano un problema di salute pubblica per tutto l’arco della vita.

Il programma Non-UPF afferma che molti UPF sono progettati per aumentare la velocità di ingestione, la densità energetica e l’iperpalatabilità, il che può annullare i normali segnali di fame e sazietà, portando a un’alimentazione eccessiva e a stress metabolico. Gli UPF possono anche influire sulle funzioni comportamentali e cognitive dei bambini, influenzando l’attenzione e l’apprendimento.

Gli UPF includono spesso alimenti in cui la matrice alimentare, le reti di fibre, il contenuto di acqua e i polifenoli ricchi di fitonutrienti sono stati modificati o rimossi. Quando questa matrice viene persa, il corpo percepisce il cibo più come una miscela chimica che come un alimento completo.

Il programma Non-UPF mira a rendere più semplici le scelte più salutari, offrendo chiarezza, trasparenza e indicazioni affidabili in un mercato alimentare che è diventato estremamente confuso per i consumatori. “Oggi, la maggior parte delle persone fa fatica a identificare quali alimenti confezionati siano realmente minimamente lavorati, soprattutto quando termini di marketing come ‘sano’, ‘naturale’ o ‘biologico’ vengono utilizzati per prodotti ultra-lavorati”, ha affermato Halas, che ha proposto il lavoro.

Oltre a certificare gli alimenti confezionati, il programma certifica anche prodotti ortofrutticoli, legumi crudi, cereali integrali e altri alimenti di base minimamente trasformati a un costo nominale. Questo rafforza il messaggio che le scelte più sane sono spesso le più semplici e contribuisce a normalizzare i cibi genuini in ambienti alimentari saturi di opzioni ultra-processate.

Stabilendo criteri trasparenti radicati nel framework Nova, la certificazione incoraggia le aziende alimentari a migliorare i propri prodotti, riducendo la dipendenza da additivi chimici, lavorazioni eccessive e riempitivi non necessari. “Ciò sposta il mercato verso ingredienti alimentari più semplici e genuini e premia i marchi impegnati nell’innovazione a favore della salute”, ha aggiunto.

“Il marchio Non-UPF fornisce un segnale semplice e scientificamente fondato che un prodotto continua a essere trattato in modo leggero e mirato”, ha affermato Halas. L’organizzazione no-profit si propone di ridurre la prevalenza dei fattori di rischio UPF attraverso l’adozione di un’etichetta alimentare con certificazione non UPF basata sulla scienza, la formazione di consumatori e professionisti del settore sanitario, nonché la ricerca e la collaborazione. Formazione e ricerca sono considerate essenziali, oltre alla certificazione.

Attualmente sta conducendo uno studio con il Teachers College, la Columbia University e la Consumer Federation of America per comprendere gli atteggiamenti, le convinzioni e le conoscenze dei dietologi in merito agli UPF.

“Nella pratica e nella pratica, vedo ogni giorno confusione: le persone raggiungono gli obiettivi nutrizionali sulla carta, ma si sentono peggio quando mangiano formulazioni industriali”, ha affermato Halas.

Il messaggio è che i consumatori sono sopraffatti e il termine “sano” è stato forzato dal marketing. Il pubblico sta diventando consapevole che molti ingredienti non sono veri e propri alimenti, ma formulazioni industriali studiate per essere commestibili e che potrebbero contenere additivi nocivi non adeguatamente testati. “La loro sicurezza è spesso auto-affermativa”, ha aggiunto Halas.

Il programma Non-UPF mira inoltre a premiare la riformulazione verso un minor numero di additivi e metodi di lavorazione più delicati. Inoltre, mira a creare una piattaforma attiva che consenta a medici e ricercatori di perfezionare i criteri man mano che le prove scientifiche si evolvono.

News - Non-UPF Program extends certification scheme to entire food industry https://www.ingredientsnetwork.com/non-upf-program-extends-certification-scheme-to-news128587.html?utm_campaign=HLN00INN-IR-2025-IN-Newsletter-Week50&utm_emailname=HLN00INN-IR-2025-Newsletter-Week50&utm_medium=email&utm_source=eloqua&utm_MDMContactID=&utm_campaigntype=Newsletter&eM=deedb2b81afcce13ff0c3f29794612f1bb5b60775c566e565729a479161051e6&eventSeriesCode=ES_INGDTNTWRK&eventEditionCode=HLN00INN&sessionCode=S_WNIINGNWSLTR&sp_eh=deedb2b81afcce13ff0c3f29794612f1bb5b60775c566e565729a479161051e6

Redazione amaperbene.it

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