Pillole di Conoscenza

In aumento le contaminazioni alimentari in Italia

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Oltre 200 patologie diverse sono causate dal cibo non sicuro, e ogni giorno nel mondo 1,6 milioni di persone si ammalano per questa causa. E ammonta a 110 miliardi di dollari, l’onere economico annuo delle malattie trasmesse dagli alimenti nei paesi a basso e medio reddito

È quanto sottolinea l’Oms nel corso dell’ultimo ‘World Food Safety Day’, il cui slogan è “Food Safety, science in action”.

Le contaminazioni alimentari in Italia hanno mostrato un aumento, specialmente quelle legate a prodotti importati, con un aumento del 75% degli allarmi nel 2024 rispetto al 2023. Questo fenomeno è anche collegato alla crescente globalizzazione, alle nuove abitudini alimentari e all’aumento delle zoonosi (malattie trasmissibili da animali a uomo). In effetti, le cause principali dell’aumento vengono dal cibo importato, a causa essenzialmente di controlli potenzialmente diversi rispetto a quelli italiani. Del resto, l’incremento dei pasti fuori casa e il maggior consumo di cibi conservati o provenienti da altre cucine possono favorire le contaminazioni.

Per rendersene conto basta consultare la sezione “Richiami e ritiri” de “il fatto alimentare” sempre molto attento sull’argomento (https://ilfattoalimentare.it/argomenti/richiami-e-ritiri).

Nel 2024, sono scoppiati più di un allarme alimentare al giorno legato a cibo importato in Italia, come riportato da Foodaffairs.it.

A livello europeo, l’EFSA ha registrato un aumento del 44% dei focolai di origine alimentare nel 2022 rispetto al 2021, con 5.763 casi.

I consumatori italiani si mostrano preoccupati soprattutto per le malattie animali trasmissibili e le intossicazioni alimentari, anche se i controlli sul territorio nazionale sono considerati efficienti.

Le contaminazioni alimentari in Italia si classificano principalmente in biologiche, chimiche e fisiche. La contaminazione biologica è la più comune e può essere causata da batteri come la Salmonella e il Campylobacter (specialmente nella carne di pollo) e virus, spesso presente in alimenti crudi come carne, pesce, uova e latte non pastorizzato, o verdura non lavata. La contaminazione chimica include pesticidi e metalli pesanti (come il mercurio nel pesce), mentre la contaminazione fisica si riferisce alla presenza di corpi estranei (vetro, metallo, plastica).

Tipi di contaminazione

  • Contaminazione biologica: Causata da microrganismi come batteri (es. SalmonellaE. coli), virus, parassiti e muffe. È la forma più comune e si verifica se i cibi non sono conservati, cucinati o manipolati correttamente.
  • Contaminazione chimica: Dovuta a sostanze chimiche come pesticidi, metalli pesanti (es. mercurio nel pesce), prodotti di pulizia, o la migrazione di sostanze chimiche dai materiali di imballaggio.
  • Contaminazione fisica: Causata da oggetti estranei come frammenti di vetro, metallo, plastica o altri materiali accidentali.

Alimenti a rischio

  • Carni e derivati: Carne cruda o poco cotta (tartare, hamburger, salsicce), latte non pastorizzato e formaggi a base di latte crudo.
  • Pesce e derivati: Pesce crudo, frutti di mare crudi e salmone affumicato.
  • Uova e derivati: Uova crude e prodotti che le contengono, come maionese fatta in casa, tiramisù e dolci con panna.
  • Frutta e verdura: Particolarmente a rischio se non lavata accuratamente, soprattutto verdure a foglia verde, ortaggi, pomodori e frutti di bosco.
  • Contaminazione incrociata: Può avvenire in casa o nei locali di ristorazione se si usano gli stessi utensili o superfici per manipolare cibi crudi e cotti senza una corretta igiene.

Prevenzione

  • Igiene personale: Lavare sempre bene le mani.
  • Manipolazione: Evitare la contaminazione incrociata separando cibi crudi e cotti e utilizzando utensili e taglieri diversi.
  • Cottura: Assicurarsi che i cibi siano cotti adeguatamente per eliminare i batteri.
  • Conservazione: Mantenere il frigorifero a una temperatura adeguata e separare i cibi crudi da quelli cotti.
  • Lavaggio: Lavare accuratamente frutta e verdura, specialmente se consumate crude.

Altro motivo di preoccupazione per i consumatori italiani derivano da taluni dati indirettamente correlati e che danno adito a considerazioni disparate e motivi di riflessione.

Nel 2023 i consumatori esteri hanno acquistato 63 miliardi di prodotti tipici italiani “falsificati” che non provengono dal nostro Paese. Questo significa che il valore dell’export food&beverage italiano sarebbe più che raddoppiato a 126 miliardi sommati ai 62 miliardi di export agroalimentare di vero made in italy. La Lombardia è la regione italiana più colpita dal fenomeno del cosiddetto italian sounding con un impatto economico negativo pari a 10,2 miliardi l’anno, seguita da Veneto (10 miliardi), ed Emilia-Romagna (9,9 miliardi).

I dati della ricerca di The European House – Ambrosetti, realizzata in occasione del forum “La Roadmap del futuro per il food&beverage” di Bormio, evidenzia inoltre come l’imitazione all’estero di prodotti del territorio abbia precluso quasi 9 miliardi di euro di vendite oltre-confine per il Piemonte (8,7), 5,5 per la Campania, e 3,5 miliardi di euro per la Toscana che vede colpiti soprattutto i suoi olii extra vergine di oliva e vini. Anche il Trentino-Alto Adige (3,3 miliardi di euro), è esposto più della Puglia (impatto di 2,8 miliardi) che soffre per l’imitazione di olio e prodotti agricoli. La Sicilia (1,7 miliardi) è più colpita del Friuli Venezia Giulia (1,6 miliardi di euro) che subisce specialmente l’imitazione dei suoi prosciutti.
L’impatto dell’italian sounding sulle altre regioni italiane si attesta complessivamente a 6,3 miliardi nel 2023.

Redazione amaperbene.it

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