Pillole di Conoscenza

La maggior parte delle gomme da masticare contiene plastiche derivate dal petrolio

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Molti non sanno che la maggior parte delle gomme da masticare in commercio contiene plastiche derivate dal petrolio nella loro “gomma base”, un ingrediente che conferisce elasticità e resistenza al prodotto.

Una notizia fino ad oggi poco considerata ed emersa piuttosto recentemente riporta che la base gomma, che rappresenta l’ingrediente principale che dà elasticità al chewing gum, è spesso costituita da polimeri sintetici simili a quelli usati nelle plastiche, tra cui

  • poliisobutilene: utilizzato anche nella produzione di pneumatici;
  • acetato di polivinile: usato nella produzione di colle industriali;
  • polietilene: simile al materiale usato per le buste di plastica;
  • butadiene-stirene: altro elastomero usato nella produzione di pneumatici;
  • gomma butilica: gomma sintetica costituita da un copolimero di isobutilene e isoprene.

Questi polimeri sintetici sono derivati dal petrolio, per cui sono non biodegradabili e potenzialmente inquinanti, per cui non fanno bene né alla salute né all’ambiente.

Inoltre, durante la masticazione (e lo smaltimento) queste gomme vengono frammentate per cui possono rilasciare migliaia di microparticelle di plastica, che finiscono nella saliva e vengono ingerite.

Quando poi vengono gettate a terra o comunque disperse nell’ambiente, le gomme impiegano molto tempo prima di degradarsi per cui inquinano suolo e acqua, danneggiando anche l’ambiente e minacciando la sopravvivenza degli animali.

Sicché sono cominciati studi che sollevano non pochi interrogativi sulla sicurezza delle gomme da masticare e spinge esperti e ambientalisti a chiedere maggiore trasparenza e alternative sostenibili.

Uno studio pilota è stato condotto da ricercatori dell’Università della California, Los Angeles (UCLA) e presentato all’American Chemical Society Spring Meeting.

In laboratorio, una persona ha masticato il pezzo di gomma per 4 minuti, producendo campioni di saliva ogni 30 secondi, quindi ha effettuato un ultimo risciacquo della bocca con acqua pulita, il tutto combinato in un unico campione. In un altro esperimento, campioni di saliva sono stati raccolti periodicamente per 20 minuti per osservare il tasso di rilascio di microplastiche da ogni pezzo di gomma. Quindi, i ricercatori hanno misurato il numero di microplastiche presenti in ciascun campione di saliva. Le particelle di plastica sono state colorate di rosso e contate al microscopio oppure analizzate mediante spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier, che ha fornito anche la composizione polimerica.

Lowe ha misurato una media di 100 microplastiche rilasciate per grammo di gomma, sebbene alcuni singoli pezzi di gomma ne abbiano rilasciate fino a 600 per grammo. Un pezzo di gomma pesa in genere tra i 2 e i 6 grammi, il che significa che un pezzo di gomma di grandi dimensioni potrebbe rilasciare fino a 3.000 particelle di plastica. Se una persona media mastica da 160 a 180 piccoli bastoncini di gomma all’anno, i ricercatori hanno stimato che ciò potrebbe comportare l’ingestione di circa 30.000 microplastiche. Se una persona media consuma decine di migliaia di microplastiche all’anno, masticare gomme potrebbe aumentare notevolmente la quantità ingerita.

“Sorprendentemente, sia le gomme sintetiche che quelle naturali rilasciavano quantità simili di microplastiche quando le masticavamo”, afferma Lowe, uno degli autori dello studio. E contenevano anche gli stessi polimeri: poliolefine, polietilene tereftalato, poliacrilammidi e polistireni. I polimeri più abbondanti per entrambi i tipi di gomma erano le poliolefine, un gruppo di plastiche che comprende polietilene e polipropilene.

La maggior parte delle microplastiche si è staccata dalla gomma entro i primi 2 minuti di masticazione. Ma Mohanty , autore principale della ricerca, afferma che il rilascio non è dovuto agli enzimi presenti nella saliva che le scompongono. Piuttosto, l’atto della masticazione è sufficientemente abrasivo da far staccare i frammenti. E dopo 8 minuti di masticazione, il 94% delle particelle di plastica raccolte durante i test era stato rilasciato. Pertanto, Lowe suggerisce che, se si vuole ridurre la potenziale esposizione alle microplastiche provenienti dalla gomma, si mastichi un pezzo più a lungo invece di inserirne uno nuovo.

Lo studio si è limitato all’identificazione di microplastiche di 20 micrometri o più di diametro a causa degli strumenti e delle tecniche utilizzate. È probabile, afferma Mohanty, che particelle di plastica più piccole non siano state rilevate nella saliva e che siano necessarie ulteriori ricerche per valutare il potenziale rilascio di nanoplastiche dalle gomme da masticare.

Anche i possibili danni all’ambiente non sono da meno. Un singolo chewing-gum può impiegare più di 5 anni per iniziare a degradarsi, se esposto all’azione degli agenti atmosferici. Un problema che, se moltiplicato per tutte le persone che quotidianamente abbandonano le gomme dove si capita, comporta l’immissione tra le 100.000 e le 520.000 tonnellate di plastica nell’ambiente ogni anno, secondo le stime di Just One Ocean, 23.000 delle quali solo in Italia. Data l’estensione del fenomeno, i chewing-gum rappresentano il quarto rifiuto più diffuso al mondo, dopo mozziconi di sigarette, bottiglie di plastica e contenitori alimentari. Ma i lunghi tempi di degradazione sono solo una parte della questione, bisogna considerare anche altre conseguenze.

Uno studio condotto nel Regno Unito, ha valutato che nel Paese ogni anno vengono consumati 4 miliardi di gomme da masticare; ogni giorno, 12 tonnellate di gomme vengono abbandonate per strada; l’87% delle strade britanniche presenta residui di gomme appiccicate; il costo per la rimozione delle gomme dalle superfici urbane è di milioni di euro all’anno. Per questo è importante smaltire le gomme correttamente (ad esempio, gettandole nell’indifferenziato).

Alternative

Le alternative esistono: basta scegliere gomme senza plastica e biodegradabili. Esistono gomme da masticare che si dichiarano senza plastica, realizzate con basi naturali e biodegradabili come il chicle (resina vegetale estratta dagli alberi tropicali Sapodilla) o altri ingredienti vegetali, al posto dei polimeri derivati dal petrolio usati nelle gomme tradizionali.  Per scegliere questi prodotti, è importante controllare attentamente la lista degli ingredienti e cercare gomme con base gomma esclusivamente naturale, che riportano la dicitura “senza plastica” o “plastic-free” sulla confezione.

Il consiglio più ovvio sarebbe quello di smettere di masticare gomme, almeno quelle che non si avvalgono di una etichettatura trasparente.

American Chemical Society - Chewing gum can shed microplastics into saliva, pilot study finds PressPacs March 25, 2025 -  this research was presented at a meeting of the American Chemical Society. 

Redazione amaperbene.it

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