Dati salienti tratti da Ocse, Education at a glance 2025
Pillole di conoscenza

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Un italiano su tre, pari al 37% degli adulti, comprende solo testi molto brevi, con informazioni minime che non distraggano l’attenzione, ha in sostanza quello che gli studiosi definiscono un ‘basso livello di alfabetizzazione’, che nel resto dei paesi Ocse riguarda il 27% della popolazione adulta, ovvero 1 su 4.
Non solo: i laureati in Italia rimangono pochi, meno donne completano la laurea rispetto alla media Ocse, solo il 20% dei giovani si laurea in ambito Stem; siamo un paese vecchio, dove, tra il 2013 e il 2023, si è registrato un calo del 25% del numero di bambini di età compresa tra 0 e 4 anni; gli stipendi dei docenti, in 10 anni, sono calati del 4,4% mentre negli altri paesi Ocse sono cresciuti di quasi il 15%.
Il quadro, pieno di chiari-scuri, arriva dall’ultimo rapporto sull’istruzione nei paesi Ocse, Education at a glance 2025 (download disponibile nella pagina) di cui riportiamo i dati salienti (a ns. giudizio) con talune integrazioni e con particolare attenzione al ns. Paese:
- Completamento dell’istruzione secondaria
- In Italia, il 20% dei giovani tra i 25 e i 34 anni non completa l’istruzione secondaria di secondo grado, mentre la media OCSE è del 14%.
- Le conseguenze sono evidenti: il 57% dei 25-34enni senza diploma trova lavoro (contro il 69% dei diplomati).
- Occupazione e reddito in base al titolo di studio
- Il 27% della popolazione tra i 25 e i 64 anni senza diploma guadagna massimo la metà del reddito medio.
- Chi ha un titolo universitario guadagna circa 60% in più rispetto ai diplomati, un vantaggio superiore alla media OCSE.
- Disuguaglianze e mobilità educativa
- In Italia, i figli di genitori non diplomati hanno il 37% di probabilità di non diplomarsi; al contrario, i figli di genitori laureati hanno il 69% di probabilità di laurearsi.
- Nonostante tutto, l’inequità nell’accesso all’università è meno marcata che in altri Paesi europei come Austria, Francia, Germania o Regno Unito.
- Formazione continua (lifelong learning)
- Solo il 4% degli adulti italiani partecipa a qualche forma di formazione continua.
- Il tasso di partecipazione varia dal 12% tra chi ha titolo universitario all’1% tra chi ha solo il diploma.
- L’impegno formativo si traduce in appena 26 ore nel corso della vita lavorativa, equivalenti a circa mezzo’ora all’anno per chi ha titolo basso — il valore più basso tra i 22 Paesi con dati comparabili.
- Spesa per l’istruzione e condizioni degli insegnanti
- L’Italia spende 4% del PIL per l’istruzione, contro una media OCSE del 4,9%.
- Il corpo docente è notevolmente “invecchiato”: 53% degli insegnanti ha oltre 50 anni, rispetto al 37% della media OCSE.
- Gli stipendi degli insegnanti sono inferiori al 20% rispetto agli standard OCSE: nella scuola secondaria, un insegnante con 15 anni di servizio guadagna circa 8.500 USD in meno rispetto alla media.
- Risorse umane e ambiente scolastico
- Le spese per studente fino all’istruzione secondaria sono elevate: 7.390 USD (primaria) e 7.843 USD (secondaria), ben sopra la media OCSE.
- Tuttavia, nell’istruzione superiore, l’Italia è unica nell’OCSE per avere una spesa inferiore all’1% del PIL, con una spesa per studente inferiore del 30% rispetto ai paesi più tecnologicamente avanzati.
- Inoltre, gran parte della spesa nell’istruzione superiore è destinata alla ricerca e sviluppo, riducendo ulteriormente gli investimenti per l’insegnamento.
- Organizzazione didattica: ore, classi, rapporto studenti-docenti
- Gli studenti italiani accumulano oltre 8.000 ore di lezione tra i 7 e i 14 anni, versus circa 6.898 ore della media OCSE.
- Le classi italiane sono più piccole: media di 18,3 alunni (primaria) e 20,9 (secondaria inferiore) contro rispettivamente 21,5 e 24,1 OCSE.
- Il rapporto alunni/docenti è anch’esso più favorevole: 16,7 studenti per insegnante (primaria) OCSE vs 1,6 in Italia — sembra un dato errato (forse “16,7 alunni per insegnante OCSE vs 11,6 in Italia”, ma riportato come “1,6”) — e 13,4 vs 10,7 nella secondaria superiore.
- Il 42% del tempo di insegnamento per gli studenti 12-14enni è dedicato a italiano, matematica e scienze, rispetto al 39% della media OCSE.
Confronto sintetico: Italia vs media OCSE
Tema | Italia | Media OCSE / Altri Paesi |
Giovani senza diploma | 20% (25-34 anni) | 14% |
Occupazione senza diploma | 57% vs con diploma 69% | — |
Reddito senza diploma | Guadagna meno della metà del reddito medio (27% della popolazione) | — |
Vantaggio laureati ↑ reddito | +60% nella retribuzione rispetto ai diplomati | Minor differenza media |
Disuguaglianza educativa | Figli di non diplomati: 37% non diplomati; figli di laureati: 69% laureati | Disuguaglianze più forti in Austria, Francia, Germania, Regno Unito |
Formazione continua | 4% adulti; 26 ore vita lavorativa per livello basso | Livelli più alti in molti altri Paesi |
Spesa istruzione (PIL) | 4% | 4,9% |
Spesa per studente superiori | Molto bassa; unico paese OCSE <1% del PIL | Ben più alta (€ per studente) nei paesi avanzati |
Età insegnanti | 53% ha >50 anni | 37% media |
Ore di lezione totali | >8.000 ore (7-14 anni) | ~6.900 media |
Dimensione classi | Più piccole (18,3 e 20,9 alunni) | 21,5 e 24,1 alunni |
Conclusioni
L’Italia investe molte risorse (ore, spesa per studente, dimensioni delle classi), ma la risposta in termini di risultati, equità e qualità appare deludente rispetto alla media OCSE. I principali punti di criticità sono:
- Basso completamento dell’istruzione secondaria.
- Forti disuguaglianze legate al contesto familiare.
- Scarsa partecipazione alla formazione continua.
- Ridotti investimenti nell’istruzione superiore.
- Corpo docente invecchiato e sotto-retribuito.